Bilancio, (Pdl): “La giunta Renzi inaugura la finanza creativa”

Roselli, Sabatini, Giambanco e Cellai: “Mancano delibere, disposizioni, allegati, rilievi catastali e cambi di destinazione. Di chiaro ci sono solo gli aumenti”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 febbraio 2010 22:00
Bilancio, (Pdl): “La giunta Renzi inaugura la finanza creativa”

“Dopo le lunghissime attese, che ci hanno visto protestare per la mancanza di informazioni, ci aspettavamo un bilancio impeccabile, e invece…”. Questo il commento dei consiglieri del centrodestra Emanuele Roselli, Massimo Sabatini, Antonio Giambanco e Jacopo Cellai presenti nella commissione bilancio questa mattina all’audizione dell’assessore Angelo Falchetti. “La Giunta Renzi ha inaugurato, col suo primo bilancio di previsione, un nuovo corso: quello della finanza creativa – sostengono i consiglieri del PdL –.

La nuova amministrazione fallisce il suo primo appuntamento importante con le tasche dei cittadini. Si dimostra impreparata, anche spesso in difficoltà rispetto alle nostre domande, e ci presenta con leggerezza numeri importanti ‘dimenticandosi’ di produrre gli atti necessari per dare a quei numeri un’effettiva valenza”. “Del resto – proseguono Roselli, Sabatini, Giambanco e Cellai –, Renzi lo aveva annunciato: cambieremo l’impostazione del bilancio. E così, facce nuove, nuove tasse.

Ma non è tutto. Anche sul metodo ci sono non poche novità. L’assessore Falchetti, probabilmente al grido ‘la fantasia al potere’ ha inserito in bilancio numeri che non si trovano negli allegati (che in alcuni casi mancano del tutto), fondamento formale e giuridico. Alcuni esempi: Tra le voci di entrata presentate queste mattina compaiono, tra le entrate, 1.050.000,00 euro da proventi dei cimiteri, che segnerebbero un rialzo dopo l’adeguamento delle tariffe. Peccato però che il Consiglio Comunale non abbia ancora deliberato nessun atto che sancisca tale aumento.

Stessa cosa per quanto riguarda l’ormai famoso piano sosta. Si preventiva l’incasso di 3 milioni di euro dalla concessione degli spazi pubblici dei posti auto: peccato che il piano della sosta, che prevede l’assurda soluzione delle strisce viola, non sia stato ancora approvato. Un piano su cui rimangono molti dubbi anche all’interno della maggioranza, anche riguardo ai tempi di attuazione, le modalità di assegnazione, nonché la legittimità stessa di un simile provvedimento”. “Ancora più clamoroso, come già stiamo denunciando da alcuni giorni – aggiungono i consiglieri di centrodestra –, è il piano delle alienazioni che subisce un aumento di oltre il 1000% rispetto allo scorso anno.

La Giunta ha previsto oltre 190 milioni di euro provenienti da alienazioni di beni e strutture, che porteranno a un impoverimento del patrimonio comunale non indifferente. Anche in questo caso la Giunta non ha prodotto i documenti e gli atti necessari per rendere effettivo il valore che è stato inserito in bilancio: senza la variazione di destinazione e il piano strutturale la valutazione fatta delle strutture che Renzi dice di voler vendere (molto spesso senza neanche una perizia certificata) non è veritiera né legittima.

Il complesso dell’ ex-meccano tessile, valutato 27 milioni di euro, non vale nemmeno la metà di questi soldi senza un cambio di destinazione”. “E’ un bilancio che presenta lacune formali non da poco, che preoccupa per l’allegria con cui è stato redatto dall’Assessore e che non porta certo buone notizie ai fiorentini – concludono Roselli, Sabatini, Giambanco e Cellai –. Dopo l’aumento della Tia e della bolletta dell’acqua, arrivano altri sostanziosi aumenti: costerà di più ristrutturare case e condomini (aumento tariffe COSAP per l’occupazione con le impalcature del suolo pubblico, con un incremento che in alcuni casi raggiunge anche il 300%), con ricadute (neppur ben chiarite) che interessano ambulanti e mercati.

E con la storia dei cimiteri, a breve, grazie a Renzi, costerà di più anche morire. Insomma, ‘facce nuove, nuove tasse’. Proprio quando il governo Berlusconi aveva votato una finanziaria che, nonostante la crisi, non aveva visto l’aumento delle tasse”. (fdr)

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