Espulsioni: Rossi propone la via toscana ai CIE

Maroni: "In ogni regione stiamo valutando i siti". Enrico Rossi non pone veti alla creazione di un Centro di Identificazione ed espulsione in Toscana, pur a certe condizioni. Nascono i piccoli CIE?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 gennaio 2010 15:10
Espulsioni: Rossi propone la via toscana ai CIE

La mancata realizzazione del Centro identificazione espulsi in Toscana accende il dibattito politico con evidenti ripercussioni elettoralistiche. Il Pd toscano non può non manifestarsi su posizioni possibiliste, dato che proprio in Toscana nessun CPT, o CIE, è stato ancora aperto. Enrico Rossi, futuro presidente della Regione Toscana, dichiara di essere favorevole all'apertura, anche nella nostra regione, dei Centri: "Al momento da parte del governo non c'e' alcuna proposta, se ci sarà la valuteremo".

A sinistra potrebbero però profilarsi delle spaccature a causa dei Cie e non è escluso che Prc e Pdci tolgano l'appoggio a Rossi. "Finalmente un CIE in Toscana" si commenta dal centrodestra secondo cui il problema dei clandestini va risolto con la massima urgenza. “Siamo assolutamente contrari alla proposta di Enrico Rossi per disporre in Toscana dei piccoli Centri di Identificazione ed Espulsione – chiosa l'onorevole Claudio Morganti, segretario nazionale della Lega Nord Toscana – perché questo vorrebbe dire occupare più spazi, dover fare più controlli e, perciò, creerebbe dei costi aggiuntivi.

Noi siamo per un Cie unico e funzionale come risulta essere nelle altre regioni d'Italia. La Lega Nord – sottolinea Morganti – prosegue il suo cammino verso il ripristino della legalità dato che in Toscana il problema sta diventando sempre più grave. Siamo partiti dall'istituzione del reato di immigrazione clandestina – conclude – fino ad arrivare all'obbligo per ogni regione di istituire un Centro di Identificazione ed Espulsione, concetto che il ministro degli Interni Roberto Maroni è intenzionato ad intimare”. Italia dei Valori applaude.

La creazione di centri, uno per Regione, è uno dei punti del programma di Italia dei Valori che negli incontri di messa a punto della coalizione di centro sinistra per le elezioni regionali, aveva messo sul piatto dell'accordo. “La sicurezza del cittadino – ha commentato Giuliano Fedeli, coordinatore regionale IdV – è un bene prezioso che va perseguito con responsabilità e misura, senza sacrificare i diritti umani e la solidarietà, creando una 'via toscana' alla creazione di CIE che rispetti l'uomo.

Prendiamo atto con soddisfazione delle dichiarazioni di Rossi, e di essere in linea con il suo programma. Riteniamo che ogni regione debba avere il suo CIE. Tanti centri per una minore concentrazione, si evita così certi episodi come i fatti accaduti nel Centro di Primo Soccorso e Accoglienza di Lampedusa in seguito alla sua trasformazione in Centro di Identificazione ed Espulsione. Basti pensare che sono migliaia gli immigrati clandestini presenti sul territorio nazionale e i CIE attualmente sono del tutto insufficienti per rispondere alle necessità”. Serve ''un maggiore servizio di videosorveglianza della citta' e un Cie in Toscana'' afferma il sindaco di Prato, Roberto Cenni (Pdl).

Potrebbe duque offrire una candidatura della città laniera, in vista dell'incontro di martedì prossimo col ministro dell'Interno Roberto Maroni. Il responsabile del Viminale ha ripetuto: "Apriremo un Cie in ogni regione: stiamo valutando dove oggi non ci sono, come ad esempio la Toscana”. Al contrario centri sociali, collettivi studenteschi, associazioni di base e movimenti di lotta continuano ad essere impegnati contro la costruzione di un CIE in Toscana. E questo potrebbe pesare su Enrico Rossi, candidato alla presidenza della Regione Toscana per il Pd, ma anche per tutto l'arcipelago della ex sinistra radicale.

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