In ricordo di Michele Ranchetti

Si è svolto a Palazzo Panciatichi un convegno dedicato allo studioso e letterato. Severino Saccardi: “Riconoscimento dovuto a una grande personalità. Firenze oggi dovrebbe ripensare e riattualizzare quella lezione".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 gennaio 2010 15:30
In ricordo di Michele Ranchetti

“L’ appuntamento di oggi è un riconoscimento dovuto a Michele Ranchetti figura atipica e creativa della nostra cultura. Studioso, storico della Chiesa, letterato e grande poeta. Uomo di profonda spiritualità, ha incrociato nelle sue esperienze figure di ‘frontiera’ come Don Milani o Padre Balducci; si potrebbe dire che Michele Ranchetti è stato uno degli ultimi personaggi simbolo di una certa Firenze, capace di tenere le finestre aperte sul mondo. Firenze che oggi dovrebbe ripensare e riattualizzare quella lezione”. Con queste parole il consigliere regionale e direttore di “Testimonianze” Severino Saccardi, ha aperto i lavori del convegno “Per Michele Ranchetti, in ricordo di un impegno civile, culturale e spirituale” che si è svolto oggi, sabato 16 gennaio, nella Sala Gonfalone di Palazzo Panciatichi.

A partire dalla presentazione del volume IV degli “Scritti diversi” di Michele Ranchetti, “Ulteriori e ultimi 2000-2008” Edizioni di Storia e letteratura e del video “Rifiuto d’ordine a profitto del contesto. Michele Ranchetti si racconta”, con la partecipazione dei curatori Fabio Milana e Stefania Franchini, al convegno hanno partecipato Sergio Bologna del Centro Studi “Franco Fortini”, Enzo Collotti (Università di Firenze), Goffredo Fofi (Direttore de “Lo Straniero”) e Pier Francesco Galli (psichiatra). Michele Ranchetti (1925-2008), studioso di Storia della Chiesa, di Wittgenstein, Heidegger e Freud, saggista, poeta, traduttore di Celan e Rilke.

Tra i suoi ultimi libri figura “Non c'è più religione” (2003). La sua ultima raccolta di versi, pubblicata postuma è “Poesie ultime”(2008). (lu.men)

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