Azienda Sanitaria di Firenze: il centro per il piede diabetico

Sono già 60 i pazienti in cura

Redazione Nove da Firenze
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07 dicembre 2014 07:56
Azienda Sanitaria di Firenze: il centro per il piede diabetico

Sono aumentati di 6 volte in quindici anni: da 30 milioni nel 1985 a 177 milioni nel 2000. E le stime per il 2030 relative alla popolazione mondiale diabetica parlano di 370 milioni di malati. Una vera e propria epidemia per una malattia che ha complicanze temibili e costi socio sanitari elevatissimi.

In Italia negli ultimi 10 anni si è passati da un’incidenza del 3,9 ad una del 4,9%, da circa 2,4 milioni a 3, con una proiezione sul 2030 che parla di 5 milioni di diabetici. La Toscana si colloca in una fascia medio-alta della distribuzione dei diabetici in Italia, con una prevalenza del 5,5%.La complicanza più temuta ed invalidante di questa malattia cronica è il cosiddetto “piede diabetico” che, se non prevenuto e curato, porta inevitabilmente all’amputazione d’arto.Nel 2013 l’Azienda sanitaria di Firenze ha organizzato e messo in funzione un percorso specifico rivolto ai pazienti affetti da piede diabetico.

Un’equipe multidisciplinare composta da diabetologi, chirurghi vascolari, cardiologi interventisti, internisti, ortopedici, infettivologi, infermieri esperti nel wound care, svolge la propria attività di consulenza presso il Centro unico che opera al Palagi. Qui le visite si possono prenotare telefonando allo 055-6937516 o per fax allo 055-6937224, o per e-mail a piede.diabetico@asf.toscana.it.L’equipe multidisciplinare in questo primo anno di attività ha operato per realizzare una rete assistenziale diffusa sul territorio metropolitano fiorentino che vede nei Servizi di diabetologia le porte di ingresso ad un percorso assistenziale specifico con cui si evita la dispersione dei pazienti e si fornisce il corretto inquadramento del paziente.

Percorso nel quale un ruolo fondamentale viene svolto dal medico di medicina generale.Sono circa 60 i pazienti finora inseriti nel percorso e negli ultimi 3 mesi è stato verificato un incremento di circa il 60%. La stretta collaborazione tra le varie figure professionali coinvolte è stata fondamentale per il raggiungimento del primo obiettivo, quello di dare continuità di cure a questa tipologia di pazienti. Il secondo obiettivo è quello di ridurre il tasso di amputazioni maggiori. Un paziente sottoposto ad amputazione maggiore dell’arto inferiore costa al sistema sanitario circa 80.000 euro all’anno.

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