Colpo di Stato nella ex Birmania, appelli toscani per Aung San Suu Kyi

La Nobel per la pace e cittadina onoraria di Firenze è stata arrestata dai militari. Giani chiede la liberazione: "A lei nel 2008 conferimmo il Pegaso d'Oro della Regione per le sue battaglie. Oggi come allora la democrazia e i diritti umani del suo popolo non devono fermarsi". Draghi (FdI): "Già perseguitata dal regime militare birmano di ispirazione marxista perché colpevole di aver sempre professato la democrazia nella sua patria”

Redazione Nove da Firenze
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01 febbraio 2021 16:13
Colpo di Stato nella ex Birmania, appelli toscani per Aung San Suu Kyi
foto di archivio

"La democrazia e la libertà non possono essere soffocate dalla violenza delle dittature. Aung San Suu Kyi leader della lotta non violenta in Myanmar è stata arrestata a seguito del colpo di stato dei militari proprio nel giorno in cui si riuniva il parlamento appena insediato. A lei nel 2008 conferimmo il Pegaso d'Oro della Regione Toscana per le sue battaglie. Oggi come allora la democrazia e i diritti umani del suo popolo non devono fermarsi". Così il presidente toscano Eugenio Giani La Nobel per la pace è stata arrestata in seguito al colpo di stato avvenuto stamani in Myanmar (Birmania).

Nel novembre 2009 Aung San Suu Kyi fu insignita della cittadinanza onoraria, che il Consiglio comunale le ha conferito giusto un anno fa, nel novembre del 2009” della città di Firenze.

“Fratelli d'Italia Firenze dichiara il suo rammarico per il sovvertimento delle libertà democratiche nel paese del sudest asiatico. Il partito che guida la 76 enne ha ottenuto l'83 % dei consensi nelle ultime elezioni e avrebbe dovuto votare oggi il nuovo governo". Così dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia Alessandro Draghi.

"Ancora oggi - prosegue -, quando pensiamo che in alcune zone del Mondo il popolo viene privato della libertà e della conoscenza per essere costretto il più possibile nell’ignoranza, la storia e l’esempio di Aung San Suu Kyi restano attuali e ci insegnano che la determinazione e la libertà vinceranno sempre sull’odio e l’intolleranza.

La mia preoccupazione si rivolge anche al popolo Karen, l'etnia che vive vicino al confine con la Thailandia, spesso perseguitata dai militari, in quanto da sempre impegnata nel combattere il traffico di droga internazionale”.

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