Anm: "Attacchi a Breggia sconcertanti, il Csm tuteli il giudice"

All'Associazione nazionale magistrati non bastano le precisazioni di Salvini. "Inaccettabile che la critica non sia rivolta al merito del provvedimento ma alle supposte opinioni del giudice"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 giugno 2019 00:01
Anm:

(DIRE) Firenze, 5 giu. - Al comitato direttivo centrale dell'Anm le precisazioni del ministro dell'Interno Matteo Salvini non bastano. L'associazione nazionale dei magistrati, infatti, esprime "sconcerto" per gli "attacchi alla persona del giudice Luciana Breggia, presidente della sezione specializzata in materia di immigrazione del Tribunale di Firenze. Per questo chiediamo che il Csm effettui tutti i passi necessari a tutela della collega, dell'autonomia e indipendenza della giurisdizione".

E aggiunge: dopo "un provvedimento collegiale che ha dichiarato inammissibile il reclamo del ministero dell'Interno si è ipotizzato l'intento 'politico' del giudice, diretto a disapplicare norme di legge, a fronte di un provvedimento sgradito". La critica, in sostanza, "non si è rivolta al contenuto del provvedimento, ampiamente motivato, ma alle supposte 'idee politiche del giudice' ed alla sua partecipazione a convegni, peraltro di carattere scientifico, in ragione dei partecipanti e dei relatori, evidentemente loro sgraditi".

Inoltre "il post pubblicato su Facebook dal ministro Salvini" sul tema, "è stato seguito da commenti contenenti insulti e minacce, che non risultano essere stati rimossi". Per l'Anm "l'attività interpretativa è l'essenza dell'attività giurisdizionale, da esercitare sempre in armonia con le norme che hanno natura sovraordinata, costituzionali o sovranazionali, ed è inaccettabile che la critica non sia rivolta al merito del provvedimento, ma alle supposte opinioni del giudice.

Sempre in Toscana, alcuni mesi fa, "il giudice Gerardo Boragine del tribunale di Lucca, che aveva assolto persone imputate di avere disturbato un comizio di Matteo Salvini, è finito sotto misure di protezione personale per gli insulti e le minacce scatenate contro di lui dopo analogo post 'personalizzato', seguito da insulti e minacce di morte, sulla pagina Facebook del ministro, che dovrebbe garantire anche la sicurezza dei magistrati". Invece "le modalità adottate da autorevoli rappresentanti delle istituzioni portano discredito sull'intera funzione giudiziaria e perdita di serenità da parte di chi la esercita", conclude il documento.

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