Archiviata la pratica Empoli, ora la testa è tutta alla Conference

Derby sofferto dopo gli splendidi gol di Adli e Mandragora. Poco gioco e tanta confusione, pesano le assenze e i cambi

Paolo
Paolo Pellegrini
27 Aprile 2025 18:20
Archiviata la pratica Empoli, ora la testa è tutta alla Conference
Fotografie di Fabio Vanzi

Buttali via, mi scrisse il mio amico d’Oltreoceano dopo i tre punti sofferti di Cagliari. Magari me lo ripete anche oggi, perché il copione andato in scena più o meno è il medesimo, a parte l’ordine delle marcature. Oddio, il medesimo: l’Empoli non vale il Cagliari, e poi si giocava al mini-Franchi che la FerroFiesole ha esaltato a bolgia, a catino d’inferno, ma questo casomai sminuisce l’onore nel merito per la vittoria odierna. E forse non è nemmeno vero che il copione sia stato il medesimo: a Cagliari la Viola era andata sotto per la assatanata pressione degli avversari, capaci di giripalla rapidissimi e di azioni ben penetranti.

Oggi no, l’Empoli ha spinto e pressato ma insomma intorno a De Gea è arrivato con un certo gradiente di rischio non tantissime volte, magari nel finale i patemi si potevano evitare anche al portierone, questo sì. E’ la Fiorentina che si è fatta male da sola, la pratica poteva essere archiviata serenamente dopo i due ceffoni del primo tempo.

Sonori e anche molto belli, vale la pena di rammentarli. Al 7’ si vede uno sprazzo di gioco arioso, due tocchi di prima e Gudmundsson che traccia per Adli scattato sul filo del fuorigioco ma in posizione regolare, entra in area e fulmina Vasquez con palla in buca nell’angolino di piatto destro. Al 25’ ancora Adli protagonista, riceve da Folorunsho sulla fascia, scarica al centro, Mandragora spalle alla porta controlla e se la alza, poi piroetta una rovesciata spettacolare che sbatte nel solito palo di prima e gonfia la rete. Gol da vero Fenomeno. Però ecco, se si toglie una gran parata di Vasquez su Gudmundsson imbeccato ancora da Mandragora circa un’ora dopo, i morsi della Viola alla porta dell’Empoli son praticamente tutti qui.

Pochino. Dice, ma mancavano Dodo e Kean. Certo, mancavano: ma qualcuno avrà pure la colpa di non aver pensato ai sostituti pronti, per giocatori così importanti. Non si prende un centravanti, e si dà via Kayode che pur in quel certo suo impiccio tutto da sgrossare non sarebbe stato così male come cursore di rimpiazzo in fascia. No: si adatta Folorunsho, che già lo deve aver preso come un incubo, poi un gran piede non lo detiene, buono sì a far sportellate ma l’apporto a quello si limita.

E però sono tanti, in questa serata da tre punti, ad avere l’apporto limitato. Perché diversamente non riuscirei a capire tutti quei tocchi sbagliati, spesso perfino in maniera goffa, o forse deconcentrata, e non saprei che cosa sia peggio. E poi, al solito: o farraginose ripartenze da dietro con palla lenta e avversari già piazzatissimi, o lancioni alla ti becco-non ti becco, quando non nel deserto.

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E qui, beh, tutta la responsabilità ai giocatori non mi sentirei di darla. Come anche in quel certo sistema per cui tutti si accentrano finendo sempre ingolfati in mezzo alle giungle avversarie piuttosto che cercare di far male dalle fasce: quando è successo, o è stato gol, o poco ci è mancato. Ma molto più spesso si è assistito a un inutile cincischiare con esisto scarso, scarsissimo, ahi Richardson, qualche bello scatto ma con il pallone tra i piedi, ahiahi.

Poi ci sarebbe da ragionare sui cambi: un amico ci ricorda che “la miglior difesa è l’attacco”, recita un adagio di vecchia saggezza, e invece ecco cambi sinceramente non comprensibili, per ritrovarsi completamente spuntati, e anzi con qualcuno che finisce piegato dai crampi."L’Empoli - dice Palladino - nella nella ripresa ha alzato la pressione, abbiamo subito un gol da palla laterale che potevamo evitare. Ma la squadra ha poi badato al sodo, in questa fase bisogna essere anche pratici.

A me non piace quando ci abbassiamo, neanche alla squadra, ma bisogna dare i meriti degli avversari. Bene anche chi è subentrato. Voglio ringraziare il presidente e i tifosi, sono stati fantastici”.

Ma tant’è, sono arrivati ancora i tre punti, meglio così perché l’Inter è riuscita nello spettacolare intento di farsi battere in casa dalla Roma, e allora la prossima nella tana dei giallorossi odora davvero di  spareggio, prima dell’altra insidiosissima trasferta di Venezia, e con in mezzo l’anda e rianda con il Betis, semifinale di Conference che profuma anch’essa di ultima spiaggia. Kean ci sarà, ma non si sa in che condizioni psicologiche, Dodo no. Fare di necessità virtù, ma con un pizzico di applicazione in più. Anzi, tanta.

Fiorentina (3-5-2): De Gea; Pongracic, Pablo Marì, Ranieri (59' Comuzzo); Folorunsho (69' Parisi), Mandragora, Cataldi, Adli (59' Richardson), Gosens; Gudmundsson (82' Fagioli), Beltran (69' Zaniolo). All. Palladino.

Empoli (3-4-2-1): Vasquez; Goglichidze (89' Sambia), Ismajili, Viti; Gyasi, Grassi (76' Kovalenko), Anjorin (46' Henderson), Pezzella; Esposito, Fazzini (82' Konate); Solbakken (46' Colombo). All. D'Aversa.

Arbitro: Rapuano di Rimini; assistenti Meli-Alassio, quarto ufficiale Fourneau; Var Marini-Guida

Marcatori: 7' Adli, 25' Mandragora, 57' Fazzini

Note: ammoniti 15' Beltran, 20' Anjorin, 53' Henderson, 55' Ranieri, 78' Mandragora; angoli 6-1 Empoli; spettatori 20.547

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