Appalti delle pulizie dei treni: domani sciopero e presidio regionale a Firenze

Lunedì 24 settembre sindacati e lavoratori in via Cavour davanti alla Prefettura dalle 10 alle 12. Agenzia per la sicurezza Ferroviaria, oltre 60 posti di lavoro a rischio. Un’agitazione di protesta contro il mancato rinnovo degli ammortizzatori sociali, che mette a rischio 50 esuberi in Toscana. Panificio Toscano: tutti assunti dal 1 ottobre. L’azienda mantiene l’impegno e assume i soci lavoratori della Cooperativa Giano. Accoglierà la richiesta di CGIL e UIL per l’unificazione del contratto nazionale di lavoro. Crisi CFT, Panzieri, Segretario Generale Uiltrasporti Toscana: "Ci impegneremo per individuare garanzie occupazionali, ma non accetteremo che le responsabilità ricadano sui lavoratori". Filt Cgil: “Chiediamo chiarezza sul futuro. Serve discontinuità alla guida della cooperativa. Proporremo di aprire lo stato di agitazione”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 settembre 2018 21:41
Appalti delle pulizie dei treni: domani sciopero e presidio regionale a Firenze

Firenze, 23-9-2018- Le segreterie nazionali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Fast e Ugl hanno proclamato la seconda azione di sciopero, per l’intera giornata di domani lunedì 24 settembre 2018, per i lavoratori degli appalti pulizie ferroviari a seguito del mancato rinnovo degli ammortizzatori sociali secondo quanto definito dal D.L. 148/15. Tutto questo avviene in uno scenario dove le aziende del gruppo F.S., che ad oggi non hanno mai dichiarato diminuzioni di lavoro, sviluppano gare che vengono affidate con ribassi, cambi delle imprese affidatarie, frammentazione in lotti sempre più piccoli che rendono difficile il mantenimento del livello occupazionale e mancate applicazioni delle clausole sociali.

I posti di lavoro a rischio in Italia sono circa 2.000 su una platea di circa 10,000 occupati a livello nazionale. Anche in Toscana potrebbero esserci ricadute occupazionali in quanto avremo decine di lavoratori in esubero (quasi 50 su un totale di 700 lavoratori circa). Tutto questo avviene in uno scenario che da circa quattro anni avrebbe dovuto vedere un aumento del numero dei lavoratori grazie all’assegnazione del nuovo servizio di pulizia a bordo treno, che invece, a causa di gare assegnate con ribassi, ha prodotto ad oggi precariato e in futuro produrrà esuberi. E in occasione dello sciopero di domani lunedì 24 settembre, i sindacati toscani Filt Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti, Fast e Ugl hanno organizzato un presidio coi lavoratori dalle 10 alle 12 in via Cavour a Firenze davanti alla Prefettura.

L’Agenzia Nazionale per la Sicurezza ferroviaria con sede a Firenze sarà cancellata per far posto a una nuova Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali con sede a Roma. E' quanto scritto nella bozza di decreto-legge, “Disposizioni urgenti per la città di Genova, per la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, per il lavoro e per le altre emergenze”, che, al Capo II dell'articolo 10 stabilisce che: “ l'Agenzia Nazionale per la sicurezza delle ferrovie di cui all' articolo 4 del decreto legislativo 10 agosto 2007 n.

162 è soppressa e l’esercizio delle relative funzioni è attribuito all'ANSFISA, che succede a titolo universale in tutti i rapporti attivi e passivi al predetto ente e acquisisce le relative risorse umane, strumentali e finanziarie ”. E' quanto denunciato dal deputato fiorentino Gabriele Toccafondi che ha deciso di presentare immediatamente una interrogazione al Governo con tre specifiche domande: -“Se corrisponda al vero l’istituzione di una nuova agenzia per la sicurezza con la conseguente soppressione dell’ANSF”; “Di conoscere quali possano essere le motivazioni di tale decisione”; “Come si intenda rispondere alle ovvie preoccupazioni dei lavoratori dell’ANSF di Firenze”. Il parlamentare di Civica Popolare nel testo inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e al Ministero dell’Economia e delle Finanze, si chiede “quale sia la logica nel sopprimere un’agenzia per la sicurezza ferroviaria che nel corso degli anni ha raggiunto una professionalità ed una competenza che tuttalpiù andrebbero potenziati, e nell’istituire una nuova agenzia che parta da zero e che, inoltre, accorpi al controllo della sicurezza ferroviaria anche quella stradale ed autostradale”. “La questione è molto delicata – spiega Toccafondi – sia perché mette a rischio circa 60 posti di lavoro fra impiegati e tecnici, sia perché impoverisce Firenze di una funzione strategica rilevante.

Ma soprattutto perché svuota un bacino di professionalità e competenze che si sono costruite e affinate negli anni in uno dei settori più delicati del nostri trasporto pubblico quale il trasporto su ferro delle persone e delle merci”. “Infatti l'Agenzia di Firenze - sottolinea Toccafondi - non solo è competente a rilasciare i certificati di sicurezza alle imprese di trasporto, a compiere verifiche e certificazione sul materiale rotabile ma ha anche anche il compito di vigilare e controllare l’infrastruttura ferroviaria di Rfi.

Quindi l’ Agenzia ha anche il ruolo di “regolatore “ del sistema ferroviario in quanto soggetto non solo deputato ai controlli, ma anche incaricato della stesura dei regolamenti dovuti, a innovazioni tecnologiche e a cambiamenti generali delle condizioni del sistema di trasporto in ambito Europeo”. “Il rischio è che questo patrimonio di competenze vada disperso in un nuovo e elefantiaco baraccone pubblico romano con la conseguenza di non garantire più la vigilanza sulle imprese ferroviarie, in particolare nel campo della manutenzione delle infrastrutture e del materiale rotabile, così da abbassare i livelli dei controlli e quindi della sicurezza” conclude Toccafondi.

Come annunciato poco più un mese fa l’azienda Panificio Toscano ha attivato la procedura prevista dall’art. 47 della L.428/1990 ed è pronta ad assumere direttamente tutti i soci lavoratori della Cooperativa Giano, nessuno escluso. Al momento si tratta di 120 unità. Al tempo stesso accoglie la richiesta di CGIL e UIL per l’unificazione del CCNL da applicare in base al settore merceologico di appartenenza del Panificio. Si avvia così a soluzione in tempi strettissimi una vicenda che ha segnato una svolta nelle relazioni industriali e nella gestione del personale per la nostra azienda e non solo.

Infatti pur avendo verificato che la ditta appaltatrice, Cooperativa Giano, effettuava con regolarità il pagamento delle retribuzioni e dei contributi previdenziali e assicurativi il Panificio ha deciso di superare questo modello di esternalizzazione ritenendolo non adeguato alle esigenze dell’azienda stessa. Avviata la procedura di risoluzione del contratto di appalto l’azienda ha rapidamente svolto tutte le attività necessaria affinché fosse assunta la gestione diretta della produzione.Il Panificio Toscano si augura che cessino immediatamente le strumentalizzazioni che hanno accompagnato questa vicenda, ma nel caso continui la diffusione di notizie false e danneggiamenti diretti e indiretti alla produzione, quali manifestazioni di illecito ostruzionismo, si riserva di agire per la tutela dei propri diritti nelle sedi ritenute opportune.

"Le notizie comparse sulla stampa in merito alla situazione di CFT non giungono improvvise, infatti la situazione che si è venuta a determinare nella cooperativa ha origini lontane ed ha trovato nell’accordo relativo allo stato di crisi un primo punto di svolta che si sta rivelando, purtroppo, insufficiente -interviene Michele Panzieri, Segretario Generale Uiltrasporti Toscana- È ora indispensabile che si apra un nuovo confronto che superi le vecchie logiche gestionali, fatte anche di tanti piccoli regni dove in troppi si sono sentiti in diritto di comandare, che hanno dato continuità anche a molti errori allontanando CFT da un’efficienza gestionale a cui nessuna cooperativa o società può permettersi oggi di rinunciare in un mercato sempre più competitivo che vede in difficoltà anche la grande distribuzione. Fermo restando che la dirigenza CFT continuerà ad essere scelta dal corpo sociale, che prima di qualsiasi ulteriore passo vogliamo che siano chiariti tutti i reali motivi che hanno determinato questa situazione, il nostro impegno sarà esclusivamente quello di individuare garanzie occupazionali in un orizzonte temporale ampio e con una dirigenza che dovrà essere in grado di affrontare le future sfide, alcune delle quali già attuali, che potrebbero arrivare dalla robotizzazione e dall’e-commerce. Sicuramente non accetteremo di scaricare sui lavoratori anni di errori che non possono certamente essere attribuiti a loro! Quanto sopra senza però lasciarsi guidare dalla rabbia o dagli “scienziati” che in questi momenti arrivano sempre a propinare facili soluzioni, perché con passi avventati una situazione assolutamente grave come quella di CFT può trasformarsi rapidamente in una situazione tragica".

"Ormai da svariati giorni sui mezzi di informazione leggiamo notizie in merito a CFT e a Piani Industriali o di ristrutturazione che si dovrebbero realizzare al più presto. Ci piace rammentare che i soci di CFT il 3 marzo 2017 hanno votato lo stato di crisi della cooperativa e che l’8 marzo 2017 abbiamo sottoscritto unitariamente un accordo sindacale sul nuovo modello organizzativo della gestione dei magazzini. Non basta questo per recuperare il deficit della cooperativa e rilanciarne l’attività? Non basta il piano di dismissione degli immobili, annunciato dai vertici nel 2017, come soluzione per risanare i deficit di bilancio? -si legge in un documento della Segreteria Filt Cgil Area Metropolitana Firenze - Prato - Pistoia- Si faccia chiarezza subito.

Alla CFT serve un piano industriale vero, che tolga i lavoratori dall’incertezza di leggere il proprio futuro dai giornali. Su un punto si deve essere chiari: ci dovrà essere una forte discontinuità nella guida della cooperativa a partire dal CDA, proprio per l’attuazione del nuovo Piano Industriale. Le colpe di questo stato di crisi, che coinvolge 2500 famiglie, non sono da attribuire soltanto ad i vertici della CFT, ma anche al sistema della Grande Distribuzione, che ha negli ultimi anni operato tariffe sempre più basse, senza adeguarle, in alcuni casi, agli aumenti del Contratto nazionale della Logistica. Non possiamo permettere che una storica cooperativa che da più di 40 anni ha garantito non solo la corretta applicazione del contratto nazionale, ma che ha anche condiviso la necessità che il settore si dotasse di uno strumento di regolazione e di legalità del sistema, oggi venga travolta dall’operato del suo gruppo dirigente e stretta dal mercato della GDO, lasciando spazi aperti a soggetti economicamente più vantaggiosi per le committenti che però rischiano di inquinare ulteriormente il sistema logistico toscano. Proporremo gli altri sindacati di aprire lo stato di agitazione del personale a sostegno del urgenza di un Piano Industriale vero. Chiediamo, con fermezza, a Legacoop toscana, al sistema della GDO, alle istituzioni di non sottovalutare la situazione e di essere parte attiva per le sorti dei 2500 soci di CFT, al fine di mantenere legalità e buona occupazione nel settore".

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