L'anti-pragmatismo di Pioli

Sono stati riscontrati dei problemi nello svolgersi della partita contro il Napoli e quasi tutti provenienti dall’approccio al sistema di gioco.

17 settembre 2018 12:29
L'anti-pragmatismo di Pioli

Già dall’inizio della stagione potevamo dire che la Fiorentina 2018-19 giocasse con un 4-2-3-1 mascherato. Questo mostra l’abbonante duttilità che ogni singolo mette a disposizione della squadra, ponendosene davanti solo il bene. Perché riesca, i meccanismi devono funzionare e i calciatori devono apprendere nei minimi dettagli tutto quello che è utile per le sue funzioni. Ma sabato, ciò che ha garantito una grigia azione, non lo troviamo tra i secondi. I ragazzi hanno interpretato alla lettera qualunque movimento o schema; eppure sembrava sempre mancare qualcosa: potremmo dire che fossero “inceppati” sia nelle movenze sia nell’interpretazione.

Sousa aveva avuto delle idee, non tutte da bocciare, però poi il dinamismo continuo sembrava staticità. La variante della linea difensiva, cioè la trasformazione da 3 a 4 difensori, l’ha, sfortunatamente o no, imposta lui e Pioli ci sta costruendo attorno le sue rivincite. Basta osservare le circostanze dove venivano esaltati i limiti delle tecniche del sistema, durante la scorsa stagione e sabato, perché risulti facile comprendere che Stefano abbia evoluto il vecchio modulo “sousiano”: compattezza, aggressività, trequartista “ombra”, fisicità sono soltanto alcune tracce.

Cosa ha sbagliato Stefano Pioli? A non voler leggere la partita, visto e constatato che le partite vengono plasmate dai momenti. Sarebbe bastato evitare di lasciare troppo alto Benassi. Sempre in forse, sarebbe bastato instaurare una mediana a 3 fissa con un trequartista (Eysseric visto com’era ispirato (inoltre avrebbe pure corso meno)) dietro 2 punte; sarebbe bastato tenere un baricentro basso attraverso cui compattare i reparti fra loro e allargare la nostra retroguardia fissa a 4, eliminando così quegli inserimenti laterali dopo verticalizzazione dal limite tipici del Napoli (Callejon alle spalle di Biraghi esempio). Infine sarebbe bastato un po’ di pragmatismo, la caratteristica che ancora manca all’allenatore e alla squadra.

Bisogna praticare la nostra conoscenza senza che lei ci stoppi. Se no bisogna lascarla per credere davvero nei nostri mezzi.

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