Analisi post-gara. Fiorentina: mancanza d’ordine

Oggi alle ore 15 è stata giocata Lazio-Fiorentina coi biancocelesti vincenti 1-0. La dura regola del calcio, dove basta segnare una rete in più del proprio avversario per ottenere 3 punti, ha trovato durante questa partita la sua attuazione

07 ottobre 2018 19:10
Analisi post-gara. Fiorentina: mancanza d’ordine
Immagine concessa da violachannel.tv

Ambedue le squadre sono partite col loro classico modulo 3-5-2 la Lazio, 4-3-3 (variabile) la Fiorentina. Ancora una volta Pioli non fa a meno del solito 11 e mostra una qualche continuità anche delle aggiunte tecnico-tattiche provenienti dall’ultima esperienza casalinga contro l’Atalanta: Chiesa varia su tutta la trequarti e, quando inizialmente la Lazio preme molto, il 4-3-3 abbastanza stabile che ha dato ordine ai viola domenica scorsa.

Dopo di che permangono i medesimi invariati movimenti: 4-2-3-1 o 4-4-1-1 nel non-possesso, interpretato maluccio perché la linea mediana non serra bene con la difesa; le ali offensive tornano poco; 3-2-5 durante possesso: Chiesa e Biraghi larghi, Pjaca e Benassi trequartisti dietro Simeone, unica punta, e Gerson primo dei centrocampisti a fare da appoggio alla manovra, Veretout basso davanti ai centrali difensivi.

Inoltre, certe volte, Chiesa si improvvisa persino terzino fluidificante di un passeggero 5-3-2: stopper del giocatore avversario più pericoloso da inserimento laterale-centro.

Sulle affermazioni di sabato Pjaca, rimproverato “cordialmente”, oggi ha dimostrato che i 90 minuti non sono nelle sue gambe purtroppo. Ne è un esperimento anche quel fattore che per un momento lo ha voluto mezz’ala/mediano, perché Benassi-Gerson si alzavano assieme pressando l’inizio azione laziale. Invece Chiesa ha dimostrato di avere limiti fisici perché sì, le giocate le ha fatte, ma aiutava meno la difesa comprendo poco la fascia. Poi che il nostro terzetto arretrato sia in fiducia non esistono dubbi, comunque resta che muoverlo come se fosse un corpo estraneo, lasciandolo solo, non dia frutti positivi: ogni cosa ha un limite.

Tuttavia, terminato il primo tempo, Pioli reagisce, ma senza riuscire nella pratica a compiere nulla. Infatti la seconda metà sembra più una ricerca dell’ordine che altro: 4-2-3-1 stabile nel quale i ruoli esistono e sono precisi. Eppure essenzialmente non dà frutti. Gerson scompare dal campo, Eysseric subentratogli non incide, Sottil non ha avuto il tempo dalla sua, Simeone stagna nel pessimismo, Pjaca già esposto, Fernandes non fa la differenza e Benassi totalmente fuori fase. La Lazio a differenza dell’Atalanta si è chiusa tralasciando pochi spazi.

Questo dice che allenatore e calciatori viola non siano cresciuti. Gli istinti hanno preso il sopravvento e ci siamo allungati, lasciati trascinare e adagiato la concentrazione. Ecco il motivo per cui Immobile era libero sul secondo palo. Inoltre Pioli che parla di “interpretare” qualsiasi situazione così si contraddice. Parrebbe che voglia trattare ogni match come quello precedente: tutto varia.

La Fiorentina possiede una rosa completa, in grado di poter cambiare faccia. Nemmeno la Juventus può farlo. Perciò la variazione dei ruoli (o la loro inesistenza) non deve essere rinchiusa dentro un meccanismo adesso minacciato, ma aggiungere qualcosa.

I ragazzi scendono in campo. Il gestore controlla la partita.

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