Cartelli per indicare gli Alberi monumentali di Firenze

Mozione approvata dal Consiglio comunale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 febbraio 2023 10:48
Cartelli per indicare gli Alberi monumentali di Firenze

“Gli alberi monumentali sono una parte importante del nostro paesaggio e della nostra storia: esistono norme per riconoscerli, così come attesta anche la Rete Civica del nostro Comune, anche se il quadro conoscitivo è fermo a una situazione attestata dalla Regione Toscana nel 2008.

La Giunta – spiegano il consigliere del PD Leonardo Calistri ed il consigliere di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi – aveva dato notizia di come ci fossero circa cento candidature di nuove piante da riconoscere come “giganti verdi”, come memoria viva del nostro territorio.Il Consiglio comunale ha dato il via libera, nella seduta di ieri, a una mozione approfondita dalla Commissione 6 a fine dicembre 2020, sulla base di un testo proposto dal gruppo consiliare di Sinistra Progetto Comune e fatto proprio dagli altri gruppi, a partire dal lavoro di sintesi portato avanti con il Partito Democratico.Chiediamo di predisporre presso le sei alberature monumentali già censite del nostro comune dei cartelli informativi, che segnalino e informino la cittadinanza della loro esistenza e del loro significato.Inoltre – concludono Calistri e Palagi – chiediamo di verificare la possibilità di introdurre criteri di manutenzione e di potatura degli alberi monumentali che tengano conto della particolarità degli interventi necessari, prendendo in considerazione l’azione di tree climbing.Un atto attento al territorio, all’ambiente e alla nostra storia”.

Per capire meglio la questione, vediamo la descrizione di alcune piante monumentali che si trovano nell'Orto Botanico gestito dal l'Università di Firenze. 

"Sono 5  - si legge - gli alberi monumentali che rispondono alle caratteristiche della Legge Regionale Toscana sulla tutela e valorizzazione degli alberi monumentali. Ne fanno parte l’albero più antico dell’Orto, il tasso piantato da Pier Antonio Micheli nel 1720, la sughera piantata nel 1885, il tassodio messicano e due zelkove.

Taxodium mucronatum Ten. (Taxodiaceae): il tassodio messicano è stato seminato nel 1884, è alto 21 m, ha una circonferenza del tronco di più di 6m misurata a un’altezza di 130 cm, l’area di insidenza della chioma è circa 110m2. Alla base del tronco si possono notare gli pneumatofori letteralmente “portatori di aria”, radici che si formano come risposta adattativa all’ambiente paludoso nel quale vivono le piante: si tratta di protuberanze ricche di spazi aeriferi che garantiscono il trasposto di aria alle parti sommerse.

Zelkova crenata Spach. (Ulmaceae) è stata introdotta nel 1820. Ha 22,5 m di altezza, 590 circonferenza in cm a 130 cm di altezza. L’esemplare è maestoso pur avendo subito una forte capitozzatura che ha ridotto la chioma un tempo molto più ampia. I tagli sono stati necessari per un attacco di grafiosi. L’area di insidenza della chioma è circa 60 m2.

Zelkova serrata (Thunb.) Mak. (Ulmaceae): l’olmo giapponese è stato piantato nel 1887; ha 26 m di altezza, 397 circonferenza in cm a 130 cm di altezza. L’area di insidenza della chioma è circa 700 m2, la chioma più ampia di tutti gli alberi dell’Orto botanico.

Taxus baccata L. (Taxaceae): il tasso è l’albero più antico del giardino. Fu seminato nel 1720 da Pier Antonio Micheli (1718-1737) uno dei più importanti direttori dell’Orto botanico di Firenze. Ha 18 m di altezza, 380 circonferenza in cm a 130 cm di altezza, l’area di insidenza della chioma è circa 180 m2. Il tasso è una pianta dioica: ha strutture riproduttive maschili e femminili su individui separati; questo esemplare è maschile.

Quercus suber L. (Fagaceae): la sughera, quercia sempreverde, fu introdotta nel 1805 da Ottaviano Targioni-Tozzetti allora direttore del giardino. In realtà in quegli anni le sughere che vivevano nel Giardino erano due, ma essendo state piantate troppo vicine un esemplare non sopravvisse. L’esemplare ha 30 m di altezza, 427 circonferenza in cm a 130 cm di altezza; l’esemplare non è mai stato decorticato per ricavarne il sughero e, potendo crescere in uno spazio adeguato, ha potuto raggiungere le eccezionali dimensioni di oggi, con una chioma di 430 m2".

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