"Agriturismi, lo stop alle 18 equivale a chiudere le attività"

Dpcm: interviene Cia Siena. Conto salato anche per le aziende agricole e vitivinicole che hanno ristoranti e bar come sbocco commerciale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 ottobre 2020 11:53

Lo stop alle 18 per la ristorazione, come previsto dall’ultimo Dpcm, è un duro colpo per gli agriturismi, che hanno nella cena il momento di maggiore affluenza di clienti esterni. Ma è un duro colpo - sottolinea la Cia Agricoltori Italiani di Siena – anche per le aziende agricole senesi, per tutte quelle che riforniscono quotidianamente ristoranti, bar e locali del territorio, con vino, olio, carni, carni, formaggi, ortofrutta e gli altri prodotti di qualità. E’ necessario – secondo la Cia Siena - prevedere un ristoro economico anche per questo settore. Lo stop con il Dpcm dei giorni scorsi, per centinaia di strutture agrituristiche senesi equivale alla chiusura delle attività, visto che non potranno sostenere i costi di apertura con i soli proventi del pranzo, i cui introiti nei giorni feriali hanno incidenza molto ridotta rispetto a quelli determinati dalla fascia oraria 18-21.

«Gli agriturismi del nostro territorio sono pesantemente colpiti – sottolinea il presidente di Cia Siena, Valentino Berni –, ma ad essere danneggiato è l’intero sistema agroalimentare, le aziende agricole che forniscono prodotti alimentari ai ristoranti e canali Horeca, a causa di quanto deciso con l’ultimo Dpcm. Per questo è necessario che il ristoro economico che interesserà i ristoranti costretti alla chiusura, interessi anche le aziende agricole che quella ristorazione la riforniscono quotidianamente, e che da oggi non avranno più questa entrata economica principale».

Insieme all’associazione Turismo Verde, chiederemo al governo, nel prossimo decreto, di indennizzare immediatamente (senza le lunghe attese del precedente lockdown) le categorie penalizzate da questi DPCM come gli agriturismi, ma anche aziende agricole, vitivinicole e tutte quelle che riforniscono la ristorazione, specificando anche i nostri codici ateco, con alcune misure come: contributi a fondo perduto, esonero dei versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro, cassa integrazione per i propri dipendenti, sospensione versamenti IVA previsti per il 16 novembre prossimo, sospensione mutui.

La misura del Governo non tiene, inoltre, in nessun conto delle garanzie di distanziamento sociale offerte dagli spazi in piena campagna e metterà definitivamente in crisi un settore che era faticosamente in ripresa dopo mesi di lockdown, con un danno fin qui stimato da Cia Agricoltori Italiani in 600 milioni a livello nazionale. Se a queste ingenti perdite di quote di mercato si aggiungeranno i prevedibili effetti delle nuove misure restrittive, assisteremo, dunque, a un’ecatombe di fallimenti con ricadute disastrose per i 100mila addetti del settore in tutta Italia e migliaia in provincia di Siena.

Il nuovo Dpcm, insomma, avrà anche un impatto fortemente negativo per tutte le aziende agricole che hanno come unico sbocco commerciale il canale dell’Horeca – oltre ai ristoranti, anche i bar, mense, hotel - e che pagheranno un conto salato per la contrazione delle forniture di cibo fresco a tutto il comparto dell’agroalimentare “fuori casa”, in un Paese in cui circa un terzo dei consumi viene realizzato lontano dalle mura domestiche. 

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