Acqua in Toscana: tariffa alta e tubi vecchi, quale futuro?

Un miliardo gli investimenti nel settore idrico previsti al 2019

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 ottobre 2017 12:01
Acqua in Toscana: tariffa alta e tubi vecchi, quale futuro?

 L’86% dei cittadini toscani sarebbe soddisfatto del servizio, questo nonostante la tariffa idrica toscana sia fra le più alte d’Italia, circa 328 euro a famiglia e la rete sia vecchia con una quantità di perdite del 37%.  Non è un caso che il 45% dei futuri investimenti, in tutto un miliardo di euro nel 2019, sarà destinato alla sostituzione delle condotte.

Non è tutto, alcune concessioni sono in scadenza, come ad esempio Publiacqua datata 2021.Sulla base dei dati forniti dall'Autorità Idrica Toscana gli investimenti sembrano essere il fulcro della discussione sul futuro del servizio, alla luce però di quei cambiamenti climatici che mettono in difficoltà il sistema in caso di eventi climatici estremi come sono stati alluvioni e siccità.

“La Toscana del servizio idrico integrato fotografata dall’Autorità Idrica regionale nella sua relazione annuale si conferma all’avanguardia nel settore a livello nazionale: investe 57 euro annui ad abitante contro i 27 della media nazionale, ha in programma ancora quasi 1 miliardo di euro di investimenti al 2019 e riceve un ampio gradimento da parte dei consumatori dato che l’analisi di customer satisfaction ci dice che l’86% dei cittadini toscani è soddisfatto del servizio nel suo complesso.

Dati che riflettono anche la bontà della scelta di dotare la Toscana di un’Autorità Idrica unica a livello regionale, operata ormai molti anni fa e seguita poi da altre regioni" così Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana, interviene in merito alla relazione annuale sul servizio idrico integrato in Toscana presentata da AIT a Firenze.

“La relazione di AIT – prosegue De Girolamo – mostra un servizio idrico toscano come eccellenza nazionale, sia come regolazione che come gestione. Il dato sugli investimenti è certamente quello più significativo, pur investendo ancora quasi la metà di quanto dovremmo fare secondo il benchmark italiano ed europeo (80/100 euro ad abitante l’anno). Il 45% dei futuri investimenti sarà destinato alla sostituzione delle condotte per ridurre le perdite di rete, il cui valore è ancora elevato (37%) anche se in costante diminuzione.

Gestiamo una rete vecchia (il 45% dei tubi ha più di 50 anni) e non abbiamo fatto investimenti negli ultimi 2 decenni del secolo scorso, motivo per cui abbiamo una rete più vecchia della media nazionale, mentre gli investimenti in fase di acquedotto, il 50% del totale, ha permesso alla Toscana di raggiungere risultati importanti nel settore fognatura e depurazione, servizio ormai esteso in tutte le aree ad un tasso compreso fra il 76% e il 95%”.

I dati AIT confermano la tariffa idrica toscana fra le più alte d’Italia, circa 328 euro a famiglia.Ma questo sarebbe giustificato per il Presidente dell’Associazione: “Ingente mole di investimenti e qualità dei servizi, oltre che una specifica caratteristica territoriale della Toscana (34.000 km di rete idrica, 15.000 di condotte fognarie e 1200 impianti di depurazione), ecco perché si paga di più in Italia, pur rimanendo la nostra tariffa molto più bassa rispetto alle medie europee (circa 500 euro a famiglia), e che non consente ancora di fare tutti gli investimenti.

Il confronto con la media italiana appare insensato, visto che in molte aree del Paese le condizioni di servizio sono molto arretrate, specie nel settore fognatura e depurazione. All’aumento della tariffa ha comunque fatto seguito negli ultimi anni un crescente utilizzo dei bonus e delle agevolazioni tariffarie, con una spesa di oltre 5 milioni di euro nel 2016 e 28.000 utenti assistiti”.

In Toscana il servizio idrico funziona? “Alcune concessioni, a partire da quella di Publiacqua nel 2021, sono in scadenza, e ciò sollecita l’avvio di in confronto fra gli enti locali toscani già a partire dal 2018. Inoltre i temi dei cambiamenti climatici e delle emergenze idriche sono entrati prepotentemente nell’agenda del regolatore idrico e dei gestori, con AIT che ha redatto nel 2016 il Piano operativo di emergenza per la crisi idropotabile, che ha prodotto i primi risultati già in questo arido 2017.

Quello dell’acqua – conclude De Girolamo – è un settore in cui, grazie ad un policy chiara e coraggiosa della Regione avviata anni fa, si è ottenuto una buona gestione. Un mix originale e positivo di politica pubblica ambientale e politica industriale, che ha consentito di raggiungere i target europei e di attivare una mole di investimenti enorme, anche durante gli anni bui della crisi economica. Su questa base è possibile iniziare a discutere del futuro e affrontare le nuove sfide utili a garantire sempre alla Toscana un servizio idrico di qualità”.

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