La Regione Toscana impugna davanti al Presidente della Repubblica il Decreto Interministeriale sul dimensionamento scolastico, che impone 16 accorpamenti per l’anno 2026/2027.
Il ricorso straordinario contro il decreto 124/2025, presentato lunedì scorso, è stato illustrato stamani dal presidente Eugenio Giani nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Strozzi Sacrati. “L’atto del governo – ha spiegato - si basa su proiezioni del Ministero che non corrispondono alla realtà dei fatti e non danno seguito ai precedenti provvedimenti dell’esecutivo in materia, come la Legge di bilancio 2023 contenente la disciplina di riforma dell’organizzazione scolastica, che riconoscevano la necessità di procedere a un dimensionamento della rete facendo riferimento alla popolazione scolastica effettiva”.L’impugnazione della Toscana ruota infatti attorno a un elemento principale: “Una sottostima di ben 8mila studenti rispetto alle iscrizioni reali comunicate dall’Ufficio scolastico regionale, che rende errata ed inadeguata la definizione della rete imposta dal Ministero”, ha fatto notare Giani..
Il decreto, che porta a ridurre da 466 a 450 gli istituti scolastici (che imporrebbero quindi 4 accorpamenti a Lucca, 3 a Massa Carrara, 3 a Pistoia, 2 a Firenze, 2 a Grosseto, 2 a Siena), calcola una popolazione di 428.679 studenti, ma i dati dell’USR della Toscana aggiornati a maggio scorso, parlano di 436.671 alunni iscritti.“Abbiamo deciso con profondo senso delle istituzioni di dare seguito alle diffide giunte in queste settimane dal Ministero ma questo non significa che rinunciamo a far valere le nostre ragioni contro un atto illogico e contraddittorio, che non tutela esigenze, specificità e identità dei territori”, ha sottolineato il presidente, che lancia un duplice appello con l’obiettivo di sostenere la posizione della Toscana.
Il primo rivolto alla Province, chiamate a indicare entro il 18 novembre le scuole che dovrebbero essere accorpate, “affinché seguano quanto deciso dalla Città Metropolitana di Firenze, che affiancherà la Regione ad adiuvandum nell’iter del ricorso”. Il secondo diretto ai parlamentari toscani di tutti gli schieramenti politici per invitarli a “presentare, in vista della prossima legge di bilancio, emendamenti in grado di eliminare una corsa alla riduzione del numero degli istituti scolastici che procura disagio al territorio e dimostra di non investire sulla scuola”.
AFFIANCAMENTO - Il Consiglio della Città Metropolitano ha approvato un atto di indirizzo, illustrato dalla consigliera delegata alla Rete scolastica Beatrice Barbieri, in ordine agli accorpamenti scolastici, col quale l'assemblea di Palazzo Medici Riccardi ha deciso di
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affiancare la Regione Toscana nella contestazione davanti al Capo dello Stato del Decreto Interministeriale n.124 del 30 giugno 2025 sul dimensionamento scolastico, supportandone la difesa mediante un autonomo intervento ad adiuvandum in difesa degli interessi del territorio.Si manifesta forte preoccupazione per il rischio che i piani di dimensionamento si traducano, ancora una volta, in un'operazione finalizzata unicamente alla riduzione della spesa, con conseguente diminuzione delle risorse e inevitabile ricaduta negativa sulla qualità del servizio scolastico.Sebbene, ad oggi, non sembri prevista la soppressione di classi, ma piuttosto la perdita di posti di lavoro per dirigenti scolastici (Ds) e direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga), il provvedimento ministeriale non contribuisce a migliorare il sistema scolastico ma al contrario, rischia di impoverirlo, compromettendo il diritto allostudio, uno dei pilastri fondamentali della nostra Costituzione.Il Consiglio metropolitano ritiene che gli accorpamenti degli istituti non tutelano la comunità scolastica, la continuità educativa e la specificità dei progetti formativi, determinando invece la perdita di storia, identità e patrimoniopedagogico.
L'obiettivo di una riforma scolastica non dovrebbe essere il mero taglio di personale, ma piuttosto l'investimento sulle persone, il rafforzamento della continuità didattica e la valorizzazione dei progetti educativi e dei laboratori.Devono essere maggiormente considerati, nella definizionedelle linee di indirizzo per la programmazione della rete scolastica 2026-2027, parametri quali la popolazione studentesca metropolitana nella sua consistenza numerica totale e il rapporto tra quest'ultima e il numerocomplessivo delle istituzioni scolastiche presenti sul territorio.
In base ai dati ufficiali dell'organico di diritto,i dati resi noti dall'Ufficio Scolastico Regionale indicano che, pur registrandosi una lieve flessione rispetto all'anno scolastico 2024-2025, per l'anno scolastico 2025-2026 il numero complessivo degli alunni delle istituzioni del primo e secondo ciclo della Città Metropolitana - esclusi i due Cpia - risulta essere pari a 114.174, con una media di 1.097 alunni per istituzione scolastica.Il Consiglio della Città Metropolitana esprime la propria ferma contrarietà verso decisioni che non tengono in adeguata considerazione l'impegno profuso da tutte le amministrazioni del territorio per garantire un equilibrato e razionale dimensionamento della rete scolastica dando atto che in questo contesto la Città Metropolitana di Firenze ha già attuato una politica di dimensionamento virtuosa e che presenta unnumero di istituzioni scolastiche inferiore rispetto al parametro ministeriale.
Pertanto non dovrebbe essere ulteriormente penalizzata da accorpamenti che comprometterebbero la qualità del servizio e il radicamento dellescuole nei territori.La Città Metropolitana sostiene la Regione Toscana in questa battaglia di buon senso e di equità contro il Governo, a tutela del diritto allo studio, della qualità dell'istruzione e della dignità delle comunità educanti.Si chiede al Governo di ritirare o sospendere un provvedimento "profondamente iniquo che penalizza ulteriormente la scuola pubblica".
Questa misura, presentata come un intervento di razionalizzazione delle risorse, "si configura in realtà come l'ennesima dimostrazione di scarsa attenzione verso la scuola e la sua importanza sociale e pilastro di una continuità di crescita culturale e di democrazia".La Città Metropolitana continuerà il percorso di confronto e di ascolto con il territorio, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, tra cui i Comuni, gli istituti scolastici e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, al fine di condividere eventuali prospettive di riorganizzazione delle istituzioni scolastiche, garantendo tempi adeguati per la partecipazione e la condivisione delle decisioni.Hanno votato a favore Pd, Territori al centro (Francesco Casini di Iv-Casa Riformista), Territori beni comuni (Andrea Tagliaferri di Sinistra Italiana), Uniti per la città metropolitana (Diana Kapo di Avs).