La ''Terra Madre'' di Carlo Petrini

Un libro per raccontare la storia della rete di contadini che in tutto il mondo, dal Brasile all’Irlanda, dall’India al Messico, dal Madagascar al Burkina Faso, difende e tramanda l’alimentazione sostenibile.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 dicembre 2009 18:26
La ''Terra Madre'' di Carlo Petrini

Un libro per raccontare la storia della rete di contadini che in tutto il mondo, dal Brasile all’Irlanda, dall’India al Messico, dal Madagascar al Burkina Faso, difende e tramanda l’alimentazione sostenibile. È “Terra Madre. Come non farci mangiare dal cibo” di Carlo Petrini, presidente internazionale di Slow Food, che sarà presentato domani, mercoledì 2 dicembre, alle 18 nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. Alla presentazione del testo edito da Giunti e Slow Food saranno presenti l’autore, il sindaco Matteo Renzi, il vicedirettore de “La Repubblica”, Massimo Giannini, e il presidente di Giunti Editore, Sergio Giunti.

Nel sistema agro-alimentare industriale che domina il pianeta il cibo è diventato una merce come tutte le altre, il cui prezzo è stabilito da regole di mercato disumane, senza badare alla qualità e senza rispettare chi lo produce. In questo mondo di valori capovolti è il cibo che ci mangia: un cibo omologato, seriale, globale e poco naturale che inquina la terra causando gravissimi danni all’ambiente e alla natura, dalle campagne fino alle odierne megalopoli. Per non essere più mangiati dal cibo Carlo Petrini propone con "Terra Madre" un’alleanza tra chi produce il cibo e chi poi lo mette in tavola: tra tutti coloro che nel mondo riconoscono il grande valore politico, economico e culturale del cibo.

"Terra Madre" si batte per un rapporto vitale tra la terra e gli esseri che la abitano: è un nuovo soggetto politico, interconnesso e attivo ovunque per contrastare lo strapotere dell’agrobusiness internazionale. Per Petrini le comunità del cibo possono giocare un ruolo centrale nel creare un dialogo costruttivo tra chi produce e chi mangia, riequilibrare il rapporto tra l’uomo e la terra, ridare al cibo il giusto valore. L’invito dell’autore è quello di tornare a essere soggetti e a riconquistare la sovranità alimentare partendo dall’alleanza tra i produttori e i consumatori.

(fp)

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