Arriva il garante dei detenuti

La proposta di legge approvata con 33 voti a favore e 12 contrari, dopo un contrastato dibattito che ha registrato tra i primi interventi Monica Sgherri (Prc), Alessandro Antichi (Fi/Pdl), Fabio Roggiolani (Verdi)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 novembre 2009 11:23
Arriva il garante dei detenuti

E’ istituito il garante dei detenuti della Regione Toscana. La proposta di legge è passata oggi, mercoledì 11 novembre, nell’Aula del Consiglio regionale ed entrerà in vigore l'1 gennaio 2010. I voti a favore sono stati 33, 12 quelli contrari. I compiti principali del “Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale” (così si chiama ufficialmente) sono quelli di un’autorità terza, tra le istituzioni carcerarie ed i detenuti, che collaborerà a migliorare le condizioni di detenzione e contribuirà anche nell’opera di reinserimento. Esso si occuperà di tutti i detenuti presenti in Toscana negli istituti penitenziari, penali per minori e negli ospedali psichiatrici giudiziari oltre alle persone ospitate nei centri di identificazione ed espulsione, dei soggetti presenti nelle strutture dedicate al trattamento sanitario obbligatorio. Il garante dei detenuti svolgerà il proprio ruolo per assicurare alcuni diritti fondamentali: il diritto alla salute, il miglioramento della qualità della vita, l’istruzione e la formazione professionale, le prestazioni finalizzate al recupero rieducativo ed al reinserimento nel mondo del lavoro una volta scontata la pena. “I fatti di questi giorni, dal caso Ciucci a Roma ai numerosi suicidi in carcere, dimostrano come l’istituzione di figure di garanzia delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, siano fondamentali per la tutela dei diritti.

L’invivibilità del carcere – ha sottolineato il capogruppo di Prc, Monica Sgherri -, causata anche dal sovraffollamento, sta creando un allarme sociale enorme. Pensiamo al carcere di Sollicciano dove ad una capienza massima di 450 posti corrisponde la presenza di 900 detenuti”. “La nuova legge prevede la piena collaborazione di questa figura regionale con gli organismi statali preposti, occupandosi delle problematiche dei detenuti nel loro rapporto con il sistema carcerario –ha continuato la Sgherri-, in modo da rendere quest’ultimo più vivibile e tollerabile.

Il Consiglio e la Giunta regionale stipuleranno accordi e protocolli di intesa con le amministrazioni statali competenti. Al garante è riconosciuta un’indennità pari al 70% di quella di un consigliere regionale ed avrà un ufficio per lo svolgimento del lavoro”. Per il portavoce dell’opposizione, Alessandro Antichi (Fi/Pdl), l’importanza della nuova legge sta tutta nel trattamento economico del garante per i detenuti. Per lui potrebbe servire a garantire un posto ad un ex consigliere che alle prossime elezioni non verrà rieletto.

“La garanzia dei detenuti è importante –ha detto Antichi- ma non si ottiene con proposte così demagogiche”. La proposta di Antichi: togliere il costo ed imputare al Difensore Civico le competenze del nuovo garante. Il consigliere Fabio Roggiolani (Verdi) è intervenuto a nome di tutti i colleghi di ‘Sinistra ecologista e libertà’, ricordando che aveva sollevato fin dal 2002 il problema dell’emergenza in carcere. “Antichi che è un difensore dei diritti umani, come ha fatto per il Tibet, adesso non può fare queste immotivate allusioni.

Perché allora non tagliare i posti del Corecom dove siedono i rappresentanti del Pdl, quei costi non lo turbano? Perché se la prende con uno strumento che vuole dare qualche diritto ai morti di fame? Sarebbe stato più corretto un emendamento per discutere di ridurre l’indennità, senza dire che questa figura è strumentale. Il garante dei detenuti è utile perché è in grado di migliorare, come autorità terza, i rapporti dentro il carcere. Partendo anche dalle piccole cose”. A proposito Roggiolani ha ricordato un caso penoso, di un ritardo di un certificato, che ha portato al suicidio una detenuta nel carcere di Arezzo alla quale avevano tolto il suo bambino che avrebbe potuto riavere se gli atti fossero stati fatti in tempo. “Per chiarezza –ha concluso Roggiolani - per essere nominato garante la legge prevede requisiti professionali e titoli che non permetto a nessun consigliere regionale di partecipare all’incarico”.

(gdi) Gli interventi dei consiglieri Severino Saccardi (Pd), Roberto Benedetti (An-Pdl), Marcella Amadio (An-Pdl), Daniela Belliti (Pd), Giuseppe Del Carlo (Udc) e dell’assessore Gianni Salvadori Firenze – La “cultura dei diritti è un’accezione che riguarda tutti e quello che dobbiamo adottare è un atteggiamento politico e sociale responsabile”. Così il consigliere regionale Severino Saccardi (Pd) nel corso della discussione che ha preceduto l’approvazione della proposta di legge per l’istituzione del “Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale”. “Quella che ci troviamo ad affrontare oggi – ha continuato il consigliere – è una situazione pre-indulto.

La figura del Garante potrebbe portare ad un miglioramento della qualità della vita dei detenuti ma anche ad individuare reali percorsi di formazione e garantire il diritto alla salute”. Per Saccardi, la proposta di legge “porta a compimento un lungo percorso che tiene conto anche del personale impiegato nelle carceri”. Contrario all’istituzione del Garante, il capogruppo di Alleanza Nazionale Roberto Benedetti: “Siamo sempre stati contrari alla duplicazione delle funzioni e questa, di fatto, è una fotocopia di un istituto di tutela che già esiste”.

Il riferimento del consigliere era al Difensore regionale ritenuto più che idoneo a svolgere questa funzione magari prevedendo un “potenziamento” del personale interno. Da Benedetti anche la considerazione che una “duplicazione di funzioni porterebbe anche ad una duplicazione di spese”. Risorse che a detta del consigliere “potevano essere previste per la messa in campo di azioni di rilancio dell’economia di cui si è tanto discusso nel corso della seduta speciale dedicata alla crisi”. Breve e incisivo l’intervento della consigliera Marcella Amadio (An-Pdl): “I diritti dei detenuti non si tutelano attraverso un Garante”.

Dalla consigliera anche il rilievo sulle risorse previste nella proposta di legge: “In tempo di tagli ai costi della politica, il Garante dovrebbe percepire il 70 per cento dell’indennità spettante ai consiglieri regionali. È più che evidente – ha concluso – che l’incoerenza regna sovrana”. Dalla consigliera del Pd Daniela Belliti, una serie di numeri che “da soli dovrebbero rispondere alle critiche di inutilità sulla figura del Garante”. Le carceri toscane “sopportano un sovraffollamento che numericamente è pari a circa 300 detenuti.

Quasi 150 sono stati i decessi di cui 59 suicidi per lo più di giovani”. “È necessario – ha concluso Belliti - prevedere un’Autorità terza, con competenze specifiche, che si occupi della tutela di legittimi diritti”. Contrario alla proposta di legge anche il consigliere Udc Giuseppe Del Carlo, per il quale la figura del Garante “non è un’assicurazione. Non risolverà i problemi perché i suoi poteri sono di poco conto, inciderà pochissimo e il suo intervento non sarà risolutivo”.

Dal consigliere, un sì deciso al potenziamento della figura del Difensore civico regionale. Anche perché “per come è stato pensato il Garante dei detenuti, entrerà quasi in conflitto con l’Istituto di tutela non giurisdizionale”. E poi l’accento su “problemi reali: sorveglianza e verifica delle disfunzioni del sistema carcerario” per risolvere i quali, a detta del consigliere, occorrono “interventi più incisivi”. Secondo l’assessore Gianni Salvadori “occorre dare voce a chi non ha voce, siamo chiamati a dare tutele a tutti, e miglior vita per i detenuti significa anche miglior vita per le guardie carcerarie”.

L’assessore ha quindi chiuso il proprio intervento ricordando che la Regione sta lavorando per un protocollo sull’intero sistema carcerario e su tutte le attività collegate, come ad esempio sul rapporto tra le madri carcerate ed i bambini da zero a tre anni. Nelle dichiarazioni di voto sono intervenuti i consiglieri Alberto Magnolfi (Fi-Pdl) e Marco Cellai (An-Pdl), annunciando la loro contrarietà alla legge. “Siamo d’accordo ad aumentare le garanzie per il mondo carcerario – hanno sottolineato – ma non ad aumentare le figure dei garanti”.

(f.cio/ps)

Notizie correlate
In evidenza