A Palazzo Vecchio una delegazione di Pozzallo

Molte le iniziative che in questi giorni Firenze dedica a La Pira. Oggi coincide il 43mo anniversario dell'alluvione con la ricorrenza della morte dell'ex sindaco.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 novembre 2009 16:28
A Palazzo Vecchio una delegazione di Pozzallo

Sono molte le iniziative che in questi giorni Firenze dedica a La Pira. Oggi coincide il 43mo anniversario dell'alluvione con la ricorrenza della morte dell'ex sindaco, proprio a Firenze, il 5 novembre del 1977. E stamani la commssione pace ha ricevuto una delegazione di Pozzallo città natale di Giorgio la Pira guidata dal sindaco Attilio Sigona. Insieme al sindaco anche studenti, insegnanti e la presidente del centro Unesco di Firenze Maria Luisa Stringa. "A nome dell'amministrazione comunale - ha detto Susanna Agostini - accogliamo volentierei la delegazione di Pozzallo, città dove nel 1904 Giorgio La Pira nacque.

Dove ancora oggi molto personalità ed istituzioni mantengono vivo lo spirito e la memoria degli insegnamenti del professore che ha portato l'ideale della pace nel mondo intero". La commissione pace che ha accolto la delegazione di Pozzallo insieme alla presidente del centro Unesco di Firenze Maria Luisa Stringa, ha ricordato il recente sbarco dei circa 300 eritrei avvenuto nei giorni scorsi proprio a Pozzallo, il vicesindaco ha spiegato le condizioni di grave deficit nutrizionale in cui versano bimbi donne e uomini al momento dell'arrivo nelle città italiane.

Una terribile costrizione al digiuno obbligata per più di otto giorni. Lo scopo è quello di imporre l'accoglienza di essere umani allo stremo delle forze, persone da assistere immediatamente per non correre il rischio di vedersi tornare indietro i fuggiaschi. Tra gli altri argomenti trattati, il ruolo sovranazionale dei Sindaci a salvaguardia del benessere delle città e un approfondimento in merito ad frase che La Pira pronunciò in occasione dell'alluvione del 1966, dieci anni prima della sua scomparsa e che Susannaq Agostini ha ricordato: "E così si risorge, un mattone dopo l'altro, un mattone per ciascuno senza discriminazioni.

Firenze è un'isola, un esperimento nuovo, prezioso. Presto presto, tutto il mondo ora è Firenze, la Russia manda aerei carichi di aiuti, i parroci collaborano con i comunisti". (lb)

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