Via Circondaria/Viale Corsica: il diritto alla bellezza contro la TAV?

All’appello del nuovo sindaco in Consiglio comunale Idra risponde con una batteria di immagini da due vie pubbliche di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 luglio 2009 19:12
Via Circondaria/Viale Corsica: il diritto alla bellezza contro la TAV?

Ha rivendicato con forza e convinzione ieri davanti al Consiglio comunale, il nuovo sindaco di Firenze Matteo Renzi, il diritto alla bellezza per la ‘Città del fiore’. Un invito che ha fatto ricordare a tanti quelle parole pronunciate da Peppino Impastato nel film di Marco Tullio Giordana “I cento passi”, mentre osserva con disincanto dall’alto delle colline di Cinisi l’ennesima colata di cemento e asfalto a Punta Raisi per l’ampliamento dell'aeroporto. E allora Idra ha pensato di raccogliere in una piccola galleria del degrado gli scatti che chiunque potrebbe realizzare oggi nel giro di poche decine di metri fra viale Corsica e via Circondaria, due importanti strade pubbliche di Firenze, là dove – sfrattata la Centrale del Latte e una nota scuola media, la “Ottone Rosai”, messa a repentaglio un’altra grande scuola per l’infanzia e primaria, la “Gianni Rodari” - stanno prendendo avvio i preparativi del megacantiere per la luccicante stazione sotterranea TAV firmata da Norman Foster.

Là dove, oggi, si sta svolgendo – al riparo dagli sguardi indiscreti dei cittadini che abitano il territorio – il sopralluogo dei ‘tecnici’ (che il territorio non sempre lo conoscono...). Idra propone all’attenzione della città e del suo sindaco, che riceverà questo comunicato e la breve carrellata di immagini che lo accompagna, una riflessione su come si deteriorano spazi sempre più ampi della ‘Città del fiore’ quando arrivano a insediarsi le teste di ponte di un malinteso progresso, e crescono – con la perdita delle relazioni di buon vicinato fra le persone e l’ambiente, con lo scippo della memoria e dell’identità urbana - l’abbandono, l’incuria, il degrado.

Una piccola riflessione su ciò che è in grado di provocare la falsa modernità quando – nel trasformare il paesaggio urbano - si arroga il diritto di privare i cittadini dell’humus stesso della socialità.

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