Mugello e Valdipesa: produzione di mele a rischio per la ticchiolatura

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 aprile 2009 21:13
Mugello e Valdipesa: produzione di mele a rischio per la ticchiolatura

“La produzione di mele in Mugello e nell’area di San Casciano rischia di essere messa in crisi da possibili attacchi di ticchiolatura. Le condizioni climatiche degli ultimi giorni e soprattutto le piogge, infatti, sono ideali per lo svilupparsi dell’infezione fungina, che potrebbe essere già partita nella sua fase primaria”.
Simone Tofani, responsabile dell’Area tecnica della Cooperativa Agricola di Legnaia, richiama l’attenzione sul pericolo che sembra incombere sulla produzione di mele nei frutteti dell’area fiorentina, soprattutto in Mugello e nella Valdipesa, dove si producono molte varietà di mele, come Golden, Stark, Fuji, Stayman, Royal Gala e Mondial Gala, ma il problema può riguardare anche altre zone della Toscana, come Montopoli Valdarno.
“La ticchiolatura è forse la più grave affezione crittogamica del melo ed è in grado di causare danni rilevanti se non vengono attuate idonee misure di controllo.

Molto dipende dalla sensibilità al patogeno delle varietà della pianta e dalle condizioni climatiche, che sono i principali fattori da cui dipende l´incidenza e la gravità degli attacchi. Il responsabile è un fungo che vive esclusivamente allo stato parassitario e compie il suo ciclo di sviluppo alternando una forma sessuata (Venturia inaequalis) ad una asessuata (Spilocea pomi), per resistere al periodo invernale e diffondersi in primavera. Adesso i meli sono nella fase definita di “orecchiette di topo”, per la particolare conformazione delle coppie di foglioline in sviluppo e è proprio sul manto verde che il fungo porta i suoi primi attacchi per poi diffondersi al frutto.

Gli effetti possono essere la cascola, se l’infezione arriva in fase precoce, o accrescimento stentato e impatto visivo negativo del frutto, che portano a un deprezzamento della produzione. Il consiglio è di fare estrema attenzione alla possibile presenza del fungo e di rivolgersi esperti, sia delle strutture pubbliche che del privato, per una valutazione sulla necessità o meno di effettuare trattamenti”.

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