Chat Si gira - Intervista via chat a Federico Bondi, regista di Mar Nero

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 febbraio 2009 17:38
Chat Si gira - Intervista via chat  a Federico Bondi, regista di Mar Nero

M - Allora, ciao Federico , intanto. La prima domanda che ti rivolgo è : chi è Federico Bondi , o meglio, chi era prima di “Mar Nero” ?
FB – Nasco come documentarista, come operatore e montatore cinetelevisivo. Il passaggio ad “autore” l’ho compiuto dopo tanti documentari, fra i quali il più noto è forse “L’uomo Planetario”, una riflessione sulla pace realizzata seguendo le orme biografiche di Ernesto Balducci.
M- “Mar Nero” , come hai avuto modo di dire alla presentazione del film , nasce da uno spunto autobiografico….
FB – E’ tratto dalla storia vera di mia nonna e della sua badante.

Il rapporto autentico fra le due mi ha ispirato la vicenda di cui tratta il film. Dico “ispirato” ma le battute del film sono quasi quelle che queste due si sono scambiate veramente. Mia nonna è completamente rinata dopo aver conosciuto la sua badante rumena… il film è dedicato a lei e mio nonno, ma l’omaggio vero me l’hanno fatto loro, regalandomi questa storia.
M – E la collaborazione con Ugo Chiti com’è nata ?
FB - E’ stata una mia precisa richiesta alla produzione, quella di poter lavorare con Ugo, che pur non conoscendo personalmente, stimavo molto e , devo dire, a ragione : il suo apporto allo script è stato indispensabile.


M – Parliamo degli attori ….
FB – Beh, Ilaria Occhini era il volto per antonomasia per Gemma, la mia protagonista. Sia perché ne incarnava perfettamente il carattere fiero e contraddittorio , sia per le sue straordinarie capacità espressive ; e soprattutto perché volevo conservare assolutamente il carattere di “toscanità” della storia e della sua protagonista principale . Ilaria in questo è stata magistrale.
M – Mentre Dorotheea Petre …
FB – Mi è stata segnalata da Ada Solomon, la coproduttrice rumena del film , e appena l’ho vista me ne sono “innamorato” , registicamente parlando.

Era perfetta. Gli altri attori rumeni li ho scelti io, come Vlada Ivanov e la grande Maia Morgenstern. Per non parlare di Theodor Danetti, che nel film interpreta il padre di Angela, la badante. Faccia fantastica. Quando l’ho scelto non sapevo che fosse ormai quasi cieco e quasi sordo. La scena del dialogo all’insegna dell’incomunicabilità linguistica fra Gemma e l’anziano rumeno è fantastica, forse anche perché Theodor non ha recitato….realmente questi due non si capivano.
M – E poi c’è Corso Salani….
FB – Anche lui l’ho voluto io personalmente.

Oltre che un grande attore, Corso è un autore indipendente che ha intrapreso da anni un suo personalissimo percorso, e io lo stimo molto.
M – Il film, è bene ricordarlo, è una coproduzione fra l’ Italia, la Francia e la Romania….
FB – Tutto è nato a Torino , alle giornate europee del cinema e dell’audiovisivo. Là ho conosciuto Francesco Pamphili, che ha opzionato il trattamento ; in seguito abbiamo ottenuto il finanziamento ministeriale per lo sviluppo della sceneggiatura, unitamente a quello europeo ; poi, appunto, con l’ingresso in coproduzione , unitamente a Rai Cinema, di Francia e Romania abbiamo potuto accedere al finanziamento Europeo ; , è stato fondamentale l’apporto economico del Ministero e della televisione Rumena.
M – Bene, Federico…domandona finale….e ora ? Progetti futuri ?
FB – ho tante idee, ma devo riordinarle un po’ ,farle sedimentare, averle ben chiare.

In questo mestiere è fondamentale credere fermamente in quello che fai, in quello che vuoi dire.
Marco Cei

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