A Roma il convegno ''Perché i campioni nascono in provincia''
Da Rino Tommasi parole anche per il basket senese

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 febbraio 2009 22:32
A Roma il convegno ''Perché i campioni nascono in provincia''<BR>Da Rino Tommasi parole anche per il basket senese

“Scuola, associazionismo, praticanti dello sport a tutti i livelli: è per favorire queste categorie che impiegheremo tutti i nostri sforzi e le nostre risorse per formare i campioni del futuro”. Queste le intenzioni dichiarate da Patrizia Prestipino, Assessore alla pratica sportiva della Provincia di Roma, nel contesto del convegno “Perché i campioni nascono in provincia”, tenutosi oggi al Salone d’Onore del Coni a Roma alla presenza di personaggi illustri del mondo sportivo ed istituzionale, e promosso proprio dall’istituzione provinciale.
Ad introdurre il dibattito, moderato dal giornalista di Rai Sport Andrea Fusco, è stato il Presidente del Coni, Giovanni Petrucci, che si è subito complimentato con la Provincia di Roma “che si batte su temi che toccano da vicino il mondo dello sport.

Proprio questa Provincia è un esempio, perché investe grandi risorse per l’impiantistica sportiva, cosa molto importante per la quale in questo territorio stiamo facendo grandi passi in avanti”.
È stata poi la volta del Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, che ha “ringraziato il Coni per l’ospitalità e per l’occasione di confrontarsi in maniera utile per legare gli spunti e le idee alla realtà”. “Uno dei problemi che abbiamo è la mortificazione dei talenti – ha proseguito Zingaretti - cosa che avviene anche nel campo sportivo: è importante valorizzare queste risorse, per fare andare avanti il paese.

Vogliamo anche aggredire il nodo dell’impiantistica, negli ultimi anni tante persone si sono trasferite nella cintura esterna alla capitale. Questo boom edilizio non ha avuto una relativa implementazione dell’impiantistica sportiva, e noi vogliamo realizzare dieci tensostrutture proprio per favorire la pratica sportiva. Ci auguriamo che fra cinque anni ci saranno tanti campioni che avranno potuto allenarsi e diventare tali grazie al nostro impegno”.
“L’idea di cominciare ad investire sulla scuola anche nell’ottica dell’educazione fisica è un dovere: non è un qualcosa in più ma una parte centrale dell’educazione della persona – ha spiegato Patrizia Prestipino.

Ricevo tante richieste dalla scuole proprio in merito all’impiantistica sportiva, per la ristrutturazione o la costruzione di nuove palestre. Questo convegno è un punto di partenza, stiamo lavorando al piano regolatore dello sport della Provincia, proprio per monitorare e focalizzare le diverse esigenze, per poterle soddisfare il meglio possibile. La maggior parte delle risorse del mio assessorato sarà investita per questo, per costruire infrastrutture sportive di alto livello utili per tutti”.
L’avvocato Fulvia Beatrice, Capo Struttura Missione Sport della Presidenza del Consiglio, ha portato il saluto dell’Onorevole Crimi, “ad un convegno dal tema molto interessante.

Non bisogna privilegiare le città rispetto alle zone di provincia. Il nostro compito è di prendere atto dei dati che emergono da questa occasione per poi operare affinché la pratica sia diffusa uniformemente su tutto il territorio”.
Giovanni Malagò, Presidente del Comitato Organizzatore dei Mondiali di nuoto, ha confessato di apprezzare il “grande attivismo dell’Assessore Prestipino”. Entrando poi nel merito del convegno ha spiegato che dal suo punto di vista: “la verità è che si riesce a fare sport quando c’è una cultura di un territorio radicalizzata attorno ad una disciplina.

Un tema è importante: a prescindere da dove si nasce, è importante capire poi come si valorizzano e si sviluppano i campioni, ed il ruolo delle società sportive”.
A raccogliere il testimone da Giovanni Malagò è stato Roberto Ghiretti, Presidente di Studio Ghiretti e coordinatore scientifico del convegno, che ha tracciato un’analisi di sfondo sulla pratica sportiva in Italia: “si nota un certo allontanamento dalla pratica classica, verso una flessibilità sempre maggiore. Nelle città la pratica si configura come ricerca del benessere attraverso lo sport, in provincia si tende all’alto livello.

Anche il tempo influenza in maniera forte la pratica sportiva, specialmente in città dove la frenesia del centro urbano è difficilmente conciliabile con l’allenamento costante”.
Anche gli atleti hanno portato la loro testimonianza, in particolare sono intervenute due medaglie di Pechino come Ilaria Salvatori, Bronzo nel fioretto a squadre ai Giochi, e Paola Protopapa, Oro alle Paralimpiadi nel canottaggio. Assieme a loro sono stati presenti anche due giocatrici della Nazionale femminile di rugby, il capitano Paola Zangirolami con Giuliana Campanella, atlete della Red & Blue Roma.
Un ospite a sorpresa, che ha concluso il convegno, dopo gli interventi di Enzo Foschi (Vicepresidente della Commissione Sport e Cultura della Regione Lazio), di Giuseppe Battaglia (Presidente della Commissione Sport della Provincia di Roma), di Franco Mazzalupi (Presidente Provinciale del Csi), di Rosalba Marchetti (Coordinatrice settore educazione fisica del Provveditorato di Roma), di don Mario Lusek (Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale del tempo libero della Cei), di Corrado Mattoccia (Presidente del Colleferro Rugby), di Riccardo Viola (Presidente del Coni Roma), di Vincenzo De Bartolomeo (Consigliere della Federscherma) e di Pino Capua (Presidente Comitato Antidoping Figc) è stato il giornalista Rino Tommasi, che ha voluto esprimere la sua opinione: “Siamo un paese a monocultura sportiva, se guardiamo le classifiche dei campionati italiani vediamo quali città sono presenti in campionati diversi: solo Siena è in Serie A nel calcio e prima nel basket.

Dove il calcio non ha una presenza importante ecco che emerge un altro sport”.

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