Riforma Gelmini: non si fermano le proteste degli studenti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 ottobre 2008 14:53
Riforma Gelmini: non si fermano le proteste degli studenti

Continuano le occupazioni all’Università di Firenze. Oggi migliaia di persone hanno manifestato in centro a Firenze contro i tagli alla scuola. Oltre 40 mila per la questura, almeno il doppio per gli organizzatori, gli studenti, i lavoratori e i ricercatori in piazza a Firenze da tutta la regione per sfilare contro la Legge 133.
Prima che il corteo partisse, di avanzamento in avanzamento, si è riempita tutta via Cavour e Via Martelli. Il corteo era già in piazza Signoria e Piazza san Marco era ancora stracolma: la più grande manifestazione del settore scuola che mai sia stata fatta nel capoluogo toscano.

La manifestazione regionale dei lavoratori dell’Università, degli Enti di Ricerca e dell’Afam era stata indetta dalle organizzazioni sindacali della toscana FLC CGIL, CISL UNIVERSITA’, FIR CISL, UIL PA UR e organizzata insieme alle rappresentanze degli studenti universitari. Imponente la risposta degli studenti universitari cui si sono aggiunti gli studenti medi impegnati nell’occupazione dello loro scuole. Sono arrivati da tutta la Toscana, da citare i 3000 arrivati di buon ora, in treno, da Pistoia.
Gli slogan nel corteo chiedono investimenti in cultura e ricerca, chiedono stabilità per i precari, l’esatto contrario di quello che il governo e i suoi ministri stanno facendo.

E gli studenti non sembrano avere dubbi: “con questa riforma a scuola non si torna hanno urlato in continuazione.
I manifestanti gridano slogan "vergogna, vergogna" davanti all'entrata del Rettorato. Non sono mancati gli insulti al ministro della pubblica istruzione Mariastella Gelmini.“Il Corteo della Sinistra Studentesca? Solo offese al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi -ribattono il Coordinatore di Forza Italia Giovani Firenze,Tommaso Villa e i Responsabili Universitari Niccolò Macallè ed Alessio Paoli- Questa in sintesi la protesta in difesa dell’Università, come abbiamo verificato non appena il corteo studentesco è passato sotto la Sede di Forza Italia in via degli Speziali.

Niente contenuti, solo un insieme di studenti urlanti che trovano il loro unico divertimento nelle ingiurie contro il Governo. D’altronde lo abbiamo visto già durante le assemblee universitarie, l’opinione altrui non è rispettata e soprattutto in molti casi concepita. Ecco la democrazia della sinistra studentesca!” “I cortei di questi giorni,le occupazioni, il blocco della didattica rappresentano al meglio una sinistra senza argomenti, senza idee che oltre ad essere in parte già fuori dal Parlamento, ormai è lontana anche dalla realtà.

E la protesta degli studenti di un corso della Facoltà di Economia di ieri, che volevano svolgere regolarmente la propria lezione nonostante l’occupazione dell’aula, è significativa. La gente vuole studiare , non far vacanza!”. “BASTA GIOCARE,VOGLIAMO STUDIARE” con questo slogan domani raccoglieremo con un Gazebo al Polo di Novoli (dalle ore 11 alle ore 16) le firme CONTRO L’OCCUPAZIONE del Collettivo nel PLESSO D5 (scienze politiche) ormai divenuta inopportuna e dannosa nei confronti della popolazione studentesca.

Non si può permettere che un gruppetto di studenti del Collettivo desiderosi di andare in vacanza non permettano il regolare svolgimento della didattica non solo di scienze politiche ma anche delle due facoltà facenti parte del Polo Universitario: Giurisprudenza ed Economia.” “I cortei di questi giorni,le occupazioni, il blocco della didattica rappresentano al meglio una sinistra senza argomenti, senza idee che oltre ad essere in parte già fuori dal Parlamento, ormai è lontana anche dalla realtà.

E la protesta degli studenti di un corso della Facoltà di Economia di ieri, che volevano svolgere regolarmente la propria lezione nonostante l’occupazione dell’aula, è significativa. Restiamo stupefatti inoltre davanti anche all’immobilità della Preside di Scienze Politiche, prof.ssa Franca Alacevich. Eravamo certi che essa si sarebbe fatta garante della didattica e degli studenti. A quanto pare la Preside di scienze politiche non ha a cuore il bene della “sua” facoltà. Peccato, ha perso l’ennesima occasione per differenziarsi nettamente dalle proteste del Collettivo.”
“Un movimento straordinario, una manifestazione che da molto non si vedeva in queste proporzioni.

Una protesta matura che il Governo deve ascoltare”. Così Diego Ciulli, consigliere regionale del Pd, che ha partecipato alla manifestazione regionale di stamattina a Firenze degli studenti toscani di protesta contro la riforma della scuola del ministro Gelmini. “Gli studenti – spiega Ciulli – stanno manifestando per sé stessi ma soprattutto per il futuro, per quello che aspetta la scuola e l’università italiana. La riforma del ministro Gelmini porterà solo tagli, una visione dell’istruzione orientata a garantire il minimo indispensabile e a non investire sulla qualità e l’eccellenza, che purtroppo dovremo andare a cercare altrove.

L'attacco alla scuola portato avanti dal Governo è pesante, perché, appunto, porta avanti semplicemente meno scuola e meno università pubbliche”. “Gli studenti hanno ragione – continua Ciulli - questo è un movimento molto diverso da quello degli ultimi anni, oltre ad essere molto più vasto e la mobilitazione di oggi a Firenze lo dimostra, ha anche la capacità di coinvolgere tutti, dalle scuole fino alle università. Sono solidale con la loro protesta e capisco la loro preoccupazione per il futuro della scuola e dell’università.

L’Italia, pur risultando nei primi posti delle classifiche europee e mondiali per quanto concerne la produttività scientifica, da tempo soffre un significativo disallineamento rispetto alla tendenza dei partner dell’Unione Europea per il sostegno al sistema universitario. La spesa totale destinata all’università in Italia, infatti, è fortemente minore rispetto alla media europea”. “Il Governo e il ministro Gelmini in particolare – conclude Ciulli – non possono non ascoltare questa protesta, il futuro della scuola va garantito, ma soprattutto non possiamo pensare che l’Italia continui a perdere terreno per la qualità della didattica e della ricerca e conseguentemente sulla capacità di mantenere nell’ambito nazionale saperi e competenze necessarie alla crescita culturale, tecnologica, produttiva del paese.

Il tentativo di demolire l’Università pubblica e con essa l’intero sistema della formazione e della ricerca, perseguito da questo Governo, è quindi inaccettabile”.

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