L'esperto risponde: migliaia di italiani in dubbio sul destino della loro Polizza Vita Indicizzata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 ottobre 2008 22:39
L'esperto risponde: migliaia di italiani in dubbio sul destino della loro Polizza Vita Indicizzata

Riceviamo e volentieri rispondiamo al quesito posto alla rubrica L'Esperto Risponde
Aderendo ad un programma dinamico consigliatomi alle Poste denominato “Campioni” di Postevita ho versato nel 2005 un premio di 10000 euro. Tale tipo di contratto( assicurazione sulla vita)presenta le seguenti caratteristiche:
Programma dinamico anno 2005: campioni(polizza di assicurazione sulla vita)
Durata prodotto: 7 anni
Data decorrenza titolo: 16 marzo 2005
Emittente: UniCredito Italiano S.p.A.
Rating dell'Emittente: AA-dato da Standard & Poor's e da Fitch e Aa2 dato da Moody's
Indici di riferimento:
6 indici: DowJones Eurostoxx 50, S&P 500, Nikkei 225, Hang Seng, Swiss Market index, FTSE 100
La regola di calcolo prevede un riconoscimento a scadenza di un incremento del valore nominale del Titolo pari alla somma del 60% della media aritmetica delle variazioni percentuali dei 6 indici e dell’11% (incre-mento minimo), secondo le seguenti modalità:
· Alla data di decorrenza del titolo, il 16/3/2005, viene rilevato il valore iniziale degli indici;
· Dal 2° anno si calcola il valore finale di ogni indice come media aritmetica dei valori rilevati nei 4 giorni lavorativi(27/28 Febbraio-1/2/3 Marzo)
· Per ciascun indice si calcola la variazione rispetto al valore iniziale pari a: valore finale-valore iniziale)/valore iniziale;
· L’indice che ha ottenuto la migliore variazione rispetto al valore iniziale si utilizza ai fini del calcolo della media a scadenza.

Se la variazione è negativa si assume valore zero.
· Alla scadenza dei 7 anni, viene calcolata la media aritmetica delle variazioni degli indici individuate nel corso dei 6 anni e di questa ne viene preso il 60%
· A tale importo viene sommato l’incremento minimo a scadenza dell’11%.
Tenendo conto che le prestazioni (a scadenza, per riscatto e per decesso dell’Assicurato) sono correlate al valore del Titolo(i 6 indici), gli importi non sono garantiti dall’impresa di assicurazione (sarebbe Postevita s.p.a.), ma solo dall’Ente emittente(Unicredit), in quanto in una nota informativa si afferma che l’esigibilità delle somme dovute da Poste Vita S.p.a.

in esecuzione del Contratto è costituito è costituito dal pagamento a Poste Vita S.p.a, da parte dell’Ente Emittente, del valore di rimborso alla scadenza del contratto e\o del valore di riscatto anticipato.
Chiedendo rassicurazioni ai consulenti postali circa i rischi attuali di tale investimento, mi hanno consigliato di non riscattare il premio investito, in quanto uguali a zero le probabilità di perdere lo stesso premio.
Gli aspetti poco chiari riguardano le probabilità ed i casi in cui è possibile perdere l’investimento o parte di esso.

Vorrei delucidazioni in merito alla possibilità di riscattare il premio investito, perdendo parte del valore nominale , in quanto il valore dello stesso è intorno al 98%.
Mi conviene riscattarlo reinvestendo il denaro, magari in buoni fruttiferi( più sicuri)? O devo aspettare, considerando che la mia unica preoccupazione allo stato attuale è quella non di avere un profitto ma bensì di non perdere il capitale investito? Grazie aspetto con ansia una vostra risposta.

Risponde Nicola Novelli, intermediario delle assicurazioni
Caro G.

G.,
le sue preoccupazioni sono comuni a tutti gli italiani che negli ultimi anni hanno investito i loro soldi, attraverso banche, poste e compagnie di assicurazione, in polizze vita indicizzate, cioè legate ad un indice di rendimento. Questo tipo di prodotto ha avuto una crescente diffusione dopo la crisi finanziaria del 2001. L’obiettivo era di garantire ai risparmiatori un investimento sicuro, con la possibilità di beneficiare di rendimenti legati all’andamento di titoli di borsa. Da quando è esplosa la crisi finanziaria in molti si sono preoccupati di andare a verificare la garanzia contrattuale, che talvolta era offerta da istituti bancari stranieri andati a gambe all’aria, come Leehman Brothers.
Si tratta in ogni caso di contratti assicurativi, la cui emissione è soggetta a norme di legge piuttosto antiche e che fissano numerose garanzie a vantaggio del sottoscrittore, come impignorabilità e insequestrabilità del capitale, che non è soggetto all’asse ereditario, ma la cui restituzione è garantita agli eredi.

I contratti sono sottoposti alla preventiva autorizzazione dell’Istituto di Vigilanza delle Assicurazioni, che verifica norme, costi e redimenti garantiti. Questi gli elementi che accomunano le così dette Index alle altre polizze Vita, come le gestioni separate, ecc.
Veniamo alle specificità delle polizza indicizzate e alla loro complessità contrattuale, già oggetto di dibattito, ben prima dell’attuale crisi. Semplificando, fatto 100 il versamento del cliente, la compagnia trattiene una parte, i così detti caricamenti, che sono la somma di costo e compenso della gestione e della contro-assicurazione per il caso morte, in genere dal 5% al 10% del premio versato.

Con un altro 5/10% viene acquistato un contratto tipo opzione, che serve per scommettere sull’andamento di un certo indice finanziario, oppure sull’andamento di un paniere di titoli azionari, oppure sul confronto tra due, o più attività contrapposte. Ho usato il termine “scommettere” perché in effetti di una scommessa si tratta, spesso su un andamento finanziario piuttosto complesso negli elementi caratteristici e assai poco verificabile nel corso della durata contrattuale. Al termine, se i presupposti definiti contrattualmente si verificano viene pagato il premio, che può anche essere considerevole.

In altri casi invece, nel corso della durata vengono fissati degli appuntamenti di verifica e se gli obiettivi sono centrati vengono subito accreditate al cliente le cedole previste.
La stragrande maggioranza del premio invece, almeno l’80% (ma dipende dalla durata) viene investito in un’attività sottostante, di regola un’obbligazione bancaria, il cui rendimento (senza cedole) serve per ricostituire a scadenza il capitale nominale investito e in questo modo si costituisce la garanzia.

E proprio questa componente dei nostri ipotetici 100 euro che la sfiducia generale sta mettendo in dubbio. Se l’emittente è una banca a rischio fallimento i miei soldi sono davvero al sicuro?
Eccoci al quesito proposto. Stando ai più recenti sviluppi della crisi finanziaria i governi hanno offerto garanzia tale che nessun istituto bancario europeo dovrebbe essere in condizione di fallire. E dunque tutti gli assicurati italiani che hanno acquistato una polizza Index con garanzia di capitale offerta da una banca continentale, meglio se italiana, non dovrebbero correre rischi.

Chi invece intendesse risolvere anticipatamente il contratto e riprendere il controllo dell’investimento si assoggetta alle norme contrattuali che regolano il riscatto anticipato. Normalmente il contratto prevede la valorizzazione dell’obbligazione sottostante a prezzo di mercato, che dovrebbe avvicinarsi al valore 100 mano a mano che ci si avvicina alla data di scadenza prevista contrattualmente. Dal valore di mercato, in caso di interruzione anticipata, il contratto consente alla controparte di sottrarre i caricamenti, che decurtano la somma immaginata appunto di un 5/10%.

In sintesi la risoluzione anticipata del contratto rovina totalmente le prospettive finanziarie dell’investimento ed è un’opzione da considerare esclusivamente in caso di reale necessità, o se si è convinti di accedere a investimenti alternativi più sicuri e redditizi nel residuo di tempo in cui si sarebbe comunque giunti alla scadenza contrattuale originaria. Evenienza non facile da conseguire.
Inutile dire che i concetti che ho cercato i semplificare, sintetizzare e chiarire sono esposti in tutti i libretti contrattuali in maniera dettagliata, prolissa e con un linguaggio talmente tecnico, da risultare poco leggibili anche per i distributori del contratto, impiegati postali, consulenti bancari, o agenti di assicurazione.

Tuttavia la normativa imposta a garanzia del cliente obbliga sempre quest’ultimo a sottoscrivere per presa d’atto polizza, nota informativa e clausole particolari, senza esserne in genere granché consapevole.
Lascio a lei ogni tipo di considerazione e conclusione, che presumo condividerei. L’auspicio è che questa crisi epocale possa condurre ad un rinnovamento del mercato finanziario, regalando finalmente ai consumatori maggior trasparenza, insieme ad efficacia ed efficienza del mercato.

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