Musica dei Popoli: dal Perù Susana Baca domenica 19 ottobre

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 ottobre 2008 13:47
Musica dei Popoli: dal Perù Susana Baca domenica 19 ottobre

In spagnolo, “recuperar” significa recuperare il passato, salvarlo dalla devastazione del tempo. Significa condurre insieme ciò che si è disgregato; ha anche il più ovvio significato di guarire, sanare, stare meglio. Ognuno di questi significati descrive la vita e il lavoro di SUSANA BACA. Nata nel barrio litorale nero di Chorrillos, appena fuori Lima, dove hanno vissuto i discendenti degli schiavi africani, è cresciuta in un ambiente familiare favorevole all’apprendimento della musica e della danza: «Mio padre suonava la chitarra e mia madre mi ha mostrato i primi passi di danza (era una ballerina, non una cantante).

Il mio repertorio è sia nuovo che vecchio. Deve essere così. È così che si cresce nella vita. E cresci dentro la tua cultura. Ci sono delle canzoni appartenenti alla tradizione che parlano della vita dei nostri nonni che vivevano nelle campagne, altre dicono di più sul ritmo e sulla danza: sono il festejo, il landò, il golpe ‘e tierra. Alcune canzoni sono più legate alla vita in città con musica più ‘composta’: il valzer, la marinera e la zamacueca. Poi ci sono quelle che nella loro gioia e dolore condividono una diversità ritmica e interpretativa; come la cultura afro-peruviana, sono miscugli di forme molto differenti».

"Scoperta" da David Byrne (per la cui etichetta Luaka Bop pubblica i suoi dischi), SUSANA BACA ha da poco pubblicato il suo ultimo cd “Travesías”, disco eclettico e raffinato, in cui canta in diverse lingue con ospiti come Gilberto Gil e Marc Ribot. «Non ho mai voluto diventare un museo per i morti. Interpretare le vecchie canzoni della tradizione in un nuovo modo è sempre stato il mio più grande obiettivo. Questo è ciò che unisce il vecchio e il nuovo, tutto ciò che è nostro in una storia senza fine».

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