Firenze: due donne egiziane invitate a togliersi il velo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 maggio 2008 20:49
Firenze: due donne egiziane invitate a togliersi il velo

Due donne egiziane, che passeggiavano nel centro di Firenze col viso coperto da un velo con lo chador, sarebbero state fermate giovedì nella zona del mercato di San Lorenzo da quattro uomini delle forze dell'ordine e invitate a togliere il velo oppure a tornarsene in albergo. La Ong Cospe, di cui le egiziane sono ospiti a Terra Futura, la rassegna delle buone pratiche di sostenibilità ambientale in corso alla Fortezza da Basso, per un progetto al quale collaborano, ha inviato una lettera al sindaco Leonardo Domenici e al presidente della Regione Claudio Martini.


Alla Fortezza da Basso di Firenze fino a domani domenica 25 maggio, continua il confronto sull’attualità e i dibattiti politici di questi giorni sul “pacchetto sicurezza”, perché la “terra futura” si costruisce a partire da oggi.
«Il grande problema della percezione di insicurezza che vive la società italiana, europea, globale nasce dalle trasformazioni profonde del nostro tempo - afferma PAOLO BENI, presidente nazionale Arci -. L’insicurezza ha radici nel disagio sociale (disuguaglianze, precarietà del lavoro e delle condizioni di vita, smarrimento culturale…), che diventa terreno fertile per l’alimentarsi di conflitti che inevitabilmente si scaricano sui soggetti più deboli.

Qui si inserisce il problema dei migranti, fatto strutturale delle dinamiche della globalizzazione. Due le strade possibili. O si esorcizza il problema, evocando una chiusura identitaria delle comunità locali, e ciò porta a scelte di chiusura repressiva, a questo nuovo proibizioinismo che il Governo vorrebbe instaurare: ma in tal modo si fomentano le paure e si avvelena ulteriormente il clima sociale, portando all’imbarbarimento delle relazioni umane e quindi all’autodistruzione della società.

Oppure si sceglie di governare positivamente il fenomeno, con politiche di inclusione e accoglienza, nel rispetto della dignità e dei diritti di tutti». «Ci rendiamo conto che questo modello di sviluppo non va bene – continua BENI -, che questa non è la società migliore, ma non è così scontato che dalle contraddizioni che viviamo scaturisca l’alternativa: un’alternativa che va costruita con scelte politiche coerenti, coraggiose, che devono essere sostenute. Nessuno ce la può fare da solo: non ce la fa da sola la politica, non ce la fanno da soli i Governi, gli Stati, né i movimenti e le esperienze dal basso.

Bisogna tenere insieme le scelte individuali, l’agire collettivo e la dimensione politica».
«Le alleanze si fanno per, non contro - sottolinea ANDREA OLIVERO, presidente nazionale Acli -. È necessaria un’alleanza alta tra le organizzazioni sociali, le amministrazioni locali e il Governo del Paese per affrontare in maniera convincente alcune delle grandi sfide che abbiamo davanti, in particolare quella della coesione sociale, la sicurezza, la legalità. Criminalizzare, con il decreto sicurezza e il disegno di legge presentato al Governo, una parte della cittadinanza, cioè quelli che risultano irregolari secondo le nostre leggi, non è il modo giusto per avviare un accordo sociale volto alla coesione.

Come organizzazioni sociali siamo pronti a fare la nostra parte, anche coraggiosamente, ma abbiamo bisogno di essere sostenuti dal Governo. Sarebbe inaccettabile per noi che il Governo proclamasse come valori fondanti il reato di immigrazione clandestina o quello di accattonaggio, e poi contestualmente ci chiedesse la solidarietà. Se vogliamo fare un alleanza, partiamo dal darci delle regole condivise. Una legge che tutela il più forte tradisce la democrazia. L’alleanza tra il sociale, il terzo settore e il mondo della politica si deve fondare su regole comuni, e tra queste regole non ci può essere il reato di clandestinità».
«Costruire alleanze significa anche far incontrare le esigenze del rispetto della persona con quelle della sicurezza - dice DON ANDREA LA REGINA, Caritas Italiana -.

Non si può parlare di un reato di immigrazione clandestina conoscendo i problemi dei Paesi da cui provengono questi stranieri: guerre, catastrofi, situazioni di grave povertà. Il “reato di clandestinità” intacca la dignità dell’uomo». E “Le alleanze sociali e politiche” sono anche nel titolo di un convegno organizzato questa mattina da Acli, Arci, Banca Popolare Etica, Caritas Italiana, Cisl, Legambiente, Fiera delle Utopie Concrete, Fondazione Culturale Responsabilità Etica Onlus.
«I movimenti dal basso nati dalle proteste di Seattle nel 1999 hanno dimostrato di avere coscienza del destino unico che accomuna tutti gli esseri viventi – ha sottolineato KEVIN DANAHER, fondatore Global Exchange, direttore esecutivo Global Citizen Center, ideatore e responsabile Green Festival di San Francisco, Washington DC, Chicago and Seattle -.

In loro risiede la chiave per salvare l’umanità dall’autodistruzione». «La sfida attuale - ha continuato - è come passare dal tipo di globalizzazione aziendale-economica basata sul possesso delle risorse da parte di una minoranza alla globalizzazione sociale che parte dai movimenti dal basso, dai cittadini, e si fonda su una vera democrazia. Il dominio delle grandi corporation transnazionali è come il Titanic che sta affondando, e non ci sono barche di salvataggio. Siamo noi che dobbiamo abbandonare il Titanic e salire sulla nuova barca della natura, scegliendo invece del ciclo del denaro che distrugge quello della vita, quello della vita che domina il ciclo del denaro».
«Oggi le istituzioni, le Chiese, i partiti, i sindacati non hanno più confini chiari – ha concluso WOLFGANG SACHS, Wuppertal Institut Germany, presidente Comitato consultivo Terra Futura -: parlare di alleanze tra questi organismi rischia di essere un po’ fuorviante.

In realtà, in ciascuna istituzione ci sono delle minoranze che portano avanti quell’utopia che noi di Terra Futura condividiamo. Parlare di alleanze per me significa mettere in connessione queste minoranze, creare luoghi in cui le minoranze si incontrino e si rafforzino». «Creatività e spirito di resistenza delle persone si rivolgono contro la routine e contro l’inerzia delle strutture. È il tesoro di questi saperi che può portare la svolta verso un futuro sostenibile. È Il nuovo che sta per nascere nel grembo del vecchio».
Terra Futura è promossa e organizzata da Fondazione Culturale Responsabilità Etica Onlus per conto del sistema Banca Etica (Banca Etica, Consorzio Etimos, Etica SGR, Rivista ”Valori”), Regione Toscana e Adescoop-Agenzia dell’Economia Sociale s.c., e realizzata in partnership con Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete, Legambiente, in collaborazione con Provincia di Firenze, Comune di Firenze, Firenze Fiera SpA, e numerose altre realtà nazionali e internazionali.

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