Ex scuola Caterina de' Medici per l’accoglienza dei rifugiati e titolari di protezione umanitaria

Redazione Nove da Firenze
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01 aprile 2008 15:14
Ex scuola Caterina de' Medici per l’accoglienza dei rifugiati e titolari di protezione umanitaria

L’assessore al patrimonio ed edilizia Stefano Giorgetti ha risposto, in Consiglio provinciale, ad una domanda d’attualità di Francesca Avezzano Comes (FI) sull’immobile a Firenze, in viale Guidoni 46, in cui era presente l’ex istituto professionale Caterina De Medici, di proprietà della Provincia ma in concessione al Comune di Firenze, occupato da extracomunitari del movimento per la casa dal 2004. “Nell’aprile 2004 è stata presentata alla Provincia anche una denuncia querela alla Procura della Repubblica di Firenze in seguito all’occupazione dell’alloggio da parte di extracomunitari.

Il Comune di Firenze – ha aggiunto l’assessore Giorgetti – inizialmente era disponibile a riprendere l’immobile occupato solo dopo la sua liberazione, poi si è arrivati ad un accordo con il Comune di Firenze. Ad oggi, sembra che il Comune desideri trasformare l’immobile in un centro per l’accoglienza dei rifugiati e titolari di protezione umanitaria. Per essere utilizzata come sede scolastica, eventualmente a suo tempo fosse stato deciso questo, necessitava di urgenti lavori di adeguamento.

La scelta, visto il cale delle iscrizioni negli anni 2002–2003, è stata quella di ristrutturare altri edifici per fare spazio agli alunni dell’ex istituto Caterina De Medici, infatti nel gennaio 2004 fu ristrutturato l’immobile di via Masaccio, che ospita già l’istituto”. Avezzano Comes ha replicato che: “Avevamo capito che lo spazio in questione non era comunque utilizzabile ai fini scolastici. Però, devo comunque segnalare che è stato con grande meraviglia che ho appreso che quell’istituto, su quell’edificio, per meglio dire, è tuttora occupato quando l’Assessore che l’ha preceduto, l’11 aprile 2004, mi aveva dato come risposta l’imminente rilascio dell’istituto.

Vedo che la situazione perdura e, quindi, c’è da domandarsi quando quello stabile potrà essere utilizzato in modo legittimo e giuridicamente inoppugnabile”.

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