Pari opportunità: una legge per conciliare vita familiare e professionale

Redazione Nove da Firenze
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11 marzo 2008 22:12
Pari opportunità: una legge per conciliare vita familiare e professionale

Firenze– Sull’occupazione femminile ci sono dati positivi (55%), ma spesso si tratta di part time e tempi determinati. La differenza salariale è del 23%. La metà delle famiglie è monoreddito. Le economie migliori sono quelle che registrano un numero maggiore di donne occupate. Per questo occorre fare un passo in più e varare una legge regionale sulla cittadinanza di genere. Una legge con azioni specifiche per conciliare meglio la vita familiare e qualla professionale, coinvolgendo anche gli uomini nel lavoro di cura domestica.

Lo ha dichiarato l’assessore alle pari opportunità nella sua comunicazione al Consiglio regionale. E’ la prima volta che un assessore fornisce un’informativa organica all’assemblea su questa materia. L’assessore ha precisato che le politiche di genere hanno introdotto uno specifico punto di vista e di valutazione sugli atti di programmazione, con interventi trasversali ed azioni mirate per rimuovere gli ostacoli. Sono stati previsti parametri di genere nei bandi, per favorire, ad esempio, l’imprenditoria femminile.

Sono stati aperti tavoli di confronto, come quello sulla violenza alle donne, che ha portato all’approvazione di una legge specifica. Adesso, però, occorre “fare un passo ulteriore”.
Individuare gli atti concreti che diano forma ad una legge in grado di andare oltre alle enunciazioni di principi; lavorare fin da ora perché il Consiglio regionale possa esprimere un testo unanimemente condiviso. Sono questi alcuni degli spunti del dibattito che ha fatto seguito alla comunicazione dell’assessore regionale alle pari opportunità, relativa ad una prossima legge regionale sulla cittadinanza di genere.

Il riconoscimento della parità di genere sul lavoro, nella rappresentanza politica, contro ogni forma di violenza, è un elemento strategico di crescita della società toscana. Su questo si sono trovati d’accordi gli esponenti dei diversi gruppi di maggioranza e opposizione che sono intervenuti.
Il quadro è tutt’altro che incoraggiante, ma occorre evitare di cadere nell’astrazione o di ribadire principi più e più volte espressi: focalizzare l’attenzione sui dati concreti, accentuare il controllo in tutte le sedi e in tutti i tavoli in cui le pari opportunità si devono realizzare, affinché la parità sia effettivamente praticata.

Queste, in sintesi, alcuni elementi di riflessioni arrivati dai gruppi dell’opposizione. Tra le proposte concrete, temi legati all’occupazione, alla realizzazione delle strutture di sostegno (asili, scuole materne), ai problemi delle donne extracomunitarie. Con la considerazione preliminare che dovrebbero essere i partiti, per primi a stabilire nei propri statuti il 50% di presenza delle donne.
Anche su questa legge, hanno aggiunto gli interventi di consiglieri e consigliere dei gruppi di maggioranza, l’Assemblea toscana può produrre un risultato di qualità, così come già con la legge contro la violenza di genere e con quella sulle nomine.

Mettere in piedi politiche incisive per l’occupazione femminile, investire di più, promuovere i servizi per le famiglie. Utili i tavoli di genere, così come i patti territoriali di genere. Utile un rapporto annuale sulla condizione femminile nella nostra regione. Necessario uno sforzo volto a non concentrare l’attenzione solo sugli aspetti del lavoro e delle liste elettorali, ma a rivolgere l’attenzione anche alla famiglia come primo livello di parità di genere e, prima di tutto, al contrasto della violenza contro le donne, che resta la priorità.
Si tratta, è stato rilevato, di una fase di programmazione, nel quale è necessario anche una dose di ottimismo e uno sforzo per recuperare posizioni a livello internazionale, guardando a quello che succede in tanti altri paesi del mondo.

Tutto questo per garantire uguaglianza di accesso al lavoro, crescita economica. Agire è necessario, a livello nazionale: lo richiede l’Unione europea, pena il rischio, per l’Italia, di finire davanti alla Corte di Giustizia europea. L’auspicio condiviso che anche in questo caso si possa arrivare ad un testo sostenuto da tutto il Consiglio regionale.
Nell’intervento conclusivo, l’assessore ha ribadito l’intenzione di dare corpo ad un testo di legge che non contenga enunciazione di principi, ma atti concreti.

Una legge che non sarà solo per le donne, ma per tutta la società Toscana, affinché possa essere più democratica, più dinamica e crescere di più. Una legge per confermare le cose migliori fatte finora e presentare una parte di innovazione concreta: il primo passo, ha spiegato l’assessore, saranno i patti territoriali di genere. La legge, nelle intenzioni della Giunta, dovrà essere approvata entro la fine del 2008. L’assessore ha infine auspicato, da parte sua, che il lavoro del Consiglio veda una grande partecipazione su questi temi e che alla fine si giunga ad una approvazione unanime.

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