Appuntamento a Pisa dall’1 al 7 settembre per il 74° congresso nazionale degli esperantisti italiani.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 agosto 2007 23:52
Appuntamento a Pisa dall’1 al 7 settembre per il  74° congresso nazionale degli esperantisti italiani.

Per la 4a volta il Congresso Italiano di Esperanto della Federazione Esperantista Italiana si terrà all'ombra della torre pendente, dove già si sono svolti il 23° nel 1952, il 43° nel 1972, e il 58° nel 1987, anno del Giubileo dell'Esperanto.
Numerosi sono gli eventi aperti al pubblico che si svolgeranno nella settimana del congresso: molto atteso è il concerto gratuito (Marina di Pisa, sabato 1 settembre h. 21) in cui Gianfranco Molle presenterà canzoni di De André tradotte in esperanto.

Ma non finisce qui: due giorni dopo, presso il Campo dell’US porta a Piagge (via S. Cataldo, ore 21), sul campo da calcio si sfideranno per beneficenza i Pisa Vip – parteciperà anche il sindaco Paolo Fontanelli - e gli esperantisti, mentre il 4 settembre l’appuntamento è al Teatro Sant’Andrea (ore 21), dove Mario Migliucci presenterà il suo spettacolo teatrale ‘Doktoro Esperanto’ liberamente tratto da "Una voce per il mondo" di Vitaliano Lamberti. In questi giorni, intanto, nell’atrio del comune di Pisa è allestita l’esposizione ‘Esperanto – la lingua internazionale’.

Chi si volesse avvicinare al mondo dell’esperanto potrà seguire uno dei corsi gratuiti organizzati presso il Palazzo Matteucci, sede del congresso, nei giorni 3-4-5 settembre (h. 9-19). Il corso per principianti verrà tenuto dalla prof. Kristin Tytgat, dell’università di Anversa, mentre quello avanzato da Katalin Kovats, dell’università di Budapest.
L'esperanto è una lingua ausiliaria internazionale sviluppata tra il 1872 e il 1887 Ludwik Lejzer Zamenhof a Varsavia. Il nome esperanto proviene infatti dallo pseudonimo con cui si firmò, Doktoro Esperanto (colui che spera).

Zamenhof la chiamava Lingvo Internacia. L’Esperanto si propone, a livello internazionale, come uno strumento agevole per la comprensione reciproca tra i popoli ed è stato pensato in modo tale da essere facilmente appreso ed utilizzato. Nato da un ideale di pace, collaborazione tra gli uomini, questa lingua si pone al di sopra di ogni differenza etnica, politica, religiosa, e - proprio perché lingua propria di nessuna nazione ed accessibile a tutti su una base di uguaglianza - tutela contro il predominio culturale ed economico dei più forti e contro i rischi di una visione monoculturale del mondo. L’interesse verso questa lingua non si è spento: si sono infatti appena conclusi a Yokohama e Maribor, rispettivamente, il congresso universale e quello europeo, che hanno riunito un alto numero di delegati da tutto il mondo, compresa una qualificata rappresentanza italiana.



Cesare MONTELEONE

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