Commercio a Livorno: il saldo degli ultimi due anni è -31 %

Redazione Nove da Firenze
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11 maggio 2007 19:18
Commercio a Livorno: il saldo degli ultimi due anni è -31 %

Livorno, 11 maggio 2007- In due anni, dal 2004 al 2006, a Livorno il saldo relativo alle aperture e chiusure degli esercizi commerciali è meno 31. Il dato emerge dal confronto tra gli esercizi presenti sul territorio comunale al 31 dicembre 2004, che era pari a 3335, quelli attivi al 31 dicembre 2005 ( pari a 3326, cioè 6 in meno) e quelli presenti al 31 dicembre 2006, che erano 3304, quindi 25 in meno rispetto all’anno precendente. In totale, nei due anni ,come detto, Livorno ha perso 31 esercizi di vicinato.

Sono i dati forniti dall’ufficio commercio del Comune di Livorno per dare una lettura più precisa della situazione nella città, rispetto a quanto evidenziato nel rapporto presentato dalla Camera di Commercio sui dati che riguardano tutta la provincia.
Dallo stesso ufficio viene un ulteriore approfondimento riguardante il 2006. Nell’ultimo anno, a fronte di 215 chiusure, si sono registrate 190 aperture di nuovi esercizi, di cui 161 subingressi e 27 trasferimenti.
La situazione, si rileva, non è felice, ma sicuramente è meno negativa di quanto può apparire da una lettura dei dati a livello provinciale e che non tiene conto di subingressi e trasferimenti.

I dati più recenti, inoltre, anziché un saldo negativo fanno registrare un segno più. Nel primo trimestre del 2007 , risultano 6 esercizi commerciali in più.
“ Siamo di fronte ad una situazione non molto diversa da quella di altre città toscane e dell’Italia stessa, dove è in corso un cambiamento consistente delle abitudini dei consumatori”, commenta l’assessore al commercio e turismo, Piero Santini.
“ Chi soffre di più – aggiunge- sono i negozi che non hanno affrontato in modo adeguato i tempi nuovi, rimanendo in una offerta generica; molti altri invece hanno fatto scelte innovative e con specializzazioni di nicchia, e sono questi ultimi che hanno retto, che hanno difeso meglio la loro posizione.

Su tutti, però, pesa un minor potere di acquisto della popolazione”.

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