Sanità: visita alle “stanze del buco” a Barcellona

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 febbraio 2007 20:08
Sanità: visita alle “stanze del buco” a Barcellona

Firenze, 8 Febbraio 2007- La missione della Commissione sanità a Barcellona, per studiare il sistema sanitario catalano, ha visto ieri come momento principale la visita al centro Baluart di Barcellona diretto da Esther Henart. Il Baluart è uno dei 61 centri di assistenza alla tossicodipendenza presenti in Catalogna, dove da anni sono attive le “safe injection rooms”. Il servizio, nato da una politica improntata sulla riduzione del danno, prevede la presenza nel centro di esperti di varie discipline, medici ed operatori sociali, e di spazi dove i tossicodipendenti da eroina possono iniettarsi la dose (che portano loro, il centro non fornisce droga) nella massima sicurezza, in un ambiente igienicamente adatto, con siringhe nuove e con eventuale assistenza medica immediata in caso di overdose.

Positivo il giudizio dato dai membri della Commissione sanità che hanno visitato il centro. Il presidente Fabio Roggiolani (Verdi), Filippo Fossati (Ds) e Luca Ciabatti (Rifondazione Comunista) hanno spiegato che l’apertura del centro ha avuto come effetto immediato quello di risanare il quartiere dove si trova (diminuzione della criminalità, non più siringhe per strada, controlli medici sui soggetti a rischio) e di riuscire ad avvicinare molti dipendenti da eroina, che sono ormai in numero marginale rispetto al numero dei tossicodipendenti e rappresentano i casi più critici e socialmente emarginati.

Infatti, delle circa duecento persone che il centro accoglie, oltre il 60 per cento ha accettato di sottoporsi a un trattamento per la disintossicazione. “Il mio giudizio è che si tratta di un programma straordinario – ha detto il presidente della Commissione sanità Fabio Roggiolani -. Un programma che è stato possibile realizzare perché le forze politiche catalane, di destra e di sinistra, hanno stipulato un patto: lasciare fuori dalla questione della tossicodipendenza le speculazioni politiche e concentrarsi sulla riduzione del danno.

Si tratta di un modello che dovremmo provare a importare in Toscana”. Sulla stessa lunghezza d’onda Filippo Fossati, secondo il quale “è stato emozionante vedere con quanta passione gli operatori pubblici, supportati dal volontariato, lavorano nel centro. I risultati della sua attività sono chiari, verificabili e positivi: diminuita la criminalità legata alla droga, annullata la mortalità, avviato il recupero di un gran numero di tossicodipendenti. Fondamentale per questo l’accordo fatto dai partiti, che hanno deciso di astenersi da ogni strumentalizzazione politica sul tema della tossicodipendenza, dando vita a un protocollo.

La nostra proposta è che in Toscana si adotti la stessa intelligenza politica, dando fiducia agli operatori che hanno in mano gli strumenti per valutare quale siano gli interventi migliori da attuare”. E anche Luca Ciabatti ha ribadito la positività dell’esperimento. “C’è un’evidenza scientifica - ha detto -: assistenza immediata in caso di urgenza, buon tasso di recupero, quartieri più sicuri. E’ un modello riproponibile anche da noi, astenendosi da dibattiti ideologici. Il dibattito, in questo caso, deve partire dal risultato”.



“All’emozione catalana dei colleghi Fossati, Ciabatti e Roggiolani continuiamo a preferire la determinata fermezza dell’assessore Enrico Rossi, che sull’argomento ha già chiaramente espresso il proprio pensiero e quello del governo regionale. La cultura alla base delle ‘stanze del buco’ è totalmente antitetica a quella che anima il progetto di salute proposto agli elettori da Toscana Democratica e da questi accolto, dunque ratificato”. Questo il commento del capogruppo de La Margherita in Consiglio Regionale Alberto Monaci sulle dichiarazioni rilasciate, da Barcellona, dai consiglieri regionali Fabio Roggiolani dei Verdi, Filippo Fossati dei Ds e Luca Ciabatti di Rifondazione Comunista dopo la loro visita al Centro Baluart di Barcellona, centro di assistenza alla tossicodipendenza dove è in funzione una delle famose “safe injecton rooms”.

“Stupisce - aggiunge il capogruppo de La Margherita a Palazzo Panciatichi - che esponenti della maggioranza continuino, volutamente, ad ignorare tutto ciò, insistendo sulla necessità di una sperimentazione che è palesemente estranea al progetto di prevenzione, cura e recupero su cui si fonda l’azione regionale in materia di dipendenze”. “È il giustificato allarme del ministro dell’interno sull’abnorme estensione dell’uso di cocaina su tutto il territorio nazionale e fra tutte le diverse categorie sociali – conclude Monaci - a dover meritare l’attenzione di un organo come la Commissione Sanità del Consiglio, più che l’acritica esaltazione ideologica di uno strumento come la ‘stanza del buco’ che attesta la cronicizzazione della dipendenza, dunque la sconfitta di un modello sanitario vocato alla prevenzione, cura e recupero del paziente”.

"Roggiolani tenta di far entrare dalla finestra ciò che la sua maggioranza ha già buttato fuori dalla porta -ribattono Annamaria Celesti, Consigliera regionale di Forza Italia e Vicepresidente della Commissione Sanità, e Maurizio Dinelli, Presidente del Gruppo regionale di Forza Italia- La cosiddetta ‘stanza del buco’ è un modo ‘ideologico’ di affrontare le problematiche della terapia della tossicodipendenza che nasconde la mancanza di una vera strategia di prevenzione, intervento e cura.

Non si può accettare il messaggio terapeutico alla tossicodopendeza che lascia passare l’impiego della ‘stanza del buco’. Siamo contrari ad utilizzare come principale terapia al tossicodipendente solo nel concetto della riduzione del danno così come invece sostiene Roggiolani. Questo significa infatti accettare la cronicizzazione del tossicodipendente e istituzionalizzare dentro strutture pubbliche l’uso di stupefacenti facendola divenire una patologia assistita. L’intervento terapeutico invece deve essere finalizzato al recupero totale del benessere psico-fisico di una persona.

Per raggiungere questo obiettivo occorrono da una parte interventi multi-disciplinari dall’altra, quale “conditio sine qua non”, il coinvolgimento consapevole del paziente. Solo così si potrà giungere ad un’azione clinico-terapeutica corretta cercando, con ogni mezzo di evitare la cronicizzazione in uno stato di ‘patologia assistita’ come invece presuppone il concetto di riduzione del danno implicito nell’utilizzo delle stanze del buco. Bisogna avere il coraggio e l’onestà intellettuale di affermare che l’uso di sostanze stupefacenti è dannoso, che per l’uso di eroina si può morire e che in realtà la maggior parte delle problematiche sono legate all’abuso di sostanza".

Collegamenti
In evidenza