Cia Toscana: «Una regione come la Toscana non può rischiare di tornare indietro sul mercato del vino; le linee guida dettate da Bruxelles non promettono bene»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 febbraio 2007 23:27
Cia Toscana: «Una regione come la Toscana non può rischiare di tornare indietro sul mercato del vino; le linee guida dettate da Bruxelles non promettono bene»

Firenze, 5 febbraio 2007- «Un passo indietro sulla strada di una riforma necessariamente innovativa se si vuole incidere realmente sulla sostenibilità e sullo sviluppo di un settore simbolo dell’economia regionale e anche portabandiera nel mondo dell’eccellenza agricola della Toscana in quanto tra i prodotti agro-alimentari più esportati al mondo». Così la Cia Toscana accoglie gli sviluppi da Bruxelles in tema di Ocm Vino. Dopo mesi di discussione, la Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo ha licenziato, nei giorni scorsi, il proprio parere di indirizzo sulla comunicazione dell’Esecutivo Ue per la riforma del settore, che sarà sottoposto alla seduta plenaria dell’Assemblea di Strasburgo del prossimo 13 febbraio.

«Nonostante tutti gli sforzi di questi ultimi mesi – sostiene la Cia Toscana – sembra non solo che si tenda a conservare la precedente Ocm, ma che addirittura si ritorni a misure del passato, come la distillazione obbligatoria». In attesa dell’approvazione in seduta plenaria toccherà ora alla Commissione Ue che, secondo la Cia, si è già più volte impegnata a presentare la propria proposta legislativa di riforma prima della prossima estate. «Noi chiediamo – afferma Giordano Pascucci, Presidente della Cia Toscana – che ci sia particolare impegno, soprattutto da parte dei nostri parlamentari europei, per rivedere le indicazioni assunte affinché si porti avanti una difesa reale della vitivinicoltura del nostro Paese e toscana in particolare dove la produzione è contraddistinta dal maggior numero di produzioni ad elevatissima qualità.
Sono oltre 30mila le aziende toscane che producono vino utilizzando 64mila ettari di terreni per produrre mediamente oltre 2 milioni e mezzo di ettolitri, ma anche per contribuire a realizzare un paesaggio unico al mondo.

All'interno del comparto molto forte è la componente dei vini a denominazione di origine, dalle varie tipologie di Chianti al Morellino di Scansano, dal Brunello di Montalcino al Nobile di Montepulciano: in Toscana ci sono ben 36 vini doc e e 5 docg prodotti da oltre 11mila aziende. Supera infine i 480 milioni di euro l'export annuale, pari al 17% di quello nazionale: il vino toscano tocca i cinque continenti, muovendosi dai Paesi dell'Ue sino agli Stati Uniti e al Giappone. Al fine di tutelare e migliorare la qualità attraverso il reimpianto dei vigneti sono stati destinati 65 milioni di euro di contributi nelle ultime 6 campagne.

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