Il futuro dei servizi pubblici in Consiglio regionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 ottobre 2006 19:11
Il futuro dei servizi pubblici in Consiglio regionale

Firenze, 3 Ottobre 2006- Più efficienza, più liberalizzazione, imprese più forti, ma anche più equità nelle tariffe, forme di tutela per le fasce povere, incentivazione della partecipazione dei cittadini. Con un'attenzione particolare al servizio idrico integrato, per il quale potranno valere regole in parte diverse. Si è mossa su questi binari l'informativa tenuta oggi dall'assessore Agostino Fragai in Consiglio regionale, sul documento preliminare in base al quale la Regione sta preparando la nuova proposta di legge sui servizi pubblici locali a rilevanza economica.

"Una delle questioni centrali - ha detto l'assessore - riguarda le dimensioni che le imprese devono avere per fronteggiare la concorrenza  e il mercato europeo. Su questo sono possibili diverse ipotesi; pensiamo ad esempio a forme di incentivi e disincentivi che spingano verso l'aggregazione". Ma non è l'unico aspetto su cui intervenire: "Nella situazione attuale - ha continuato l'assessore - c'è spesso un conflitto di interessi: i servizi non possono essere gestiti e controllati dallo stesso ente.

Dobbiamo ristabilire la terzietà del soggetto controllore. Le imprese devono fare il loro lavoro, i Comuni devono appaltare i servizi, agli enti di vigilanza spetta far rispettare i contratti". Accanto all'efficienza del sistema delle imprese, l'assessore ha posto la questione dell'equità delle tariffe ("bisogna capire come mai in certi casi i cittadini pagano tariffe diverse per servizi analoghi"), della tutela delle fasce più povere della popolazione, della spinta verso forme associative per gli acquisti collettivi, dell'incentivazione della partecipazione popolare.

"Sulla partecipazione, anche la proposta di legge di iniziativa popolare sull'acqua dà delle indicazioni che vanno raccolte". "Non si tratta di andare verso un modello assemblearistico - ha spiegato Fragai - ma di applicare forme già tipiche nel mondo anglosassone, dove attraverso consulte i cittadini hanno modo di controllare il servizio ed incidere sulla governance. La partecipazione non va vista come un appesantimento, ma come un arricchimento del sistema".

Sulla proposta di legge di iniziativa popolare, più in generale l'assessore ha auspicato un confronto e possibilmente una discussione congiunta, per verificare la possibilità di far convergere i due testi verso un'unica legge."Questi sono i nostri obiettivi - ha concluso l'assessore - Non tutto si potrà fare con la legge, perché ci muoviamo in un quadro complesso, con una normativa nazionale in evoluzione. Ma quello che non faremo con la legge lo potremo fare sottoscrivendo un patto fra istituzioni, forze economiche, società civile, chiarendo quali sono gli obiettivi condivisi e lavorando per realizzarli".

"Si parla tanto di riduzione dei costi della politica. Quello dei servizi pubblici locali è un settore in cui possiamo metterla in pratica subito. E' ora che la politica si ritiri da tutti i settori che da troppo tempo ha indebitamente occupato". Questo il primo commento di Alessandro Antichi (Forza Italia), Portavoce dell'opposizione di centro-destra. Antichi, che ha affermato di apprezzare le parole di Fragai sulla presenza di un conflitto di interessi nei servizi pubblici, ha indicato nel "freno all'invadenza del potere" e nella "restituzione della libertà alle imprese" gli obiettivi che una vera riforma di questo settore deve perseguire.

"Non si tratta di tagliare i costi della democrazia: questo Parlamento, anzi, deve avere un ruolo più forte. Si tratta piuttosto di tagliare i costi dell'egemonia, di tagliare i tentacoli della piovra partitica, liberandoci dagli schemi ideologici che ancora governano questa regione". E' il principio della sussidiarietà orizzontale, per il Portavoce dell'opposizione, che deve guidare la riforma. "Da una corretta riforma dei servizi pubblici - ha affermato - potrà davvero nascere una nuova spinta per far tornare nei toscani la fiducia nel futuro".«La cosiddetta privatizzazione dei servizi viene fuori storicamente allorché un decreto D’Alema dice che i servizi vanno pagati per quanto costano e non come prima, quando si attribuiva ad essi valenza sociale.

Così, è iniziata una strana operazione per cui gli enti locali si sono ritirati dalla gestione dei servizi, hanno inventato – e sottolineo inventato – società pseudoprivate, hanno trovato accordi più o meno diretti con capitali locali, banche e quant’altro e poi, in situazione di assoluto monopolio locale, hanno iniziato a gestire i servizi al posto delle amministrazioni. In questo modo, al posto di una privatizzazione alla fine si è fatta una ri-municipalizzazione depositaria di tutti i difetti della gestione privata quanto a tariffe e di tutti i difetti di quella pubblica.

Se non si prende atto di ciò, anziché cercando di esorcizzare tra osservatori, carte servizi e così via, qui non se ne esce».            «Sia che si faccia con affidamento diretto come chiede la Regione, o con concorso come vuole lo Stato, la modalità di selezione non conta. Io non sono d’accordo che l’acqua vada ripubblicizzata in quanto bene naturale.

Non è questo il problema. il problema vero che non si vuole affrontare è che si può privatizzare dove si deve liberalizzare e si deve tenere parapubblico ciò che è politico, così se l’amministrazione sbaglia paga. Dove non si può privatizzare si garantisce una gestione che dia tutele vere al consumatore, con una legge che non demonizzi la privatizzazione o la ripubblicizzazione».              «Non si può fare che l’ex sindaco del comune Xy diventi il nuovo presidente dei servizi raccontando che il servizio è privato.

Nessuno vuole essere preso in giro. Noi non ci stiamo a creare una sovrastruttura di controlli in una gestione di servizi che di privato non hanno nulla e che si snoda tra Ato, sindaci revisori, osservatori e via stipendiando. La politica è entrata vigorosamente nei servizi. Il vero business della politica sono queste privatizzazioni. O ci vogliamo prendere in giro? E allora il paravento di una politica che privatizza per ricondurre i servizi sotto il proprio controllo noi non lo accettiamo.

Tutta questa parte in questa informativa non l’ho vista. E invece mi sarebbe piaciuto, perché poi si tramuta anche in garanzia di tariffe più basse».

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