Indagine sugli affitti: a Firenze ci vogliono mediamente 755 euro al mese

Redazione Nove da Firenze
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02 ottobre 2006 19:16
Indagine sugli affitti: a Firenze ci vogliono mediamente 755 euro al mese

Firenze, 02 Ottobre 2006- A Firenze, per affittare un casa, ci vogliono mediamente 755 euro al mese, con punte di 870 euro nella zona semicentrale orientale (Libertà, Mannelli, Beccaria, Bellariva, San Niccolò, Gavinana), e 438 euro nella periferia sud-occidentale della città (Pier Vettori, Isolotto, Legnaia). E' quanto emerge da un'indagine "sulla residenza privata in affitto", realizzata dalla società Forecast per conto della UNICA Società cooperativa di abitazione, e presentata questa mattina alla commissione urbanistica, presieduta da Antongiulio Barbaro.

All'audizione erano presenti anche l'assessore all'urbanistica Gianni Biagi, l'assessore alle politiche abitative Paolo Coggiola, il presidente della UNICA Stefano Tossani e il presidente di Arcat-Legacoop Adolfo Moni. Si tratta di un'indagine a campione, condotta all'inizio del 2006 su 358 nuclei familiari abitanti nell'area fiorentina, di cui 37 nel Centro storico di Firenze, 199 nella altre zone della città, e 122 nei Comuni limitrofi (Fiesole, Bagno a Ripoli, Impruneta, Scandicci, Lastra a Signa, Signa, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Calenzano).

In quest'area si stima che gli abitanti in affitto siano il 19% del totale, 28.400 famiglie solo a Firenze città. I canoni mensili medi naturalmente variano in ragione della condizione lavorativa e del numero di componenti del nucleo familiare in locazione: si va da una media di 894 euro per i lavoratori autonomi a 558 euro per i pensionati; da una media di oltre 900 euro per le famiglie con più di 5 componenti a 602 euro per i single. L'onere del canone incide per più del 30% sul reddito familiare mensile nel 56,8% dei nuclei in abitazioni del Centro storico, nel 48,2% dei nuclei in abitazioni della periferia sud-occidentale.

Se in media il 56,2% degli intervistati dichiara che il canone incide meno del 30% sul reddito familiare, ben l'11,2% dichiara che il canone incide più del 50% sul reddito familiare. Il 60,2% dei nuclei familiari in affitto ha stipulato un contratto "libero" (4+4), mentre il 9,7% ha stipulato un contratto "concordato" (3+3). Sensibile tra gli intervistati la propensione a cambiare alloggio nei prossimi tre anni: il 62,2% nel Centro storico e il 37,7% nelle altre zone della città; la motivazione più importante che induce al cambio di alloggio è la necessità di reperirne uno con canone meno oneroso, seguita dalla necessità di un alloggio con più stanze.

In particolare nel Centro storico sarebbero oltre 6.600 i nuclei familiari che intendono cambiare alloggio, sui circa 12.900 che abitano in affitto. «Sono dati assai interessanti, per certi versi drammatici - ha commentato Barbaro - certamente utili per riflettere su tale comparto del problema alloggiativo e calibrare l'azione dei pubblici poteri». «E' un contributo di conoscenza e di stimolo ad intervenire per aumentare l'offerta di abitazioni anche in affitto, che è e sarà un priorità anche nel prossimo futuro», ha commentato Tossani.

«Nel nostro paese - ha aggiunto il presidente della commissione urbanistica - la casa in proprietà costituisce un fenomeno di massa: si stima che oltre il 70% delle famiglie viva in una casa in proprietà. Tuttavia è in aumento la domanda di alloggi in affitto: ai tradizionali soggetti specifici (quali gli studenti, o le famiglie meno abbienti che si rivolgono all'edilizia residenziale pubblica) si vanno da tempo aggiungendo tutti coloro che per motivi di lavoro hanno bisogno di un alloggio lontano dalla propria residenza originaria, talvolta solo per alcuni anni.

Questa maggiore mobilità sociale esprime esigenze nuove che richiedono nuove risposte, sia da parte dei poteri pubblici che degli imprenditori del settore. La norma innovativa introdotta con il piano strutturale adottato nell'aprile 2004, con cui si è stabilito di riservare a canone concordato il 20% degli alloggi realizzati nelle aree oggetto di ristrutturazione urbanistica, punta ad offrire progressivamente una risposta strutturale a tale domanda. A ciò si aggiungono i programmi speciali, quale quello in corso di realizzazione a seguito del bando nazionale e regionale denominato "20.000 alloggi in affitto", che consentirà di dare una prima risposta ai nuclei che hanno redditi tali da escluderli dalle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi pubblici, e pur tuttavia insufficienti per permettersi una casa in proprietà o con i canoni liberi».

«Siamo consapevoli - ha concluso Barbaro - che queste azioni vanno incrementate con nuove iniziative, compreso il settore dell'edilizia residenziale pubblica che da alcuni anni è purtroppo priva dei necessari finanziamenti statali. Da questo punto di vista è auspicabile che il nuovo Governo, specie dopo l'approvazione del recentissimo decreto-legge n. 261/2006 che ha disposto una parziale sospensione degli sfratti fino al 30 giugno 2007, sia in grado di reperire nuove risorse e di definire strumenti innovativi, anche di natura fiscale, che siano capaci di favorire la locazione degli alloggi privati.

Il Comune di Firenze è chiamato fin d'ora, alla luce del decreto-legge, a mettere a fuoco nuovi strumenti e iniziative, anche da collocare all'interno del piano strutturale in corso di revisione, come peraltro richiesto da numerosi soggetti nel corso del Forum pubblico che si è svolto nel corso del 2005».

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