Martini: impegno forte contro il terrorismo internazionale

Redazione Nove da Firenze
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12 luglio 2006 18:33
Martini: impegno forte contro il terrorismo internazionale

FIRENZE- Il Pegaso d'oro per un sogno: vedere l'ultimo soldato che parte dall'Iraq e la pace finalmente ristabilita in questo lontano eppur vicinissimo angolo di mondo. Fermare la guerra per onorare la vita. E' il Pegaso d'oro che la Regione Toscana conferisce oggi a Cindy Sheehan, la "mamma pace" più determinata d'America, la donna che, dopo aver perduto in guerra il figlio (arruolatosi nel 2004 per potersi pagare le tasse universitarie e caduto in un agguato a Sadr City, solo quattro giorni dopo essere arrivato in Iraq), ha instancabilmente girato il suo paese chiedendosi e chiedendo a tutti per quale "nobile causa" il suo Casey sia stato ucciso.

E che proprio in questi giorni ha iniziato un'altra forma di lotta non violenta, forse la più nonviolenta di tutte, lo sciopero della fame: oggi è al suo nono giorno. Intorno a Cindy e alla sua inesausta domanda si sono raccolte negli Usa centinaia di migliaia di persone che coltivano un sogno di pace. Lo stesso sogno, ha detto oggi il presidente Martini nel corso della consegna del Pegaso d'oro, che è nel cuore dei toscani: "La Toscana, i toscani, ma anche tutti gli italiani, hanno sempre manifestato una forte vocazione per la pace.

Una vocazione che deve continuare a guidare le scelte del nostro Paese. La scelta del multilateralismo, intesa come condivisione delle decisioni, la scelta della politica preventiva di pace, per perseguire in modo attivo l'obiettivo di ridurre gli squilibri tra ricchezza e povertà, favorendo così la prevenzione dei conflitti ed il prosciugamento del bacino dell'odio. La scelta della legalità internazionale, della cooperazione allo sviluppo, la scelta di rafforzare l'Onu, e quella compiuta nell'Articolo 11 della nostra Costituzione, che indica la strada di una sovranità condivisa fra le nazioni".

"E' per questi motivi - ha continuato il presidente Martini - che siamo sostenitori convinti di un impegno forte contro il terrorismo internazionale che minaccia il nord e il sud del mondo. Lo vediamo anche in queste ore con i drammatici eventi in India e in Medio Oriente. In Medio Oriente, prima con il sequestro del soldato israeliano in territorio israeliano a Gaza da parte di Hamas, e poi con il gravissimo attacco nel Nord di Israele da parte degli hezbollah entrati dal Libano che hanno ucciso 2 soldati israeliani e altri 2 sequestrati.

Siamo angosciati dalla piega degli eventi. Chiediamo a tutti saggezza e moderazione affinché non prevalga la logica della prevaricazione, ma quella del dialogo. E poi, ancora ieri i terribili attentati ai treni e alla metropolitana di Bombay, che hanno provocato morte, distruzione, dolore. Ad ora si contano 190 morti e circa 500 feriti. Si tratta di una svolta nell'azione del terrorismo internazionale che ancora una volta colpisce un grande paese asiatico come l'India." "La battaglia senza quartiere contro il terrorismo deve essere condotta con strumenti politici.

Il terrorismo non si sconfigge con la guerra. Nasce da qui - ha proseguito Martini - la nostra contrarietà culturale, razionale, etica e politica alla guerra in Iraq e la nostra adesione al sogno di Cindy. Ricordo solo qualche dato di questa guerra: dal '93 sono 40mila le vittime civili irachene, 2.500 i militari americani rimasti uccisi e circa 19mila i feriti. Mentre tra le forze militari della coalizione sono 225 i militari rimasti uccisi di cui 31 italiani. Ma oltre alla grave perdita di vite umane dobbiamo anche considerare l'enorme costo finanziario: ad oggi è costata oltre 295 miliardi di dollari.

Intendiamoci: considero importante, per il passato e per il futuro dell'Iraq, aver tolto di mezzo Saddam. Confermo la mia contrarietà alla sua condanna a morte: la pena capitale anche nei confronti dei peggiori dittatori è contro la nostra civiltà. Considero opportuno il ritiro dei nostri soldati. Resta aperto il problema del futuro dell'Iraq, della necessità di un consolidamento della nuova democrazia irachena: a questo siamo interessati, vogliamo contribuire e faremo la nostra parte". Il Pegaso d'oro edizione 2006 sembra tagliato su misura per la personalità di Cindy Sheehan e per quanto questa donna rappresenta nel mondo occidentale e non solo.

Ma anche per tutte le famiglie che con Cindy condividono la perdita irreparabile di una giovane vita. Per questo la Regione consegnerà un Pegaso straordinario alle famiglie dei soldati toscani rimasti uccisi in Iraq: "La nostra è la volontà di non dimenticare i nostri soldati né le loro famiglie", ha detto Martini. "Soldati e famiglie - ha concluso il presidente della Regione - purtroppo frettolosamente dimenticati e non adeguatamente risarciti da parte della autorità statali. Non si può costruire la pace se ci dimentichiamo delle vittime della guerra, di chi è rimasto ucciso per quella che appare sempre più la causa delle cause: la causa della pace".



Cindy Sheehan, "peace mom". Cindy Sheehan ha 48 anni, è californiana, bianca, cattolica. Suo figlio Casey, arruolatosi nell'esercito statunitense per pagarsi le tasse universitarie, è morto in Iraq il 4 aprile del 2004 durante l'offensiva di Sadr City. Oggi rappresenta la "Gold Star for Peace", l'organizzazione delle famiglie dei militari morti e decorati con la medaglia d'oro che si oppone alla guerra in Iraq. Insieme a Nancy Lessing di "Military families speakout" ("Le famiglie dei militari denunciano") riuniscono oltre 200 famiglie di soldati caduti sul campo.

La perdita di un figlio può fare impazzire di dolore o scatenare un invincibile desiderio di giustizia. Cindy Sheehan ha questo desiderio: sapere come e perché suo figlio è morto, in nome di quale ideale, di quale nobile causa. Per porre queste domande direttamente al Presidente Bush, Cindy nell'agosto del 2004 si è recata al ranch di Crawford, in Texas, accampandosi per circa un mese di fronte alla proprietà presidenziale, ma non è stata mai ricevuta. Questo gesto ha fatto di lei una celebrità: la "peace mom" ("mamma pace"), voce e volto di un movimento sempre più vasto di americani contro la guerra.

Grazie a lei, moltissimi semplici cittadini americani, associazioni, comitati, gruppi di familiari di militari caduti si sono riattivati nella protesta contro la guerra in Iraq, dando inizio ad una nuova stagione di manifestazioni pacifiste, che, attraversando l'America (52 città, 28 Stati) nel "Bring them home now tour" ("Portateli a casa subito") è culminata con la grande manifestazione dei 300mila dello scorso ottobre a Washington. Per questo suo impegno Cindy è stata anche arrestata. Il suo prossimo obiettivo è ottenere dal Congresso l'istituzione di una commissione indipendente che svolga un'inchiesta sui documenti utilizzati per giustificare la guerra in Iraq.

E' stata proposta per il Nobel per la pace.

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