Lavoro: i dati sugli immigrati in Provincia di Firenze

Redazione Nove da Firenze
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20 giugno 2006 19:14
Lavoro: i dati sugli immigrati in Provincia di Firenze

Degli immigrati avviati al lavoro grazie al ‘Progetto Scegli’, finanziato con il Fondo sociale europeo, e grazie all’attivazione di sportelli per gli immigrati nei Centri per l’impiego della Provincia, il 33,8 per cento si è inserito tra le professioni operaie e artigiane, ma appare anche un elevato numero di professioni qualificate in attività commerciali e nei servizi (il 39 per cento) e un significativo 2,9 per cento di avviati in professioni intellettuali e ad elevata specializzazione.

I dati sono stati diffusi in un workshop della Provincia dedicato all’argomento, a cui hanno preso parte il vice Presidente della Provincia Andrea Barducci, Valentina Monti (Solidarietà Caritas Onlus), Luigi Muggini (Progetto Arcobaleno onlus) e Giovanni Ronchi (Segretario generale aggiunto della Uts Cisl di Firenze). Nel 2005 gli avviamenti al lavoro curati dalla Provincia sono stati complessivamente 101 mila e il 21 per cento di essi formato da cittadini non comunitari: gli avviati come lavoratori specializzati sono passati al 44,8 per cento della totalità di avviati contro il 55,2 per cento degli avviati come generici.

Nel 2005 i disoccupati iscritti nei Centri per l’impiego sono stati 38 mila di cui il 14,2 immigrati non comunitari (in maggioranza albanesi, marocchini, peruviani e rumeni) che si sono quindi dichiarati immediatamente disponibili al lavoro.

Molto forte è la presenza di non comunitari nelle attività edili.

Infatti le imprese che risultano iscritte alla Camera di commercio nel settore edilizia – con titolare un extracomunitario – risultano essere 1867 di cui 704 con titolare un albanese e 395 con titolare un rumeno. I dati della Cassa Edile della Provincia di Firenze stimano in oltre il 33 per cento (pari a 3915 lavoratori) gli addetti del settore edile non italiani, il 40 per cento arriva comunque in prevalenza dal mezzogiorno (Campania, Calabria).

Altro dato su cui riflettere: risulta dai dati che quasi tutti i “regolari” hanno avuto periodi più o meno lunghi di irregolarità.

Inoltre spesso si passa da lavori regolari e lavori a nero e dalla presenza sul territorio con permessi di soggiorni in regola a periodi di clandestinità.

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