Studi di settore: domani un incontro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 giugno 2006 14:03
Studi di settore: domani un incontro

PRATO – L’ultima novità è lo studio di settore “monitorato”. Prende il posto del modello “sperimentale” che però, proprio in virtù della sua sperimentalità e a giudizio di Confartigianato, si prestava a maggiori garanzie in favore delle aziende.

Alla complessa problematica degli studi di settore – ricordando la ferma bocciatura, da parte di Confartigianato Prato, dell’applicazione monitorata degli studi di settore, sancita da un decreto legge degli inizi di maggio, ritenendola oltremodo penalizzante, a rischio di efficacia e verifica retroattiva per le imprese – è dedicata la serata in programma per domani, mercoledì 7 giugno (ore 21.15), nei locali della sede provinciale di Confartigianato Imprese Prato (in viale Montegrappa 138).



A illustrare le ultime novità normative sulla materia, alla luce dei rapporti con l’Agenzia delle entrate, sarà l’esperto fiscale dell’associazione, Luca Galli (sarà affiancato dal coordinatore regionale area moda, Marco Pieragnoli e dal responsabile della federazione tessile, Enzo Lucchesi), che proporrà un’analisi di casi aziendali attraverso una serie di simulazioni sulle imprese.

“Finora, grazie al nostro impegno, eravamo riusciti ad avere uno studio di settore sperimentale – fa notare il presidente provinciale della Federazione Moda di Confartigianato, Luca Giusti - la cui applicabilità era mitigata da alcune garanzie a favore delle aziende.

Oggi, contro il nostro parere e in un modo che non condividiamo, siamo passati a uno studio di settore monitorato, che a nostro avviso elimina quelle garanzie fino ad ora previste”.

E proprio in tema di fisco, Confartigianato esprime anche un certo timore per l’ipotesi di un inasprimento del regime fiscale a carico del lavoro autonomo.

“Auspichiamo – prosegue Giusti – che la politica fiscale del nuovo esecutivo non penalizzi il lavoro autonomo e che non faccia, in questo settore, di tutta un’erba un fascio, tenendo conto della realtà specifica dell’impresa artigiana.

Proprio per questo, a maggior ragione, serve fare chiarezza su uno strumento, il cui uso a priori e spesso indiscriminato non risponde talvolta all’effettiva realtà economica delle imprese, soprattutto nel caso di quelle tessili”.

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