Allarme rischio chiusura di uffici postali nei piccoli comuni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 Maggio 2006 00:23
Allarme rischio chiusura di uffici postali nei piccoli comuni

Dopo la posta a singhiozzo in primavera e l’apertura “estiva” a giorni alterni degli uffici postali di alcuni piccoli centri ora i timori per gli operatori delle poste e degli utenti finali arrivano con la nuova razionalizzazione degli uffici prospettata da Poste italiane.
Il nuovo progetto si chiama “External” e, anche se non è ancora entrato in funzione, comincia già a preoccupare gli operatori delle poste e gli utenti, soprattutto dei piccoli comuni.
Il grido d’allarme lanciato nel 2003 ha ripreso vigore in questi giorni perché si sostiene da più parti che la riorganizzazione dovrebbe partire dai primi di giugno.
«Si tratta di un progetto che vedrà il sostanziale accorpamento della gestione contabile dei piccoli uffici a quelli più grandi, quelli chiamati “uffici madre” – spiega Oreste Giurlani, presidente Uncem Toscana.

In questo modo, nei piccoli centri dove è presente ad esempio un piccolo sportello postale, il personale che gestirà i contatti col pubblico dipenderà esclusivamente dalle filiali più grandi, col rischio che in periodi particolarmente “caldi”, come le festività o le vacanze, molti uffici restino chiusi del tutto, con ampio disagio per gli utenti, soprattutto le persone anziane».
La decisione della Società delle Poste Italiane di chiudere gli uffici postali nei comuni con meno di 500 nuclei familiari tende a penalizzare 1250 piccoli comuni italiani.

la scelta della società dettata da motivazioni di carattere economico rappresenta l'ennesimo atto di spoliazioni di servizi alle famiglie che vivono nelle piccole realtà locali.
Se la notizia fosse vera, arrecherebbe un danno enorme agli abitanti, spesso anziani, di questi centri.
“Per 1250 piccoli comuni italiani dalle valli alpine ai monti siciliani - aggiunge Giurlani - si tratta dell'ennesimo atto di rifiuto a riconoscere i problemi reali delle famiglie”.
E il prossimo 21 maggio (giornata dedicata alla festa dei piccoli comuni) partirà la mobilitazione per impedire questo ennesimo sgarbo alla montagna italiana.
“Possiamo capire che Poste Italiane spa non intenda caricarsi di oneri che riguardano aspetti sociali e non un servizio economico - aggiunge Giurlani - ma ci possono essere strade che consentano di trovare una equa soluzione.

Province, Comunità Montane, Comuni sono disponibili ad esaminare il problema da vicino eventualmente anche individuando le soluzioni più opportune per far sì che non si aggiunga un altro tassello a quelli già alle nostre spalle. Tasselli tutti tali da incentivare lo spopolamento della montagna, l'esatto contrario di quello che tutti, a parole, sostengono”.
“Da qui -conclude Giurlani - l’esigenza che la Regione Toscana affronti subito il problema e chieda un confronto con Poste Spa per trovare quelle soluzioni adeguate per impedire la chiusura degli uffici postali nei piccoli comuni o la diminuzione del personale”.

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