Dopo aver fatto molto parlare di se' in vari teatri europei e d'oltreoceano, arriva in Italia la piece di Victoria Brittain e Gillian Slovo incentrata sui trattamenti riservati ai prigionieri detenuti della base americana di Guantanamo Bay. Commissionata dal Trycicle Theatre di Londra il docu-drama è diventato un caso per la sua capacità di stimolare una discussione e trasmettere un messaggio forte su ciò che sta succedendo nella prigione americana. Le testimonianze epistolari dei detenuti musulmani di nazionalità inglese e irachena, le interviste rilasciate dai loro familiari, le dichiarazioni dei loro avvocati e le disarmanti riflessioni di cittadini e militari americani, creano un quadro completo e scioccante dove gli attori più che personaggi diventano portavoce di chiarificazioni del precedente creato nel diritto internazionale dall’amministrazione Bush.
Guantanamo è soprattutto un’indagine politico-giuridico-sociale su come la prigione americana abbia spazzato via solidi principi di diritto internazionale e condotta civile, che si presenta come un esperimento su quanto l’opinione pubblica possa sopportare senza reagire. I video interagiscono con il linguaggio e lo spazio teatrale creando livelli e situazioni diverse che analizzano quanto la democrazia occidentale sia stata danneggiata durante la “guerra al terrorismo”.
Nella versione Newyorchese il premio Nobel Desmond Tutu aveva vestito i panni del Giudice Steyn che apre e chiude lo spettacolo.
Seguendo lo stesso modello, la versione italiana inviterà personaggi pubblici a sostenere le intenzioni espresse dallo stesso personaggio. Si alterneranno sul palco Simona Torretta, Haidi Giuliani, Don Vitaliano della Sala, Soriano Ceccanti e Carlo Gubitosa.
Prodotto dalla stessa Compagnia Tri-boo, spesso impegnata in progetti di drammaturgia contemporanea e collaborazioni internazionali, Guantanamo ha ricevuto il patrocinio di Amnesty International e di Un ponte per...