Anche il Comune di Firenze adotti lo strumento del bilancio consolidato

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 dicembre 2005 14:04
Anche il Comune di Firenze adotti lo strumento del bilancio consolidato

E' quanto chiedono, in una mozione, il capogruppo di Forza Italia Paolo Amato e il vicecapogruppo Gabriele Toccafondi. «L'insieme delle partecipazioni azionarie del Comune di Firenze conta venti società - si sottolinea nel documento - nel corso del 2004 e del 2005 le società partecipate dal Comune di Firenze hanno prodotto utili nella misura rispettivamente di appena 464.000 euro e 629.000 euro, incidendo in modo rilevante coi propri passivi sugli squilibri dei bilanci comunali. E' ormai indispensabile l'adozione di strumenti contabili, quali i bilanci consolidati, che consentono da un lato, di conoscere a fondo la consistenza patrimoniale e l'andamento della gestione economico-finanziaria delle società partecipate, assolvendo così a funzioni di comunicazione verso la collettività degli amministrati e di altri soggetti interessati all'attività del Comune; e dall'altro lato di perseguire la creazione di condizioni cognitive indispensabili all'esercizio delle funzioni di pianificazione e di controllo strategico finalizzate alla necessità di affrontare le dinamiche del mercato dei servizi pubblici locali».

Amato e Toccafondi valutano «positivamente l'esperienza del Comune di Pisa che, primo in Toscana, in collaborazione con l'ANCI e l'università di Siena, ha presentato lo scorso 14 dicembre. la proposta di bilancio consolidato, allargato cioè a quelli delle aziende di servizio pubblico locale» e ricordano «le positive esperienze di bilancio consolidato nei comuni di Perugia, Reggio Emilia, Viterbo, Formia e gli impegni presi in tal senso da altre amministrazioni come il Comune di Pontedera».

«Lo stesso testo unico degli enti locali - prosegue la mozione - sancisce che "il regolamento di contabilità può prevedere la compilazione di un conto consolidato patrimoniale" pur richiedendo all'articolo 152 comma 2 "la conoscenza consolidata dei risultati globali". C'è poi la raccomandazione espressa dal collegio dei sindaci revisori nel parere allegato al bilancio di previsione 2006 che invitano a proseguire e rafforzare l'attività di indirizzo e vigilanza nella gestione delle società e degli enti partecipati a rilevanza economica».

«Il bilancio previsionale 2006 - ha commentato Paolo Amato - ci ha ricordato che il tallone di Achille del nostro Comune è rappresentato dalle società partecipate. Un sistema caratterizzato da scarsa redditività e da inefficienza gestionale. Un sistema che assomiglia a quelle delle vecchie partecipazioni statali e che grava sul costo e la qualità dei servizi pubblici. Un sistema che, seppur costituito da società per azioni di diritto privato, è in realtà in mano pubblica: data la preponderante partecipazione azionaria del Comune, sia da solo che in compagnia di Provincia e Regione.

Un sistema di "socialismo municipale". Quel socialismo municipale criticato da Confindustria e dal suo presidente nazionale Montezemolo e financo dal senatore diessino Debenedetti». «Due le soluzioni - ha proposto il capogruppo di Forza Italia - avviare un processo di liberalizzazione e privatizzazioni e realizzare un effettivo controllo sull'andamento della gestione economico-finanziaria delle società partecipate. E, di conseguenza, sui costi e la qualità dei servizi pubblici. Per l'attivazione di una reale funzione di controllo abbiamo avanzato due proposte: la costituzione di un'authority o in subordine, di un'agenzia, per le società partecipate ed i servizi pubblici e la redazione, appunto, di un bilancio consolidato.

Quanto all'authority l'abbiamo chiesta da tempo, presentando un'apposita mozione regolarmente bocciata dalla maggioranza di centrosinistra, per dotare il Comune di un organismo esterno all'amministrazione, capace di supportare quest'ultima nella funzione di controllo delle società partecipate e dei servizi pubblici forniti. Perché il problema centrale è il controllo. Certo, il consiglio comunale, che svolge con gli indirizzi alle partecipate un'attività di programmazione, è titolare della funzione di controllo politico.

Ma quest'ultimo deve essere sostanziato da un controllo tecnico, da un quotidiano monitoraggio operativo sull'andamento della gestione economico-finanziaria. Da qui la proposta dell'authority». «La risposta della maggioranza di centrosinistra alla nostra proposta - ha concluso Amato - è stata la deludente controproposta di un "osservatorio sui servizi pubblici locali. Una soluzione minimalista e inadeguata. E' la montagna che ha partorito un topolino. Questo organismo è una sorta di "piccola vedetta fiorentina".

Con questa soluzione il controllo viene, di fatto, lasciato agli uffici. Tanto valeva lasciare le cose com'erano». Da parte sua Toccafondi ha rilevato anzitutto la necessità di un controllo su una realtà «che vede ben 23 spa partecipate e 65 società compartecipate. Solo per le prime, nelle quali lavorano ben 4700 dipendenti, il valore di produzione è stato, nel 2004, pari a 656 milioni di euro. «Non c'è bisogno solo di un controllo sulla qualità dei servizi erogati - ha detto il vicecapogruppo di Forza Italia - sempre nel 2004 il risultato d'esercizio delle partecipate, così come si legge dalla relazione allegata al bilancio comunale, è di 11 milioni di euro, l'utile ammonta a 2,5 milioni.

Come dividendi, il Comune ha incassato 630mila euro. Da qui la necessità anche di un controllo sui bilanci».

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