Rilievi dell’Anci Toscana al documento della Regione “Il welfare che vogliamo”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 dicembre 2005 12:35
Rilievi dell’Anci Toscana al documento della Regione “Il welfare che vogliamo”

Prato 7 dicembre ’05 – Più sussidiarietà e più sostegno alla gestione dei servizi. Questi i due punti principale delle osservazioni dell’Anci Toscana al documento dell’Assessorato alle politiche sociali della Regione Toscana “Il welfare che vogliamo”. Il documento che è stato presentato ieri pomeriggio in Consiglio Regionale, illustra le direttrici sulle quali si svilupperà l’impegno dell’Assessorato per orientare e consolidare l’azione sociale della Regione Toscana.
“Condividiamo l’idea di dover realizzare un welfare municipale – afferma Silvia Velo, responsabile del settore Welfare dell’Anci Toscana e sindaco di Campiglia rilievo Marittima – descritto come uno degli obiettivi del documento, ma rileviamo la necessità di dare un maggiore alla sussidiarietà e al lavoro degli enti locali: ricordiamo che i Comuni sono i principali attori delle politiche sociali e che sono dei Comuni le competenze di programmazione in questo campo”.



Positivo il giudizio di Anci Toscana riguardo l’attenzione che viene posta alla politica sulla casa ne “Il welfare che vogliamo”. “Riteniamo tuttavia – continua il sindaco di Campiglia Marittima – utile ribadire la necessità più volte espressa da Anci Toscana di rivedere la legge di riforma delle ex Ater”. “Siamo consapevoli che questo non rientra nelle competenze dell’Assessorato alle politiche sociali retto da Gianni Salvadori – afferma ancora Silvia Velo – ma essendo questo documento oggetto di una discussione generale vorremmo richiamare l’attenzione sul tema”.



“Per quanto riguarda infine la programmazione di servizi alla famiglia e alla natalità, Anci ritiene prioritario che la Regione Toscana valuti di sostenerne finanziariamente la gestione. Il problema che si pongono i Comuni in questo periodo – conclude la Velo – non è dove trovare i soldi per aprire o meno un asilo, ma è la mancanza di risorse per assicurarne la gestione”.

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