La chiamano l’epidemia silenziosa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 ottobre 2005 14:47
La chiamano l’epidemia silenziosa

Firenze, 20 ottobre 2005- Prima di manifestarsi l’osteoporosi non mostra alcun segnale. Poi, però, una volta presente riesce ad invalidare la vita di coloro che ne sono colpiti. L’osteoporosi in Italia ha già colpito oltre quattro milioni di persone. Le stime parlano di 3.034.000 donne e di 1.008.500 uomini. La Lombardia è la regione che ne conta il maggior numero, con 670mila unità. Ma anche la Campania (427mila), Lazio (400mila) e Toscana (270mila) raggiungono cifre ragguardevoli. Una patologia la cui diffusione è in costante aumento in tutto il mondo occidentale e che registra la media di una persona su otto a rischio, sia per predisposizione genetica che a causa di scorrette abitudini di vita.

Oggi è la giornata mondiale dedicata alla prevenzione dell’osteoporosi, promossa dalla Fondazione Internazionale per l’Osteoporosi con incontri, dibattiti ed iniziative sia in Italia che nel mondo. “Move it or lose it” è lo slogan della giornata, finalizzata a creare anche in Italia un’adeguata cultura della prevenzione nei confronti dell’osteoporosi. Una sana e continuativa attività fisica, unita ad un’alimentazione appropriata, sono tra i fattori fondamentali per allontanare il rischio di contrarre questa malattia.

Però, nonostante gli avvertimenti lanciati da esperti e ricercatori, non sempre le regole di prevenzione vengono rispettate. La dimostrazione arriva da recenti ricerche condotte dall’endocrinologa Maria Luisa Brandi e dalla sua equipe su anziani e su un gruppo di studenti della Scuola Internazionale di Firenze. Un istituto nel quale sono stati monitorati 224 studenti di età compresa tra i 5 ed i 18 anni. La regola di prevenzione nei confronti dell’osteoporosi prevede, soprattutto per i ragazzi, un quotidiano apporto di minerali, in modo particolare di calcio, che rappresenta la principale fonte di nutrimento per le ossa.

Per consentirne l’assorbimento ideale – ovvero almeno un grammo al giorno – la necessità sarebbe quella di bere almeno un litro di latte. Ricchi di calcio sono anche i derivati del latte (latticini come yogurt, formaggi, ecc.) ed alcune acque minerali. Il dato emerso parlando con i ragazzi della scuola è allarmante: soltanto il 49,9 per cento degli studenti maschi ed il 41,4 per cento delle femmine beve regolarmente latte a colazione. Lo yogurt, che sarebbe una valida alternativa al latte, viene preso in considerazione soltanto dal 5,3 per cento dei ragazzi.

Questi elementi vengono ulteriormente aggravati dal fatto che, in media, uno studente su quattro non fa colazione la mattina. L’indagine ha esaminato anche gli anziani, verificando le abitudini alimentari di 110 donne, con un’età media di 62 anni, già interessate dall’osteoporosi. La mancanza, rispetto all’apporto quotidiano ideale di calcio, è risultato mediamente di 808 milligrammi, ovvero il 60 per cento del dovuto, mentre la vitamina D è risultata carente nella misura del 15 per cento rispetto a quanto previsto dalle regole di un’ottimale alimentazione: “Il deterioramento del tessuto osseo – dice Maria Luisa Brandi, ordinario all’Università di Firenze ed uno dei maggiori esperti di osteoporosi in Italia - procede silenziosamente.

Speso non vi sono sintomi fino alla prima frattura. Generalmente questa malattia si sviluppa dopo i cinquant’anni e con l’aumentare della aspettativa di vita il problema tende ad ingigantirsi”. Gli studiosi, ben oltre i progressi delle ricerche in materia di diagnostica e di trattamento delle persone affette da osteoporosi, si attendono i risultati più importanti proprio dalla prevenzione di questa malattia: “La prevenzione dell’osteoporosi – spiega ancora Maria Luisa Brandi - inizia con la massima acquisizione di massa ossea durante la crescita, il cosiddetto picco di massa ossea.

Anche se la genetica gioca un ruolo fondamentale, molti fattori non genetici, in particolare quelli nutrizionali, l’attività fisica e l’esposizione solare, influenzano sostanzialmente lo sviluppo dello scheletro durante l’infanzia e l’adolescenza”. Ma il patrimonio scheletrico va poi mantenuto nell’età adulta ed in quella avanzata. Lo stile di vita è dunque l’arma più importante da mettere in campo da parte di ciascuno. Da qui i consigli concreti degli esperti per la vita di tutti i giorni: “Assumere – dice Brandi - un adeguato introito di calcio, evitare la malnutrizione ed una nutrizione ipoproteica, mantenere un adeguato livello di vitamina D attraverso una giusta esposizione solare, aumentare il livello di attività fisica, evitare il fumo ed un elevato consumo di bevande alcoliche e gassate”.

Per sapere esattamente se siamo a rischio osteoporosi, è sufficiente dedicare un minuto a rispondere ad un semplice questionario. Dieci domande, predisposte dagli esperti, in grado di fornire un quadro esatto dello stato di salute delle nostre ossa.

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