Aumentano a Firenze le persone che si rivolgono alle strutture del Polo dell'Accoglienza
Alta la percentuale degli stranieri disoccupati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 ottobre 2005 18:05
Aumentano a Firenze le persone che si rivolgono alle strutture del Polo dell'Accoglienza<BR>Alta la percentuale degli stranieri disoccupati

Crescono a Firenze le persone che si rivolgono alle strutture di accoglienza. La maggior parte sono straniere e disoccupate, ma sono in aumento anche il numero degli italiani. E' quanto hanno spiegato stamani l'assessore all'accoglienza e all'integrazione Lucia De Siervo e il presidente dell'Ipab Fuligno Francesco Colonna, che hanno fotografato la situazione della marginalità a Firenze nell'ultimo anno.
Hanno usufruito nel 2004 delle strutture di accoglienza del Comune di Firenze 1.127 utenti: 65% stranieri (733) e 35% italiani (394).

Nei primi otto mesi del 2005 ne sono stati registrati un totale di 908 di cui il 66% stranieri (582) e il 34% italiani (326). Sulla base della frequenza con cui si presentano nuove persone nelle strutture, si prevede entro la fine di questo anno, che sarà fornita accoglienza all'incirca a 1400 utenti. Fanno parte delle strutture del Polo della Marginalità l'Albergo Popolare, le Foresterie del Fuligno, il San Paolino, Santa Lucia, Santa Maria da Rovezzano, la struttura Arcobaleno, l'Oasi, Santa Caterina, e San Paolino Solidarietà.

Nel 2004 i 1.127 utenti sono in prevalenza maschile (80,7%) e stranieri (65%). La maggior parte degli stranieri proviene dall'Africa: il 65,4% del totale degli stranieri - in particolare, il 33% proviene da quella Settentrionale, il 23% da quella Orientale - e il 25% dall'Europa Orientale. Il restante proviene da altri Paesi che sono presenti nella nostra città tra gli stranieri residenti (Asia, in particolare Cina, e America Centro - meridionale). Riguardo l'età si registrano forti differenze tra i due sessi.

Le femmine sono mediamente più giovani: quasi il 50% ha meno di 30 anni contro il 23% dei maschi che sono, al contrario, più rappresentati nella fascia di età sopra i 35 anni (61% rispetto al 42% delle femmine). Dei 1.127 utenti ben 458 (il 40,6% del totale), sono residenti, di cui 253 italiani e 205 stranieri. Più della metà dei residenti proviene dal quartiere1-Centro Storico (237 utenti residenti), seguito dai quartieri 5-Rifredi (82 utenti residenti), 2-Campo di Marte (66 utenti residenti), 4-Isolotto (47 utenti) e infine 3-Gavinana-Galluzzo (26 utenti).

La maggior parte delle persone sono entrate nelle strutture a causa della disoccupazione: il 74% del totale degli utenti, mentre limitando l'attenzione al gruppo degli stranieri la disoccupazione raggiunge l'85%. Tra coloro che si rivolgono alle strutture per la disoccupazione lo scorso anno la percentuale è del 79% mentre per le donne è del 53%. Più marginali le altre cause di inserimento: l'8% ha usufruito del servizio perché sebbene occupato aveva bisogno di sostegno, poco più del 6% per problemi legati ad una disabilità sia fisica, il 3,5%, sia mentale 2,8%, il 5% perché dipendente da sostanze o da alcol.

Da rilevare che gli italiani, rispetto agli stranieri, registrano percentuali più alte di inserimento nelle strutture: per dipendenza da sostanze o da alcol (rispettivamente 12,4% e 1,2%) e per problemi di salute mentale (rispettivamente 6,3% e 0,8%). Tra le femmine il secondo motivo di entrata nelle strutture, dopo la disoccupazione, risulta il problema della solitudine: sono 45 femmine su un totale di 217 rispetto ai soli 2 maschi su un totale di 910 maschi. Tra i motivi di uscita risulta positivo che oltre il 20% degli utenti è uscito dalla struttura dopo aver trovato una soluzione alternativa.

Il che significa che un cittadino su cinque è riuscito a completare un percorso che gli ha permesso di recuperare la propria autonomia. Il 53% invece ne è uscito per fine del programma, mentre circa il 23% per inadempienza al regolamento, e il 4% per trasferimento in un'altra struttura. Rispetto alla permanenza in struttura, questa cambia in base alla tipologia della permanenza e alla struttura stessa: si passa da una permanenza minima media di 3,4 giorni del Pronto Intervento Sociale ad una massima di 36 mesi degli utenti inseriti nell'Albergo Mameli (Foresteria del Fuligno).

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