Portare avanti insieme uno sforzo di collaborazione e cooperazione per uscire dalle difficoltà; considerare le politiche infrastrutturali di Firenze fondamentali non solo per la sua area ma per l'intera Toscana; fare della cultura e dell'industria culturale uno dei cardini del rilancio dell'economia del territorio. Sono questi i punti fondamentali dell'intervento del sindaco Leonardo Domenici all'assemblea annuale dell'Associazione industriali di Firenze, che si è svolta stamani al Palacongressi.
Un intervento "non solo di saluto", come ha tenuto a sottolineare lo stesso Domenici, che ha esordito ribadendo quella che considera una ricetta irrinunciabile per uscire dalla crisi. "Quello che stiamo vivendo è un momento particolarmente difficile - ha detto Domenici - Se dovessi sintetizzare ciò che oggi ritengo importante, focalizzarei tre obiettivi fondamentali: unire le forze, proporre idee innovative, fare ciascuno la propria parte. Sono concetti semplici, ma se adottati potrebbero sicuramente aumentare la capacità di tenuta e di rilancio del nostro territorio.Dalla mia esperienza di sindaco e presidente dell'Anci, posso dire che arrivano momenti in cui le politiche locali hanno bisogno di incontrare quelle nazionali: non è una sorta di scaricabarile, è la realtà.
Noi a Firenze abbiamo un aggancio forte con una dimensione di carattere più ampio; qui nessuno ha da difendere il proprio orticello, ma ha da proporre forme più avanzate di cooperazione. Ma è difficile parlare di cooperazione in mezzo a tanta confusione, quando non si hanno certezze, quando una forza di governo si schiera contro L'Europa; quando, come è accaduto per quanto riguarda l'Irap, all'incontro a Palazzo Chigi con gli enti locali il governo espone una strategia, mentre la sera dalla tv scopriamo che le cose stanno diversamente".
Domenici ha poi fatto un breve riferimento alla situazione della finanza locale: "Negli ultimi anni i Comuni in particolare hanno subito politiche molto restrittive, ma la spesa pubblica ha continuato a crescere. Evidentemente, la responsabilità di tale crescita non è dei Comuni. Che con le loro politiche potrebbero avere un effetto anticiclico sull'economia locale, ma che vengono penalizzati dall'inserimento degli investimenti nel calcolo dei tetti di spesa. Molti Comuni potrebbero investire, ma non possono farlo.
Ha ragione il presidente Ciampi quando richiama tutti alle proprie responsabilità" ha continuato il sindaco, ribadendo la necessità di uno sforzo comune di collaborazione: "A Firenze abbiamo cercato di portare avanti questa strada sia con il Piano Strategico, sia con opere infrastrutturali fondamentali per lo sviluppo del territorio. Un territorio che non è dentro i confini comunali, ma che va ben oltre e interessa l'intera Toscana. Per questo, al contrario di quanto succede altrove, io non ho paura della presenza della Regione: io per Firenze voglio e chiedo più Regione, non meno Regione".
Domenici ha poi ricordato l'appuntamento autunnale per una conferenza sull'economia fiorentina, proposta lanciata durante l'importante incontro di studio organizzato dall'Arcidiocesi del 23 maggio scorso: "un appuntamento che non deve essere solo di analisi, ma proporre progetti concreti". Il sindaco ha infine concluso rilanciando il tema della cultura e dell'industria culturale, intimamente connesso con quello del turismo e dei congressi. "E' su questo che dobbiamo puntare - ha detto - Perché se metteremo in piedi progetti credibili, mettendo in stretto rapporto cultura e d economia, contribuiremo al valore e al rilancio del nostro territorio.
E per questo progetto, spero nella disponibilità di molti".(mr)