Flessibilità nelle decisioni e coraggio di cambiare i progetti sbagliati dal mondo dell’industria

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 aprile 2005 19:13
Flessibilità nelle decisioni e coraggio di cambiare i progetti sbagliati dal mondo dell’industria

Le preoccupazioni espresse dal mondo dell’industria e dei sindacati, sono raccolte oggi dall’On. Valdo Spini nell’intervista pubblicata da La Nazione.
Sul tema interviene capogruppo Udc al Comune di Firenze Mario Razzanelli, che aggiunge: "Firenze ed il suo comprensorio stanno purtroppo affogando ed i rimedi per cambiare il corso delle cose diventano sempre più difficili da trovare. È evidente che l’economia del capoluogo toscano invece di progredire fa passi indietro. La causa principale di questo ritardo sta nel gap infrastrutturale tra Firenze ed i nostri competitors vicini e lontani – prosegue Razzanelli -.

Mi riferisco a Bologna e all’Emilia Romagna, che stanno affrontando il futuro in tutt’altro modo rispetto a noi. Innanzitutto, dotandosi di infrastrutture adeguate, indispensabili per affrontare le sfide del secondo millennio. Firenze possiede un aeroporto ridicolo e subisce una gestione della mobilità portata avanti senza un piano ed una strategia adeguati – continua -. È triste constatare come l’unica soluzione intelligente, quella del cosiddetto tubone, che dovrebbe avere la precedenza, venga invece messa in secondo piano.

Solo così si potrebbe migliorare la circolazione dei viali che, ricordiamocelo, sarà molto peggiorata dalla tramvia, sia durante la sua costruzione che dopo. La speranza è che l’Amministrazione tenga conto del grido d’allarme che proviene in modo particolare dal mondo dell’industria – conclude l’esponente dell’opposizione, - e che si decida finalmente a prendere decisioni coraggiose. Quello che in questa città non si riesce proprio a fare, salvo rare eccezioni, è infatti cambiare i progetti che si rivelano sbagliati.

Tutto questo perché si ha paura di far passare troppo tempo e di perdere anni e anni. Ma oggi il mondo richiede flessibilità anche nelle decisioni. È ora che i nostri amministratori se ne rendano conto"

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