Torna in vetrina per iniziativa della Vallecchi Bendetti italiani di Curzio Malaparte

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 marzo 2005 18:09
Torna in vetrina per iniziativa della Vallecchi <I>Bendetti italiani</I> di Curzio Malaparte

Pubblicato la prima volta postumo nel 1961, 5 anni dopo Maledetti toscani, il libro è una raccolta di brani scritti in periodi diversi, alcuni dei quali già pubblicati nella terza pagina del Corriere della Sera. Oggi lo ripropone la collana Caratteri del ‘900 con prefazione di Giordano Bruno Guerri.
E colpisce sempre la capacità creativa e sintetica di un autore complesso come pochi l’Italia ha avuto. Sono brani folgoranti, cinque sole pagine ad esempio per raccontare un’idea di Napoli, con le pennellate veloci care a Malaparte: “se io fossi pittore, vorrei dipingere i napoletani come i greci dipingevano se stessi: con pochi tratti, con poche linee semplici e nude”.

Ma attenti a non lasciarvi trarre in inganno: quei pochi tratti sono il segno sintetico di un uomo che percorre il paese portandosi dentro l’acutezza di un intellettuale profondo, che mette in moto cioè il meccanismo misterioso dell’arte, che sa rendere facilmente ciò che per altri rimane complicato. Allora i ritratti italiani di Malaparte sono anche una passeggiata nel suo spirito creativo, scavando tra visioni reali e concetti astratti, elaborando associazioni di idee e reminiscenze personali.

Così nasce un paragone tra i romani delle borgate anni ’50 e gli antichi popolani, che due millenni prima, anche loro, avevano disceso i monti laziali per dare vita alla capitale del mondo: rapidi schizzi con mano ferma, camminando sul Lungotevere, per tratteggiare i volti sempiterni di quegli operai-pastori-guerrieri, tanto simili appunto a quelli raffigurati negli antichi bassorilievi. E allora, forse, è arrivato il momento, al termine di questo lungo inverno italiano, durante il quale Malaparte è rimasto solitario a guardare il paese dalla Calvana.

E’ arrivato il momento di tornare a fargli visita nelle prime giornate di primavera. Con lui, da lassù, si può apprezzare un panorama che vale la pena.

Nicola Novelli

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza