Petrella: “La Toscana renda pubblico il governo dell’acqua negli ATO. Il tempo delle s.p.a. e del profitto sui beni comuni è terminato”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 febbraio 2005 15:06
Petrella: “La Toscana renda pubblico il governo dell’acqua negli ATO. Il tempo delle s.p.a. e del profitto sui beni comuni è terminato”

FIRENZE, 18 FEBBRAIO - “Il governo del ciclo delle acque deve essere pubblico. La Regione e il Comune di Firenze, che hanno ospitato il Forum Mondiale Alternativo dell’Acqua nel 2003 e accettato il dialogo con i movimenti, hanno una grande opportunità da cogliere: essere i primi enti locali in Italia a sostenere e dotarsi di una legge quadro che riconosca l’acqua come bene comune e ne renda pubblica la gestione degli Ambiti Territoriali Ottimali. Si tratta di una scelta ineludibile affinché l’acqua sia garantita come bene comune per tutti.

In tal senso le istituzioni ascoltino la società civile organizzata dei loro territori, e facciano propria la proposta di legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua per difendere i diritti universali e costruire la pace”. E’ questa la proposta lanciata stamane da Riccardo Petrella, presidente del Comitato Italiano del Contratto Mondiale dell’Acqua, durante l’audizione presso la Commissione Ambiente del Comune di Firenze nel corso della quale ha presentato per la prima volta il “Manifesto italiano per un governo pubblico dell’acqua - 2005”.

Governare, non gestire
Il Manifesto italiano per un governo pubblico dell’acqua è rivolto in special modo ai decisori politici, e introduce il concetto di “governo” del ciclo delle acque, rendendo anacronistico e superato il concetto di gestione.

Secondo Petrella infatti il concetto di governo è più preciso e più significativo di quello di gestione. “Questa rinvia ad una cultura aziendalista dove il primato è occupato dai mezzi e che si sviluppa nei campi del possibile determinato dalla razionalità strumentale (risorse finanziarie e tecniche). Il governo, invece, rinvia ad una cultura nutrita dai fini e che opera nel campo dei diritti/doveri e che spiega il perché governare è rendere possibile l’impossibile dandosi i mezzi per realizzare gli obiettivi fissati e non viceversa.

E’ importante saper gestire il come farlo, ma ancor più importante e pregiudiziale è saper definire il cosa fare e il perché. Più si é chiari quanto alle finalità, più si é capaci di agire sui mezzi. Non vi è niente di male in una cultura aziendale, ma questa non può essere applicato al campo dei diritti/doveri.”

Sottrarre l’acqua dalle logiche mercantiliste e finanziarie
“Se nel XX secolo la classe dirigente italiana ebbe la missione di portare nelle case degli italiani l’acqua potabile, ha continuato Petrella - nel XXI secolo essa ha il dovere di garantire l’accesso all’acqua per tutti come diritto umano individuale e collettivo, nella quantità e qualità sufficiente alla vita ed alla salute, nel rispetto degli ecosistemi, nel quadro di uno Stato moderno efficace, trasparente e democratico, capace di mobilitare le risorse del tesoro pubblico per gestire un servizio pubblico sottratto alle logiche mercantiliste e finanziarie degli operatori privati del libero mercato.

Il potere politico deve dimostrare, a partire dall’acqua, di essere capace di declinare la democrazia dei e con i cittadini. Il tempo delle s.p.a. e del profitto sui beni comuni è terminato. La gestione in società per azioni è in contraddizione aperta con il governo pubblico di un diritto umano e sociale e di un bene essenziale alla sicurezza dell’esistenza collettiva. La nuova trincea è quella di evitare la liberalizzazione dei servizi idrici.”

Le proposte
“Il Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull’Acqua propone che la Regione Toscana, all’interno dell’attuale ordinamento italiano e comunitario, adotti la modalità dell’affidamento diretto a società con capitale interamente pubblico, cioè la cosiddetta gestione in house, magari affiancate a forme di gestione diretta, in economia, laddove quest’ultima modalità si riveli più pertinente ed efficace” continua Riccardo Petrella.

“La gestione in house, è opportuno ricordarlo, non costituisce un’eccezione al diritto della concorrenza, ma rappresenta una gestione diversa, alternativa, che deriva la sua legittimità dalla potestà di auto-organizzazione dello Stato (amministrazione centrale e locale). Ove l’amministrazione intenda affidare un appalto di servizi ad un organismo di diritto pubblico, non è necessario ricorrere alle regole proprie del diritto della concorrenza.”

La politica riprenda il primato sulla non-politica e sull’arroganza dei poteri forti
“E’ tempo che la politica - cioè le scelte operate alla luce e sulla base di una visione coerente e globale del vivere insieme e dell’interesse collettivo, compreso quello delle generazioni future - riprenda il primato sulla non-politica, sull’arroganza dei poteri forti, sulla miopia degli interessi settoriali e corporativi.

Nel campo dell’acqua, l’Italia non ha bisogno di leggi finanziarie annuali che sconvolgono regolarmente, atomizzandolo, il quadro legislativo, regolamentare ed istituzionale. Il Paese conclude Riccardo Petrella - ha soprattutto bisogno di darsi un governo pubblico dell’acqua chiaro, coerente, stabile ed efficace, grazie anche alla partecipazione attiva dei cittadini, a partire dai Comuni e dagli ATO. La Toscana, e per Toscana intendo quel ricco tessuto politico e culturale costituito da enti locali, partiti e società civile organizzata, può fare bene la sua parte.

Allo stesso tempo il Comune di Firenze avvii un processo di ripubblicizzazione del servizio idrico attualmente gestito da Publiacqua s.p.a., della quale è azionista di maggioranza. Introduca inoltre a livello cittadino norme funzionali al risparmio idrico e di valorizzazione dell’acqua di rubinetto.”


"Il ciclo delle acque a Firenze e in Toscana deve tornare interamente pubblico. Le affermazioni rilasciate in commissione ambiente da Riccardo Petrella, presidente del Comitato Italiano per il Contratto Mondiale dell'Acqua, trovano Unaltracittà/Unaltromondo pienamente d'accordo.

E' necessario rendere pubblica la gestione, o meglio il governo, del ciclo delle acque per garantire a tutti il diritto universale all'acqua. Per ottenere questo risultato Unaltracittà/Unaltromondo è impegnata e coinvolta affinché la proposta di legge popolare promossa a livello regionale abbia pieno successo". E' questo il commento di Ornella De Zordo dopo l'audizione aperta della commissione ambiente di Palazzo Vecchio.
"E' inoltre necessario che il Comune di Firenze avvii un processo di ripubblicizzazione del servizio idrico attualmente gestito da Publiacqua s.p.a., della quale è azionista di maggioranza – continua De Zordo.

Oltre a questo proponiamo di introdurre norme funzionali al risparmio idrico, alla valorizzazione dell'acqua di rubinetto, alla realizzazione di reti duali nelle nuove concessioni edilizie, di incentivi per l'adozione di tecnologie di riduzione dei consumi nelle abitazioni, negli uffici pubblici, negli hotel."
A chi pensa impossibile la ripubblicizzazione di Publiacqua s.p.a.
Ornella De Zordo ricorda le parole di Petrella contenute nel suo ultimo libro 'Il diritto di sognare': 'Il possibile è ciò che i poteri in carica considerano permesso dunque accettabile.

L'impossibile è ciò che i gruppi dominanti considerano inaccettabile' "Invertire questa tendenza significa per gli enti locali agire affinché l'acqua, fonte di vita insostituibile per l'ecosistema, sia considerata un bene comune dell'umanità, appartenente a tutti gli abitanti della terra come diritto inalienabile individuale e collettivo. Ci opponiamo quindi a tutti i tentativi di mercificazione e privatizzazione dell'acqua la cui proprietà e gestione deve invece essere pubblica, equa e solidale.

Per questo sosterremo con forza la legge di iniziativa regionale e chiederemo che quanto prima la commissione ambiente del Comune di Firenze ascolti in una nuova audizione aperta i componenti del comitato promotore."
Nella scorsa primavera i fiorentini hanno premiato con il loro voto quanto scritto su beni e servizi pubblici da Unaltracittà/Unaltromondo nel programma elettorale: 'È necessario reinventare e rafforzare il ruolo del pubblico nella gestione e nell'erogazione dei servizi e dei beni di primaria importanza, che non devono in alcun modo venir trasformati in bisogni a domanda individuale, cioè ridotti a merci e in quanto tali soggetti alle sole logiche del mercato.

È possibile sperimentare un nuovo "modello" di gestione del servizio pubblico: il "pubblico partecipato" basato sulla valorizzazione del lavoro e dei lavoratori, sulla centralità dei consigli elettivi - oggi sempre più espropriati di reali poteri - e sulla attivazione di nuove forme di partecipazione dei cittadini e delle cittadine alle scelte, si pensi ad esempio ai "parlamenti dell'acqua" per quanto concerne il ciclo idrico integrato.'
Ornella De Zordo appoggia inoltre la proposta del presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini per assegnare la cittadinanza onoraria a Riccardo Petrella, allo stesso tempo accoglie la proposta presidente del Comitato Italiano per il Contratto Mondiale dell'Acqua per dichiarare illegale la povertà come passaggio fondamentale nel percorso di ripubblicizzazione di beni comuni e servizi.

"Sono d'accordo con Riccardo Petrella -commenta Alessandro Santoro, prete alle Piagge- il ciclo delle acque della Toscana deve essere completamente pubblico, non è possibile consentire la gestione di un bene così prezioso e fondamentale per la vita dell'umanità intera al libero mercato e alle società per azioni.

A Firenze abbiamo Publiacqua s.p.a., per questo, nel nostro piccolo alle Piagge, la Comunità di base si impegnerà nel raccogliere le firme per la proposta di legge popolare regionale per ripubblicizzare l'acqua dei nostri territori.
Purtroppo la presa di coscienza e l'accettazione da parte degli amministratori della partecipazione e del coinvolgimento dei cittadini al governo dell'acqua, è un cammino ancora tutto in salita; sarebbe auspicabile ad esempio che il Comune di Firenze, proponesse a livello degli ATO, la costituzione dei "Consigli dei cittadini", con potere vincolante sulle decisioni del governo del ciclo delle acque, come propone il Manifesto italiano per un governo pubblico dell'acqua.
D'altra parte nel mondo ci sono numerose esperienze di partecipazione dal basso dei cittadini su questo tema.

Agenzia 21, per esempio, ha attivato percorsi significativi di sensibilizzazione all'acqua nel mondo della scuola, degli utenti e degli amministratori, e facilitato iniziative concrete quali la riduzione dei consumi e la gestione sostenibile del territorio. Ma anche esperienze come quelle del bilancio partecipativo e del Nuovo Municipio costituiscono, dal canto loro, strumenti forti e necessarie di sperimentazione di forme più ricche di discussione, consultazione e coinvolgimento dei cittadini".

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