Venerdì 18 al Teatro degli Animosi di Carrara maggio ‘43 di e con Davide Enia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 febbraio 2005 19:21
Venerdì 18 al Teatro degli Animosi di Carrara <I>maggio ‘43</I> di e con Davide Enia

«C'era una volta un re, Befé, Biscotto e Miné»: Davide Enia accoglie il pubblico con la carezza suadente di una vecchia filastrocca siciliana, recitata in dialetto, scandita in metrica, quasi una nenia musicale. Sulla sedia, unico arredo scenico, il narratore oscilla con gli occhi socchiusi mimando una gestualità che ricorda quella, breve, abbozzata, dei pupi. L'arte cui attinge è il cunto, una tradizione antica di secoli che tramandava interminabili racconti epici. La novità sta, invece, nell'approfondito lavoro di ricerca di questo trentenne cui pubblico e critica riconoscono un talento fuori dal comune che nel 2003 gli è valso il premio Ubu per l'applauditissimo Italia-Brasile 3-2.


Davide Enia, straordinario narratore, con la forza di una sferzata e con delicatezza priva di retorica, ci racconta la tragica storia del bombardamento americano che distrusse mezza Palermo il 9 maggio 1943 e riesce a far rivivere l'odissea di un ragazzino e della sua famiglia. Una famiglia come tante: la miseria implacabile della guerra, l'orrore dei profittatori, la violenza dei fascisti, la fame, la religiosità terragna di riti antichi che sconfinano nella scaramanzia. Davide Enia, con il contrappunto musicale di Giuglio Barrocchieri, evoca personaggi rudi e coloriti, descrive episodi di ordinario orrore con semplicità stupita, ora lanciandosi in vorticosi galoppi, ora perdendosi in infantili dolcezze, ma sempre inseguendo, in una filastrocca che affiora di continuo, la capacità di restare ragazzini, di guardare la realtà con gli occhi della speranza.

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