Teatro della Pergola: da martedì 11 a giovedì 13 gennaio Giulietta di Federico Fellini, musiche di Nino Rota

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 gennaio 2005 14:04
Teatro della Pergola: da martedì 11 a giovedì 13 gennaio <I>Giulietta</I> di Federico Fellini, musiche di Nino Rota

Giulietta, nasce dal racconto di Federico Fellini, adattato per il teatro dall’attore e scrittore vicentino Vitaliano Trevisan e interpretato da Michela Cescon con la regia di Valter Malosti.

La protagonista, Michela Cescon è stata, insieme allo stesso Trevisan, acclamata interprete del film di Matteo Garrone, Primo amore, presentato con grande successo al 54° Festival di Berlino e premiata unanimamente per l’interpretazione di Giulietta da tutta la critica teatrale.

La musica della pièce teatrale riprende brani originali e rielaborazioni della colonna sonora dell’omonimo film composta da Nino Rota, e li integra con pezzi scritti appositamente dal compositore siciliano Giovanni D’Aquila, autore di musica per il teatro, sinfonica, vocale ed elettronica.

Giulietta è l’unica opera narrativa di una certa consistenza pubblicata da Fellini, un’opera di cui lui stesso suggerì la stampa, in lingua tedesca, per l’editore svizzero Diogenes.

Si tratta della prima idea-soggetto, il cosiddetto trattamento, ossia il testo intermedio tra il soggetto e la sceneggiatura del film Giulietta degli spiriti, datato anno 1965.

Giulietta è il resoconto, narrato in prima persona, della presa di coscienza di una donna. Giulietta è sposata, e, dopo diversi anni di matrimonio, è ancora perdutamente innamorata del marito. Per lei la vita scorre tranquilla, senza troppe preoccupazioni, fino a quando, in modo del tutto casuale, non viene a scoprire che il marito la tradisce.

L’indagine sul tradimento del marito diventa un percorso interiore, popolato di spiriti, che porterà Giulietta a ritrovare quella parte di sé che lei stessa aveva tradito. "Giulietta è una favola psicanalitica, – spiega il regista Valter Malosti – una favola contemporanea dai toni mozartiani sull’identità frammentata, sull’anima, raccontata con un tono vagamente infantile e inquietante, una moderna Alice nel paese delle meraviglie. Ma è anche una lunga e irridente seduta spiritica descritta da chi ci crede, eco delle frequentazioni di maghi, veggenti e spiritisti scovati da Fellini nel corso degli anni".

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