Case Passerini: la discarica potrà andare avanti ancora per circa 4 anni
Checcucci (AN): «Si scaricheranno sugli utenti le mancate scelte sul termovalorizzatore»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 dicembre 2004 16:14
Case Passerini: la discarica potrà andare avanti ancora per circa 4 anni<BR>Checcucci (AN): «Si scaricheranno sugli utenti le mancate scelte sul termovalorizzatore»

(21 dicembre 2004) – Il consigliere di Forza Italia Massimo Lensi ha presentato un’interrogazione, discussa in Consiglio provinciale, sulla situazione della discarica di Case Passerini. “Un impianto – ha spiegato l’assessore all’ambiente Luigi Nigi – che ha una capacità residua, ad oggi, di circa 250 mila tonnellate, che dovrebbero garantire una capacità di smaltimento che oscilla dai 2 ai 4 anni, a seconda della capacità recettiva delle altre discariche utilizzate da Quadrifoglio per lo smaltimento dei rifiuti di Firenze e precisamente la discarica di Firenzuola, quella di Peccioli e Terranuova Bracciolini.

La Provincia provvede a prescrivere tutta una serie di adempimenti cui la ditta deve attenersi nella gestione dell'impianto, al fine di minimizzare l’impatto ambientale nei confronti delle aree circostanti. Per quanto riguarda i disagi causati dalle emissioni maleodoranti dell’impianto ricordo che il monitoraggio è costante e sono stati effettuati numerosi sopralluoghi da Arpat e Provincia”. Non soddisfatto Lensi: “Non tanto per alcuni dati che avevo richiesto quanto per il fatto che rimane il mistero sui problemi relativi ai miasmi e agli odori.

Sappiamo che Quadrifoglio ha annunciato un risanamento della parte di compostaggio dell’impianto di Case Passerini, sappiamo però che questi disagi sono dovuti molto probabilmente anche alle altre parti della discarica. Ultimo punto – conclude Lensi – riguardiamo il Piano dei rifiuti perché tra pochi anni, o forse anche tra pochi mesi, la Provincia di Firenze o meglio l’Ato 6, si ritroverà a fronteggiare una grave emergenza rifiuti”.
«La scelta di passare adesso da tassa a tariffa quando lo si poteva fare dal 2000 e l'articolazione della tariffa a tutto svantaggio delle imprese trova il suo presupposto soltanto in motivi di opportunismo politico».

E' quanto ha dichiarato la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci. «In altri Comuni, come ad esempio Arezzo - ha spiegato Gaia Checcucci - si è impostato tale passaggio in mondo graduale e attraverso un confronto continuo con i rappresentanti delle categorie economiche, senza che vi fosse l'aggravio pesante che ci sarà a Firenze. Ciò conferma che, a differenza di ciò che si vuole fare credere, l'automatismo dell'aggravio che peserà sulle tasche dei cittadini e delle imprese non è solo una conseguenza della trasformazione in tariffa ma di scelte affrettate, inopportune e prive di strategia aziendale».

«Anzitutto - ha proseguito la consigliera di Alleanza Nazionale - non si capisce perché proprio adesso che la finanziaria ha consentito la proroga della tassa sui rifiuti, nella prospettiva di un riordino della materia che avverrà con la legge-delega ambientale recentemente approvata, il Comune di Firenze in tutta fretta abbia preferito passare a tariffa senza un preventivo confronto con le categorie economiche e senza il coinvolgimento di Quadrifoglio, azienda che da oggi gestirà le bollette ma che non avrà la possibilità di recuperare i costi di gestione altissimi dovuti alle mancate scelta in termini di termovalorizzazione.

Con la copertura integrale del costo del servizio la tariffa rifletterà del tutto l'immobilismo dell'amministrazione che per anni non ha permesso all'azienda di poter adottare una strategia imprenditoriale di lungo periodo che le consentisse di comprimere i costi di smaltimento e di ottimizzare la gestione con il termovalorizzatore ed il conseguente recupero energetico». «Inoltre, nell'Ato rifiuti dove c'è anche il Comune di Firenze - ha concluso gaia Checcicci - non essendo stato raggiunto il 35% di raccolta differenziata, il passaggio da tassa a tariffa è oltremodo sconveniente perché comporta l'applicazione automatica della cosiddetta "ecotassa" che prevede pesanti penalità per chi raggiunge questo obiettivo.

Anche per questo motivo non si capiscono i motivi della scelta effettuata dall'amministrazione comunale. Come non si capisce come mai la determinazione della tariffa che ai sensi di legge deve essere effettuata dall'Ato rifiuti, sia stata invece determinata dal Comune. Ciò comporterà una inevitabile, ulteriore passaggio perché, non a caso, la legge attribuisce all'Ato la redazione del piano industriale che al suo interno deve contenere la determinazione della tariffe. A cosa serve l'Ato?».

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