Assemblee e facinorosi: il contesta la Giunta di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 dicembre 2004 22:17
Assemblee e facinorosi: il contesta la Giunta di Firenze

"Se all'apertura e alla partecipazione si risponde con l'inciviltà, è giunto il momento di prendere le distanze dalle frange estremiste di questa città". Il capogruppo della Margherita al Comune di Firenze Nicola Perini e il segretario provinciale della Margherita Nicola Danti condannano duramente l'aggressione di martedì in via del Mezzetta, durante l'assemblea su "La città in trasformazione: le aree dismesse". "Esprimiamo piena solidarietà - affermano Perini e Danti - ai membri della Giunta ai quali è stato impedito di parlare con minacce fisiche e verbali".

Gli esponenti della Margherita prendono le distanze da quelle "frange estremiste che si riempiono la bocca di pacifismo e poi assumono atteggiamenti violenti (anche se non fisici) di contrapposizione". C'è anche preoccupazione per il rischio che certi episodi si ripetano. Già domani (venerdì 17/12) è prevista un'assemblea intitolata "Il saccheggio di Firenze", il cui volantino contiene nuovi violenti attacchi all'amministrazione comunale. "Sono istigazioni alla violenza - dichiarano Perini e Danti - da parte di soggetti che cercano di fomentare una rottura all'interno della società, alimentando la sfiducia verso le forze politiche chiamate ad amministrare la nostra città".

Perini e Danti rivolgono anche un appello al presidente della Giunta Regionale, Claudio Martini, che proprio in questi giorni sta svolgendo una serie di incontri per il programma elettorale: "Serve una grande maturità nel gestire questo percorso politico: la disponibilità all'ascolto va bilanciata da altrettanta chiarezza e trasparenza nelle scelte di governo; oltre a questo riteniamo difficile proseguire un dialogo con quelle forze politiche che cercano lo scontro e la delegittimazione della maggioranza che governa Palazzo Vecchio e la Provincia di Firenze".

"Con quanto scriviamo vogliamo dare un contributo a quanti si pongono in maniera critica rispetto alle scelte di questa Amministrazione Comunale -afferma un documento di BADAQUA' ITINERANTE, CPA FI-SUD, CSA exEMERSON, MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA- Partiamo da un dato di fatto: non può essere sufficiente definire un percorso di partecipazione ciò che le istituzioni di questa città ci propongono, visto che le decisioni sono già state prese e le linee di intervento del prossimo futuro non vengono tanto prospettate, ma sono già definite.
Ciò che si vuol fare con il progetto è far finta che la trasformazione imposta della città sia condivisa.
Si fa partecipare per non cambiare. Può essere a questo proposito sufficiente citare uno degli storici paladini dell'assalto alla città, l'assessore Biagi: più che di partecipazione bisognerà parlare di corretta informazione.
Viene, da parte di questa giunta, sbandierato il rapporto pubblico-privato come elemento positivo, visto che il secondo può intervenire economicamente dove il primo non è in grado di farlo. Ma ciò che accade realmente, è una presunta contrattazione tra interessi pubblici e interessi privati; è il dare in appalto la ristrutturazione edilizia della città ai poteri economicamente forti.

Sono questi che realmente traggono profitto, gestendo a piene mani aree dismesse o quant'altro sia un bene pubblico. Nei fatti è la privatizzazione della città.
E' la città dei centri commerciali, dell'Alta Velocità, dei poli espositivi e tecnico-scientifici, in cui le aree dismesse diventano occasione strategica per avallare i progetti speculativi dei proprietari, vecchi o nuovi, delle aree, escludendo dai propri obiettivi ogni finalità che riguardi gli aspetti collettivi, sociali e ambientali.
La gestione dell'urbanistica in questa città si traduce di fatto nel saccheggio del territorio, nella marginalizzazione di sempre più larghe fasce di popolazione, nella cancellazione di esperienze di socialità.
A questo proposito ci è obbligo ricordare l'avvenuto sgombero del CPA-FI-SUD per far posto all'ennesimo centro commerciale, oppure il prossimo sgombero per far posto agli interessi dei soliti noti (se non ci fossero loro ci sarebbe altri o la lega), di fatto feudatari dell'area Rifredi-Castello (di chi era la palazzina occupata?).
La faccia tosta dei nostripartecipazione per mascherare la propria unilateralità decisionale. Altro esempio è la riqualificazione.

In nome di questa si aggravano di fatto i problemi esistenti creando ulteriori squilibri all'interno del tessuto urbano. L'urbanistica propagandata come strumento per governare le trasformazioni della città salvaguardando i bisogni collettivi è governata dalla rendita immobiliare e fondiaria. E' emblematico l'atteggiamento che viene tenuto da questa come dalla precedente amministrazione: da una parte si rassicurano gli abitanti delle zone coinvolte direttamente dagli interventi edilizi su aumento di occupazione, servizi e spazi pubblici, case ecc., dall'altra si stringono accordi che vanno a beneficio solo dei proprietari delle aree.
Abbiamo accennato alla promessa della costruzione di nuove case, ad oggi ciò che si è visto realmente sul problema casa è stata la trasformazione di un problema sociale in un problema di ordine pubblico: sfratti eseguiti dalle forze dell'ordine, criminalizzazione del Movimento di lotta per la casa, ed inoltre l'assenza di qualunque politica tendente al blocco degli sfratti.
Se abbiamo parlato di interessi a beneficio dei poteri economicamente forti non l'abbiamo fatto certamente per un motivo di pura teoria politica, è la realtà dei fatti che ci porta a questo tipo di valutazione, basta pensare all'attraversamento dell'Alta Velocità, al polo scientifico di Castello, all'ex panificio militare, alla Manifattura Tabacchi, al centro commerciale alla Fortezza, al campeggio del Piazzale Michelangelo, alla speculazione immobiliare di S.Salvi ecc.
L'unica preoccupazione dell'amministrazione è quella di ricercare il consenso dell'opinione pubblica con forme più o meno esplicite di manipolazione politica e culturale dei fatti.
Questo tentativo non avrà un esito scontato per il semplice fatto che in tanti ormai si sono resi conto di quanto viene deciso sulla testa della gente.

Non sono un caso la nascita di decine di Comitati come risposta diretta ed autoorganizzata nei confronti di una classe politica sempre più lontana e sempre più legata alle logiche di mercato".

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